sabato 27 Luglio, 2024

Astigiani 2 – dicembre 2012

Dedicato a Laura

di Sergio Miravalle

Questo secondo numero di “Astigiani” nasce con Laura Bosia e per Laura. La nostra amica ha scritto il suo ultimo pezzo per questa rivista che amava e ha contribuito a creare. Una storia curiosa che troverete a pagina 110. E sfogliando qualche pagina ecco ancora lei nella recensione-ricordo del romanzo “Angeli e basilico” che l’aveva fatta emergere nel panorama letterario italiano.

Siamo stati vicini al nostro photo editor Giulio Morra e ai suoi figli Jacopo e Lorenzo. Continueremo, anche nel nome di Laura, a far crescere “Astigiani” con l’aiuto e la volontà di altri innamorati di questa nostra terra. La rivista ha avuto un ottimo esordio: è piaciuta, ha sorpreso per qualità della scrittura e veste grafica. Questo secondo numero è di 120 pagine. Lo giudicherete leggendolo. Vogliamo parlare di storia e storie anche quando la cronaca si porta all’attualità. Ecco perché dedichiamo la copertina alla Provincia di Asti e ne raccontiamo le vicende.

E scoprirete anche come poteva essere Asti dal punto di vista urbanistico e del verde. E quanto può esserci alle origni di una semplice festa di paese. Progetti, sogni, sorprese. Ne troverete in ogni pagina. Compresa la poesia d’amore di un vecchio poeta che venne nelle nostre terre, in un’estate di tanti anni fa, per cercare la quiete, ma non quella del cuore. Buona lettura.

De Honestate

di Giorgio Conte presidente Associazione Astigiani

Rettitudine, Probità, Integrità morale, Pudore, Decenza, Lealtà… sono parole che si pronunciano sempre più di rado, sinonimi di un’altra parola, ormai negletta, dal suono dolce ed imperioso: Onestà. Meglio non parlarne, perché l’Onestà è una virtù che non va più di moda, è merce rara: oggi vanno di moda “i vizi”, “tirano di più…”

Se non hai almeno una macchia sulla fedina penale, un “complotto” tramato ai tuoi danni, se non sei o non sei stato uno che si è fregato un po’ di soldi, qua e là, non sei nessuno! L’Onestà è virtù da non praticare, se non sei un povero fessacchiotto. Meglio lasciar perdere, che tanto la si vede sempre meno in giro e se per caso la incontri, ti sorprendi : «Non ti riconoscevo più… ma dov’eri finita?» Va beh, se proprio ne vogliamo parlare, facciamolo per minimizzarla: «Si, però, oggi come oggi, l’onestà…» «Ad essere onesti, c’è poco da guadagnarci… »; «In questo mondo di ladri, l’onesto ne esce con le ossa rotte…».

Cara Onestà, sei in pericolo di estinzione, ti infangano, ti annichiliscono, quasi che quel tuo suono dolce ed imperioso nel pronunciarti, desse fastidio, procurasse una insopportabile irritazione. Insomma, onesti sì, ma non troppo! Mi viene in mente un Notaio, scrupoloso ed onesto, che applicava la Legge con il dovuto rigore, pretendendo, sempre, senza eccezioni, di essere lui in persona a leggere l’atto che il cliente doveva poi sottoscrivere. Foss’anche una semplice vendita di automobile.

Se non che un giorno si presentò in studio un tizio che aveva una gran fretta e comunque non tollerava le attese. Disse alla segretaria: «Ma insomma, devo solo firmare! Possibile che sia necessaria la presenza del notaio? Lei non basta ?» «Veda… la presenza del Notaio è prescritta dalla Legge…» la segretaria non cedette, invitando il cliente a pazientare. Sbuffi, giaculatorie, rimase lì in attesa e quando il Notaio si palesò, quel tizio non potè far a meno di muovergli, secondo lui, un feroce critica. Esclamò: «Chiel, sur nudar, a l’è trop unest!» Il Notaio rispose: «Caro Signore, sappia che nella vita non si può essere né troppo onesti, né poco onesti. Nella vita bisogna essere, semplicemente, “onesti”!» Quel Notaio era mio padre.

Provincia

L’annuncio, un po' a sorpresa, arriva il 30 marzo 1935. La città di Asti torna ad essere capoluogo di provincia, dopo la soppressione napoleonica e quella del 1859. Le remore da parte delle province confinanti di Cuneo e Alessandria. Il ruolo di Vincenzo Buronzo, Pietro Badoglio e Giovanni Penna. Dopo la fine della guerra, nasce la deputazione guidata da G.B. Torta. Soltanto nel 1951 si tengono per la prima volta le elezioni provinciali, vinte dalla Democrazia Cristiana che proseguirà il lungo predominio elettorale per decenni. Il nuovo palazzo della provincia, inaugurato nel 1961 dal ministro Mario Scelba. I presidenti: da Amasio alla lunga "Era Andriano", da Tovo al "grappolo" di Goria per finire con Marmo e l’ultima presidente Maria Teresa Armosino. I 77 anni di storia dell’ente.

