giovedì 5 Dicembre, 2024

Astigiani 24 – giugno 2018

Due novità dell’estate

di Sergio Miravalle

Astigiani annuncia l’estate di questo 2018, carico di novità politiche, con il numero 24 del nostro impegno editoriale. Come sempre il giudizio spetta ai lettori. La rivista spazia tra i secoli: dall’Antico Egitto agli Anni Trenta fino alle opere “incompiute” dei giorni nostri. Ai grandi temi si affianca la carrellata storica dei primi 40 anni di Asti Teatro, arricchita dalle testimonianze di chi creò il festival nel 1979 e di chi lo ha vissuto e gestito in questi decenni. Sono poche le rassegne teatrali italiane che hanno raggiunto il traguardo dei 40 anni ed è un primato che non tutti gli astigiani
conoscono e apprezzano. Il nostro Album di famiglia è dedicato al rapporto d’amore tra noi e gli animali. Sono arrivate decine di foto e le abbiamo corredate di disegni di Ilaria Cannella e racconti di Gian Paolo Squassino, il veterinario scrittore.
La rivista, che si presenta con la consueta veste grafica, contiene due novità all’attenzione dei lettori. Una nuova rubrica intitolata L’ultimo brichet (il riferimento è da cogliere ascoltandone l’eco) è affidata all’arguzia di Pippo Bessone, ben conosciuto anche nell’Astigiano come autore e cantante prima dei Tre Lilu e poi nel ruolo profetico di Padre Filip. Filippo gioca a stimolare la memoria affondando nei luoghi comuni di certi comportamenti sociali che visti oggi possono far sorridere.
Cominciamo dal rito dei regali di nozze.
Altra novità è la pagina “L’Illustrazione astigiana” affidata al disegno del giovane Francesco Migliore che ispirandosi ai grandi come Achille Beltrame sulla
Domenica del Corriere di cento anni fa racconterà ogni volta un avvenimento della vita astigiana con lo stile e i colori di quelle straordinarie tavole. Un modo per far entrare nella nostra storia la nostra vita.
Buona lettura e buona estate.

Rabdomanti della cultura

di Piercarlo Grimaldi

Le stagioni astigiane si arricchiscono sempre più di un cogente e riflessivo ritmo culturale. Astigiani da oltre un lustro è entrata via via a far parte del
filo del tempo e dello spazio delle nostre colline. La rivista affronta, come d’abitudine, la piccola grande storia della nostra comunità di destino. Tracce
folkloriche, analisi storiche, oralità e scrittura dialogano in modo armonico e a volte originale per interpretare l’invisibile e pur solida astigianità di un territorio che sempre più sembra presentare una consistente filigrana di coscienza.
Una ricerca di “storia e storie” che, a volte, non è facile da disvelare, perché occorre ricorrere al documento-monumento così come occorre andare alla ricerca delle più labili tracce di un sapere trasmesso di generazione in generazione che va strappato all’agglutinante rete dell’oblio.
In questo numero Astigiani ci porta alla ricerca di saperi, di conoscenze di tempi lunghi e meno lunghi: dalla preziosa e splendida mummia che narra della vocazione astigiana a osservare e comprendere il mondo e i linguaggi delle nostre origini, ai più recenti quarant’anni trascorsi del teatro astigiano. Quarant’anni di gesti e di parole che hanno nutrito e si sono nutriti dell’ospitante cultura della nostra terra.
Un patrimonio che per l’importante ricorrenza non sembra sempre all’altezza della sua storia. La performance e l’originalità teatrale delle origini hanno lasciato lo spazio a una talvolta timida espressività che non sempre sembra essere interprete dell’orizzonte culturale che il nostro paesaggio narra. Eppure, alla fine della fine, è dell’immaginario rappresentato che abbiamo bisogno così come di un più autorevole e consapevole sostegno ideale e sostanziale delle istituzioni pubbliche e private.
Per queste ragioni auguriamo ad Asti Teatro una lunga vita di innovative radici.
La storia delle “sitibonde” colline astigiane che il fascismo delle grandi opere di regime disseta con la realizzazione dell’acquedotto del Monferrato, costituisce una solida riflessione da cui partire anche per osservare che le Langhe risolvono il problema delle assetate colline solo trent’anni dopo, quando un farmacista amministratore come Giacomo Oddero porterà l’acqua delle montagne cuneesi a spasso per le arse colline sorelle. Quello della sete è un tema che troppo presto abbiamo stoltamente dimenticato e su cui occorre vigilare con l’allertata coscienza di una storia recente che è a fondamento della rinascita delle colline del Piemonte meridionale.
Dimenticati per dimenticati, occorre ritrovare le esauste sorgenti, le tracce dei misterici rabdomanti dai solidi nervi che sentono l’acqua e interpretano il
suo scorrere profondo, i pozzi strappati alla resistenza del tufo più duro e più profondo che si vestono di capelvenere.
Un tema di tradizione che è alle tragiche radici dell’assetata letteratura provenzale di Giono e di Pagnol e che stranamente trascorre quasi trascurato nella grande cultura letteraria del Novecento che su queste colline ha espresso una poetica neorealista che si è fatta mondo, pur dimenticando l’indimenticabile.

Quei 10.000 km sulla Topolino verde oliva

Organizzare un viaggio in auto lungo migliaia di chilometri in paesi sconosciuti, il tutto senza l’ausilio di Internet. Oggi sembra un’impresa impossibile, nei primi...

Sul calendario Aprile-maggio-giugno 2018

20 marzo  Scompare a 92 anni don Matteo Scapino, nato nel 1925 a Cisterna. Ordinato dal vescovo Umberto Rossi nel giugno 1948, per quasi mezzo...

