Cinthya Luglio è nata in Perù a Cuzco, a poca distanza dal Machu Picchu. Nella leggendaria capitale degli Incas, 3399 metri sul livello del mare, ha mosso i primi passi da architetto, mescolando gli studi con l’estro creativo del fai da te, tra borse in pelle e ceramiche decorate a mano. A pochi esami dalla laurea la voglia di viaggiare ha preso il sopravvento e la lontana discendenza italiana (il nonno era originario di Maratea) le ha sussurrato la meta.
«Volevo migliorare l’inglese negli Stati Uniti – racconta Cinthya – ma dopo l’attacco alle Torri Gemelle l’ingresso in America era più complicato. È stato allora che ho pensato all’Italia, la zia di un’amica si è offerta di ospitarmi a Torino e così sono partita». L’idea iniziale era di trascorrere pochi mesi in Piemonte, giusto il tempo di conoscere un po’ la cultura Italiana. «Invece – prosegue Cinthya – ho deciso di ricominciare il percorso universitario da capo: mi sono iscritta al Politecnico e per mantenermi negli studi ho iniziato a lavorare un po’ come cuoca un po’ come barista. In Perù i fornelli non facevano per me, qui in Italia la cucina mi ha stregato».
E non solo la cucina…
A Torino, insieme a Consuelo, un’amica della facoltà di architettura, Cinthya sviluppa il progetto Vivi re_cycle: accessori per la bicicletta realizzati con le manichette antincendio dismesse dai Vigili del Fuoco. Un materiale impermeabile e a grandissima resistenza trasformato in borse, zainetti e accessori, da portare agevolmente negli spostamenti in bicicletta e a piedi.
«Ci siamo distrutte le mani perché avevamo solo una macchina per cucire i tessuti e quel materiale era davvero duro da lavorare – racconta – ma i prodotti piacevano».
Passano pochi mesi e arriva la borsa di studio Leonardo che finanzia stage all’estero. Cinthya sfreccia tra le strade di Barcellona con la sua bici, pronta per una nuova avventura nello studio internazionale di architettura Miralles Tagliabue: «Per sei mesi – racconta – ho lavorato al progetto che sarebbe stato presentato al concorso internazionale del nuovo polo museale di Guangzhou, un’esperienza meravigliosa ma sapevo che sarei tornata in Italia perché qui mi aspettava Luca». Con Luca – Luca Rampone, consulente del lavoro – Cinthya è diventata astigiana e mamma. Per un annetto ha lavorato da pendolare tra Asti e Torino, poi con l’arrivo di Matilde ha deciso di trasferire l’attività in città, trovando il suo spazio all’interno di GAP coworking, in corso Alfieri.
Cappellini per bimbi con il cotone Pima e le mascotte
Con Matilde e per Matilde sono rinate “vecchie passioni” e nuove idee creative. Utilizzando il cotone peruviano Pima, uno dei più pregiati al mondo, morbidissimo e altamente resistente, Cinthya ha creato una collezione di cappellini “parlanti”. Si ispirano ad animaletti-mascotte che lei stessa ha disegnato con abiti e giochi circensi: il ranocchio sui trampoli, il coniglietto sul velocipide a due ruote, la coniglietta appesa al dirigibile, il pinguino sul monociclo. L’obiettivo è suggerire ai bimbi un messaggio educativo: l’utilizzo di trasporti alternativi all’auto. Il messaggio ecofriendly è anche nella confezione che riutilizza in modo divertente i tubi della carta per i plotter. I primi esemplari erano cuciti a mano da Cinthya poi con il passaparola gli ordini sono aumentati soprattutto da Alba e Torino. Al cappellino e al suo scaldacollo si è aggiunto il sacco nanna “piedini all’aria” che Cinthya ha deciso di far realizzare direttamente in Perù: «se ne occupa un’amica che produce con il cotone Pima una linea di abiti per bimbi, un progetto che sta avendo grande successo anche negli USA».
Il prossimo traguardo è arricchire la linea NENE (bebè in spagnolo) con altri accessori e una collezione di favole dal sapore ecologista. E poi prepararsi alla vendita on-line in collaborazione con qualche piattaforma specializzata in e-commerce.
Un’altra favola vedrà le stampe in autunno. La bella mano di Cinthya ha dato vita alle illustrazioni che accompagnano Le avventure del cagnolino Fiori, un libro di racconti per l’infanzia, opera prima della scrittrice albanese Amazona Hajdaraj, che lavora ad Asti nello studio di Luca. Nel frattempo Cinthya lavora come architetto, collaborando con vari studi e professionisti. Con alcuni amici conosciuti all’università ha realizzato la piattaforma www.danslusine.com: «Lavoriamo a distanza, perché siamo sparsi tra Parigi, Montréal, New York, Ragusa, Asti e Torino. Ci occupiamo di architettura, design, grafica, condividiamo idee, progetti, passioni», spiega. Anche Asti è entrata nel cuore di Cinthya: «Mi piace perché è a misura d’uomo e di famiglia, ha un bellissimo centro storico ed è a due passi dalla campagna. In Piemonte ho scoperto la passione per la cucina e tante ricette, tra le preferite la bagna cauda e il carpione che un po’ ricorda la specialità peruviana escabeche, a base di pollo o pesce e verdure cotte, condite con peperoncino giallo (aji amarillo) e altre erbe e messe sott’aceto. Adoro i plin, la carne di fassona ma soprattutto i formaggi piemontesi, tanti e tutti buonissimi; se tornassi in Perù mi mancherebbero moltissimo». Invece del Perù che cosa ti manca di più? «Oltre a famiglia e amici, la magica città di Cuzco e le feste folcloristiche, tutte colorate e allegre. Un po’ anche la cucina di casa, le zuppe tipiche (chupes), le mille varietà di papateta, il maiz con formaggio che trovi nei mercati (choclo con queso), i frullati giganteschi e la frutta: papaya, mango, granadillas, maracuya. Quella che si trova qui non ha lo stesso sapore».