Astigiani 25 – settembre 2018
Genova per noi
Con quella faccia un po’ così
Quell’espressione un po’ così
Che abbiamo noi prima di andare a Genova
E ogni volta ci chiediamo
Se quel posto dove andiamo
Non c’inghiotta e non torniamo più
Eppur parenti siamo un po’
Di quella gente che c’è là
Che come noi è forse un po’ selvatica ma
La paura che ci fa quel mare scuro
E che si muove anche di notte
Non sta fermo mai
Genova per noi
Che stiamo in fondo alla campagna
E abbiamo il sole in piazza rare volte
E il resto è pioggia che ci bagna
Genova, dicevo, è un’idea come un’altra
Ma quella faccia un po’ così
Quell’espressione un po’ così
Che abbiamo noi
Mentre guardiamo Genova
Come ogni volta l’annusiamo
E circospetti ci muoviamo
Un po’ randagi ci sentiamo noi
Macaia, scimmia di luce e di follia
Foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia
E intanto, nell’ombra dei loro armadi
Tengono lini e vecchie lavande
Lasciaci, tornare ai nostri temporali
Genova, ha i giorni tutti uguali
In un’immobile campagna
Con la pioggia che ci bagna
E i gamberoni rossi sono un sogno
E il sole è un lampo giallo al parabrise
Ma quella faccia un po’ così
Quell’espressione un po’ così
Che abbiamo noi
Che abbiamo visto Genova
Paolo Conte – 1975
Sta per nascere Wiki Astigiani
di Piercarlo Grimaldi – Sergio Miravalle
Questo venticinquesimo numero di Astigiani ci introduce al tempo dell’autunno, alla stagione che più di ogni altra nelle nostre colline restituisce
con i raccolti e con la grande bellezza un materiale e immateriale risarcimento a tutte le fatiche, le apprensioni, i desideri che il ciclo agreste e più in generale la vita portano con sé.
L’Astigiano ha sempre intercettato questi sentimenti, questi valori traducendoli in appuntamenti, traiettorie di speranze e di futuro. Un patrimonio di socialità, di comunità, di ospitalità.
Il grande tema del vino e della sua promozione commerciale e culturale, visto storicamente in questa prospettiva, fa scoprire oltre un secolo di mostre e
rassegne e riflettere sulla molta strada percorsa, ma anche sulle posizioni e le idee perdute.
La storia e le storie che Astigiani ha sviluppato in questi anni di ricerche, di riflessioni e di dialogo con i lettori che noi vorremmo sempre più coautori,
attivi propositori di temi, tesi, cronache del nostro territorio, stanno per essere messe in rete attraverso l’archivio digitale consultabile di Astigiani che conterrà le oltre tremila pagine finora pubblicate della nostra rivista e si accrescerà di numero in numero anche con il materiale e i contributi extra che non possono essere contenuti sulle pagine di carta.
È un’operazione complessa che attraverso la digitalizzazione di testi e immagini darà vita ad un archivio aperto, una sorta di “Wiki Astigiani” a disposizione di chi lo voglia consultare dal proprio computer e dai tablet e dagli smart phone. Dal nostro sito www.astigiani.it oltre ai sommari dei singoli
numeri di Astigiani, si potranno cercare, leggere e scaricare testi.
Con questa apertura, non intacchiamo il fascino delle pagine stampate su carta e il gusto di sfogliare, leggere e conservare fisicamente la nostra rivista in libreria.
Nello stesso tempo ci apriamo alla consultazione di chi per curiosità o studio voglia fare ricerche, approfondire temi, aggiungere esperienze, testimonianze
e foto alla memoria collettiva di questo nostro territorio che intendiamo non racchiuso in vecchi confini provinciali e amministrativi ma allargato in termini
di orizzonti culturali e paesaggistici alla ricerca della comune tessitura storica.
Colline di antichi mari che ci appartengono e dobbiamo scambievolmente amare, rispettare e vivere.
in copertina
In copertina riproduzione di un dipinto di proprietà della Fondazione “Centro di Studi Alfieriani”, recentemente restaurato dal laboratorio Nicola di Aramengo. In un’iscrizione in stampatello a pennello, si legge: Manifesto dell’Esposizione Generale Italiana in Torino. Sezione II, Asti, Viticoltura-Enologia-
Industrie-Affini. Ricordi Patrio Risorgimento, maggio 1898. Si tratta di un dipinto di ignoto, rettangolare, olio su tela, creato per l’Esposizione Generale Italiana tenutasi a Torino nel 1898, a rappresentanza della Città di Asti. L’opera, interessante per lo stile e per il contenuto rappresenta un personaggio femminile con un abito rosa e vari oggetti: bottiglie di barbera vecchio, uva, pampini, una pompa per verderame ecc. Su una cancellata con targhe sono raffigurati l’Alla di piazza Alfieri e il monumento al Risorgimento di piazza Roma. È tuttora conservato nella direzione del Centro Alfieriano, in Palazzo Alfieri.