Il servizio da due, ode al regalo di nozze che fa...

Chi si è sposato negli anni Cinquanta e almeno fino agli Anni ‘80 o giù di lì, avrà ricevuto sicuramente fra i regali di...

Accadde nel secondo trimestre 2008-1918

2008 13-14 aprile - Si vota per le Provinciali e le Politiche. Maria Teresa Armosino (Pdl) diventa la prima donna Presidente della Provincia battendo al...

La collina di Spoon River – Giugno 2018

Astigiani dedica queste pagine a chi è salito sulla collina della nostra Spoon River. Una manciata di parole. Alla loro memoria

Le radici astigiane del filosofo Mario Perniola

Quelle passeggiate a Viatosto. Gli studi a Torino e la fama internazionale

L’esordio Giornalistico di Piero Ostellino

L’esordio Giornalistico di Piero Ostellino, un debutto in cui si è subito vista la voglia di raccontare tipica del giornalista.

Freschi di stampa

l giorno prima di morire, Alessandro Furlano, Rodi, Genesis Publishing, 2017, 205 pp., 10 euro Alessandro Furlano scrive bene. Questa volta affronta il genere noir...

Il triangolo di Cesare tra Chieri, Torino e Castelnuovo Don Bosco

C’è un triangolo di ricordi e affetti che partendo da Chieri ha gli altri vertici sulle colline di Castelnuovo Don Bosco e sfocia nella...

Un gentiluomo a caccia con stile

Per fare una lepre al civet ci vuole, prima di tutto, una lepre. Con questo lapalissiano incipit Giorgio Conte prende per mano il lettore...

Vermouth di Torino, una grande storia di spezie e happy hour

I profumi delle erbe aromatiche e delle spezie esotiche, i primi manifesti pubblicitari, i cocktail futuristi e il rito dell’happy hour. Il volume offre...

Dove c’era il gerbido ora alberi e un sentiero. Una ode...

Danza e poesia sono i termini che più spesso compaiono nel libro e anche le sensazioni che, leggendo il libro, richiama il cuore. Un...

La “questione della lingua” nelle lettere del canellese Giuliani

Giambattista Giuliani fu un sacerdote dell’Ottocento, nato a Canelli. Uomo di massima istruzione, fu scienziato, filosofo, ma il suo interesse maggiore fu l’opera di...

Gli sposi tra ’800 e ’900: pochi viaggi di nozze, tanti...

Ho letto pochi libri così interessanti, ben costruiti, coinvolgenti, emozionanti. È un libro che si fa leggere, dall’inizio alla fine, non per scoprire come...

Un’ invasione di «baricole», i maggiolini che divorano tutto

Stefano Giuseppe Incisa Giornale d’Asti 1818 Sabato 25 aprile e Venerdi 1 maggio Ordine della Città per consegna dei Bigatti. Per impedire quanto sarà possibile il rubamento...

Se la vedova rimette le piume

I modi di dire che ormai sono entrati nella storia, fanno parte delle tradizioni popolari e non solo da molto tempo.

Il dolce impero delle bustine di zucchero

Pinin Pero, una azienda dolciaria che ha fatto delle bustine di zucchero il suo business conosciuto in tutto il mondo.

Il fascino discreto della bottega

Ai piedi della Torre Rossa, il piccolo alimentari di Massimo Terzuolo celebra l’essenzialità

La panchina dei saggi di Revigliasco

Angelo Boschiero e i suoi amici sono la memoria del paese delle ciliegie

Quel Cascinotto di Canelli anticipa l’Unesco

Domenico Valinotti e il roseto della moglie Daria

Teatro, calcio e solidarietà. Ecco il Crasl

Il Crasl, sintesi tra le iniziali di circolo ricreativo aziendale e, appunto, Asl di Asti con tutti i suoi dipendenti.

1899: al Teatro Alfieri la grande scintilla della scherma astigiana

La scherma è la disciplina sportiva nobile che ha dato il maggior numero di medaglie olimpiche all’Italia, Asti in prima linea.

Mugnaio ucciso al posto di blocco repubblichino

Prospero Petrini, un mugnaio, cadde sotto i colpi del repubblichino Oddone che venne poi condannato per l'uccisione.

Dal Perù ad Asti una colorata storia d’amore

Cinthya Luglio, dal Perù ad Asti con tutto il suo bagaglio di cultura e tradizioni, di cibo e sapori tutti da scoprire.

Il «dente d’oro» di Nizza. Una storia cariata

Vecchie strutture e cantieri fermi, un film dal finale ancora incerto ma già visto tante volte in Italia, tra burocrazia e ritardi.

Lidia Bianco

Quante vite ha vissuto Lidia Bianco? Quella anagrafica inizia a Castagnole Monferrato il 24 giugno 1943, giorno del Corpus Domini. Una zia sistema al balcone...

Fratello cane, sorella gatta e altri amori

L'amore per gli animali, cani, gatti, canarini, cavalli e tanti altri non è mai stato così autentico, senza finzione.

Il professore che ha scavato nella storia di Asti

Venanzio Malfatto con i suoi undici volumi ci guida passo passo nella storia di Asti, un viaggio affascinante.

I 40 anni di storia di Asti Teatro

Sulla gradinata gremita nel cortile del Collegio   La foto che pubblichiamo in questa pagina racconta un’altra epoca: 1979, prima edizione di Asti Teatro. I seicento...

Il Monferrato non fu più “sitibondo”

Una rete di 2250 chilometri per servire 101 Comuni   Aprire un rubinetto e veder sgorgare l’acqua appare oggi una cosa ovvia e semplice. Ma c’è...