Astigiani 2 – dicembre 2012
Dedicato a Laura
di Sergio Miravalle
Questo secondo numero di “Astigiani” nasce con Laura Bosia e per Laura. La nostra amica ha scritto il suo ultimo pezzo per questa rivista che amava e ha contribuito a creare. Una storia curiosa che troverete a pagina 110. E sfogliando qualche pagina ecco ancora lei nella recensione-ricordo del romanzo “Angeli e basilico” che l’aveva fatta emergere nel panorama letterario italiano.
Siamo stati vicini al nostro photo editor Giulio Morra e ai suoi figli Jacopo e Lorenzo. Continueremo, anche nel nome di Laura, a far crescere “Astigiani” con l’aiuto e la volontà di altri innamorati di questa nostra terra. La rivista ha avuto un ottimo esordio: è piaciuta, ha sorpreso per qualità della scrittura e veste grafica. Questo secondo numero è di 120 pagine. Lo giudicherete leggendolo. Vogliamo parlare di storia e storie anche quando la cronaca si porta all’attualità. Ecco perché dedichiamo la copertina alla Provincia di Asti e ne raccontiamo le vicende.
E scoprirete anche come poteva essere Asti dal punto di vista urbanistico e del verde. E quanto può esserci alle origni di una semplice festa di paese. Progetti, sogni, sorprese. Ne troverete in ogni pagina. Compresa la poesia d’amore di un vecchio poeta che venne nelle nostre terre, in un’estate di tanti anni fa, per cercare la quiete, ma non quella del cuore. Buona lettura.
De Honestate
di Giorgio Conte presidente Associazione Astigiani
Rettitudine, Probità, Integrità morale, Pudore, Decenza, Lealtà… sono parole che si pronunciano sempre più di rado, sinonimi di un’altra parola, ormai negletta, dal suono dolce ed imperioso: Onestà. Meglio non parlarne, perché l’Onestà è una virtù che non va più di moda, è merce rara: oggi vanno di moda “i vizi”, “tirano di più…”
Se non hai almeno una macchia sulla fedina penale, un “complotto” tramato ai tuoi danni, se non sei o non sei stato uno che si è fregato un po’ di soldi, qua e là, non sei nessuno! L’Onestà è virtù da non praticare, se non sei un povero fessacchiotto. Meglio lasciar perdere, che tanto la si vede sempre meno in giro e se per caso la incontri, ti sorprendi : «Non ti riconoscevo più… ma dov’eri finita?» Va beh, se proprio ne vogliamo parlare, facciamolo per minimizzarla: «Si, però, oggi come oggi, l’onestà…» «Ad essere onesti, c’è poco da guadagnarci… »; «In questo mondo di ladri, l’onesto ne esce con le ossa rotte…».
Cara Onestà, sei in pericolo di estinzione, ti infangano, ti annichiliscono, quasi che quel tuo suono dolce ed imperioso nel pronunciarti, desse fastidio, procurasse una insopportabile irritazione. Insomma, onesti sì, ma non troppo! Mi viene in mente un Notaio, scrupoloso ed onesto, che applicava la Legge con il dovuto rigore, pretendendo, sempre, senza eccezioni, di essere lui in persona a leggere l’atto che il cliente doveva poi sottoscrivere. Foss’anche una semplice vendita di automobile.
Se non che un giorno si presentò in studio un tizio che aveva una gran fretta e comunque non tollerava le attese. Disse alla segretaria: «Ma insomma, devo solo firmare! Possibile che sia necessaria la presenza del notaio? Lei non basta ?» «Veda… la presenza del Notaio è prescritta dalla Legge…» la segretaria non cedette, invitando il cliente a pazientare. Sbuffi, giaculatorie, rimase lì in attesa e quando il Notaio si palesò, quel tizio non potè far a meno di muovergli, secondo lui, un feroce critica. Esclamò: «Chiel, sur nudar, a l’è trop unest!» Il Notaio rispose: «Caro Signore, sappia che nella vita non si può essere né troppo onesti, né poco onesti. Nella vita bisogna essere, semplicemente, “onesti”!» Quel Notaio era mio padre.