Piazza Alfieri e Campo del Palio

Dagli archivi emergono i progetti di una Asti mai vista. Sono le idee di architetti e urbanisti che non hanno mai visto la luce, piazze ed edifici rimasti sulla carta. Se fossero stati realizzati, oggi la città sarebbe quasi irriconoscibile: la casa littoria – oggi sede dell’Intendenza di Finanza – si sarebbe aperta verso piazza Alfieri con una corte porticata. Piazza Campo del Palio non esisterebbe più, al suo posto vedremmo oggi viali, palazzi e giardini. E un intero isolato del centro storico, in epoca fascista, doveva diventare un'area verde, mentre dalle parti di Valmanera era previsto uno stadio di hockey. Viaggio tra le prospettive inedite di una città, dove i progetti scartati hanno lasciato vuoti urbanistici che ancora oggi faticano a trovare un’identità.

Quei giardini mai fioriti

I giardini che ad Asti sono stati progettati dai migliori speciali, ma non sono mai stati realizzati, per rendere più accogliente la cttà nella prospettiva di farla diventare capoluogo di provincia.

Quando la “nera” tornò a far notizia

Dopo vent’anni di quasi totale assenza, la cronaca nera irrompe subito dopo la fine della guerra anche sui giornali astigiani. Ma non andò quasi mai in “apertura”, unica eccezione l’alluvione del ’48, trattata comunque in maniera molto diversa a seconda dei giornali. Un periodo convulso e tumultuoso in cui le battaglie politiche ed il difficile ritorno alla normalità prevalevano, nelle cronache dell ’epoca, sui numerosi fatti di sangue, rapine, frodi annonarie e processi ai criminali fascisti. La testimonanza di luigi garrone, il primo dei cronisti “apprendisti stregoni ” e la non facile vita di chi doveva imparare le nuove regole della libertà di stampa. “Cittadino ”, “gazzetta d’asti ”, “galletto ” e altre nuove e spesso effimere testate di una stagione bella ed irripetibile, il cui “racconto” cambiò radicalmente nel corso degli anni ’50 con l’arrivo di nuovi giornali.

Il cibo simbolico tra festa e quotidianità

La fagiolata di Castiglione tra festa e quotidianità del cibo

La fagiolata di Castiglione

Nella giornata del 2 gennaio, ogni anno, la frazione di Castiglione sulle colline vicine ad Asti, verso Est, elebra la Festa di San Defendente. E’ la prima festa dell’anno nell’Astigiano, dopo la baldoria di San Silvestro. Non è però una festa inventata: all’origine c’è una tradizione che risale al 1200 per questo a Castiglione la definiscono la storica fagiolata. In grandi paioli si fanno bollire i fagioli e i ceci che un tempo si raccoglievano nei giorni precedenti nelle case dell’antico comune . Oggi la tradizione è ancora viva. “Astigiani ” ne racconta la storia e analizza il fenomeno del cibo come elemento di festa popolare tra rito e superamento della fame atavica.

I signori del brindisi

Non fu probabilmente mai scattata una fotografia della cerimonia del 17 dicembre 1932, giorno in cui venne ufficialmente costituito il “consorzio per la tutela dei vini tipici moscato d’asti e asti spumante”. Una trentina di esponenti del mondo enologico piemontese firmarono l’atto con cui nacque il consorzio che ora festaggia gli 80 anni. La prima uscita ufficiale fu a siena. Quel san secondo a cavallo ha continuato a galoppare. Sono cambiati presidenti e strategie per far conoscere in tutto il mondo il vino figlio del moscato, prodotto in 53 comuni, che porta il nome di asti nel mondo.

Il mondo scomparso dei bachi da seta

I “bigàt” stati stati per secoli una fonte importante di reddito che dava lavoro soprattutto alle donne. Un allevamento di origini antiche esteso a tutto il Piemonte dove sono rimaste attive filande della seta fino ai primi Anni Cinquanta. molte attività erano presenti anche nell’astigiano. Erano numerosi i passaggi da seguire, dall’acquisto del seme vivo fino alla formazione nel bozzolo di seta, passando per l’incubazione, la schiusa , l’allevamento e la crescita dei bachi che si nutrivano voracemente dalle foglie di gelso. Oggi sono rimasti soltanto questi antichi alberi lungo i confini dei campi a testimoniare una civiltà scomparsa che ha anche lasciato tracce e memoriee letterarie.

Paolo Conte e il calipso dimenticato

Nella vasta discografia di Paolo Conte c’è un brano che non compare . E’ un motivetto musicato dal cantautore astigiano nella primavera del 1980. E’ dedicato al calcio e alla squadra della Torretta Santa Caterina per celebrare l’ormai sicura promo zione in serie C2. Il 25 maggio 1980 quel “Calipso Torretta” venne diffuso dagli altoparlanti dello stadio prima dell’ultima partita in serie d contro il pontedecimo. Poi venne la fusione con l’asti e quell’inno ironico e divertente fu dimenticato. “Astigiani” ha recuperato una delle poche musicassette ancora esistenti, la foto del momento della registrazione e racconta il clima e il contesto che port ò conte a musicare quel calipso. Per chi quel giorno allo stadio c’era e per I tanti che potranno comun que ascoltarlo oltre trent’anni dopo.

Saranno famosi 2 (o quasi)

Tutti abbiamo nei cassetti di casa fotografie che hanno il profumo speciale del "come eravamo". Le pagine di questo "Album di famiglia" si aprono con volti di bambini, ragazze e giovanotti che hanno poi vissuto e stanno vivendo la loro vita. Alcuni sono diventati famosi, molto famosi, altri lo sono comunque per la gente che li conosce e vive con loro. Volti di una comunità allargata con l'Astigianità a far da comun denominatore.

Carlo Leva

Partendo dal Monferrato per arrivare al fianco di grandi registi cinematografici, Carlo Leva ripercorre la sua vita "da cinema". Scenografo in 155 film, ha mosso i primi passi in un club studentesco genovese con un proiettore dei fratelli Lumière, acquistato dal nonno Carlo. Poi sono arrivati la Rai e Carosello. Grazie al kolossal "Sodoma e Gomorra", ha esordito come aiuto scenografo e ha conosciuto Sergio Leone che lo ha voluto al suo fianco per i film western più celebri: "Per un pugno di dollari", "Il buono, il brutto e il cattivo" e "C’era una volta il west".

A Cerro Tanaro il tenore del Grignolino

Giorgio Carnevale, uno dei protagonisti del vino astigiano nel Dopoguerra

La testimone del “Recinto dei nobili”

Scomparsa a 95 anni la contessa Idalberta Gazelli

Già nel 1933 troppe auto in corso Alfieri

Le lettere di protesta sui giornali astigiani

Analizza le mafie dall’Osservatorio di Oxford

Paolo Campana, 32 anni, ricercatore nelle prestigiosa università inglese. Al lavoro in bici con un po’ di nostalgia

L’astigiano che “inventò” la polizia scientifica

Salvatore Ottolenghi: dalle teorie di Lombroso all'uso del cartellino segnaletico dei pregiudicati

Utea: l’Università dove il sapere non ha età

L'associazione è attiva dal 1982. Oltre 2800 tesserati tra docenti e corsisti

La Natività che ispira la pace

L'intensa espressione pittorica di Giovanni Rovero da Mongardino

La calda estate canellese di Giuseppe Ungaretti

1968: a 80 anni ospite della famiglia di una sua discepola

Dallo Zecchino d’Oro all’Orchestra Sinfonica di Asti passando per Pavarotti &...

Enrico Bellati, classe 1966, è stato un bimbo prodigio. Scoperto dal Mago Zurlì ha suonato con i grandi del mondo

Censin Bosia, il piccolo portiere che fermò il Barça

Gli è stato intitolato lo stadio. Nel "palmarès" scudetto con il Torino negli Anni Trenta

Cravatta di seta e guanti in affitto nella Belle Époque

Quarant'anni di cucina custoditi in trentotto taccuini

I Crova di Nizza tra noblesse e zuppa mitunà

Quarant'anni di cucina custoditi in trentotto taccuini

Il marchese De Sade si perse nelle strade dell’astigiano

1775: una distratta visita alla città trovata decante. Tornò altre volte?

Un volo di farfalla su Settime

Il pagmento dell'"affitto" al gestore del locale per l'uso del biliardo o del mazzo di carte.

Anche Alfieri ebbe una vita di sponda

Il pagamento dell'"affitto" al gestore del locale per l'uso del biliardo o del mazzo di carte.

Il canto dell’angelo Maria alias Laura

Il pagmento dell'"affitto" al gestore del locale per l'uso del biliardo o del mazzo di carte.

In questa bottega impacchettano anche il tempo

L’emporio fantastico dei fratelli Pistone di Canelli

Quando all’osteria dopo il gioco si pagavano “i fabbri”

Il pagmento dell'"affitto" al gestore del locale per l'uso del biliardo o del mazzo di carte.

Nel Dopoguerra arriva il Flit, lo stermina insetti

La pompetta del DDT fu cantata anche in un motivetto d’epoca

Vent’anni fa il Palio con la Dea Bendata

Un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta di fatti e personaggi