Insegnante di lettere con la passione per le vicende cittadine
Ci sono nelle librerie pubbliche e private di migliaia di astigiani volumi di grande formato che portano la firma di un solo autore: Venanzio Malfatto. Un nome che per decenni รจ diventato sinonimo di divulgazione storica cittadina. Malfatto era a suo agio nei silenzi ovattati tra libri, vecchie fotografie e documenti e vi passava intere giornate. Chi lo voleva incontrare sapeva dove andare a cercarlo: alla Biblioteca Astense, dove era una presenza quasi costante, oppure in uno degli archivi cittadini, da quello storico del Comune di Asti allโArchivio di Stato, o allโIstituto della Resistenza, o ancora alla Biblioteca del Seminario.
Questo originale โtopo di bibliotecaโ, con grande fiuto per la ricerca iconografica, era nato ad Asti nel 1930; da giovane aveva collaborato con vari periodici locali, poi si era laureato in Pedagogia alla facoltร di Magistero dellโUniversitร di Torino e aveva iniziato la carriera di insegnante di Lettere nelle scuole medie cittadine; lโultima sede in cui aveva svolto la sua attivitร di docente รจ stata la scuola media Brofferio.
Raggiunta lโetร della pensione, aveva potuto finalmente dedicarsi a tempo pieno alla sua piรน autentica passione, la ricerca su vari aspetti di vita, arte, cultura, societร , storia di Asti.

La cittร era al centro del compasso delle sue ricerche e costituiva il grande amore della sua vita condiviso con la moglie Sofia, anche lei insegnante, e con i due figli Maurizio e Claudio; a loro tre sono dedicati tutti i volumi, oltre una decina, usciti dalla sua penna. Scoprire, e far conoscere, tutto ciรฒ che รจ stata Asti, questo era il grande sogno, quasi una missione, di Venanzio Malfatto, il quale ebbe a scrivere: ยซLa vita รจ la sola, anzi โlโunicaโ opportunitร che ci รจ data in tutta lโeternitร . ร, quindi, molto importante per ciascuno di noi approfondire il โsignificatoโ dellโesistenza, precisarne il vero scopo attraverso la ricerca, risolverne i problemi nel migliore dei modiยป.
E cosรฌ, per anni, ogni mattina il professore usciva dalla sua abitazione di via Di Vittorio, nella zona tra via Corridoni e corso XXV Aprile, per andare a compulsare vecchi testi di storia astigiana, o documenti dโepoca che rintracciava in qualche archivio; reperti che catalogava con scrupolo, con lโintenzione prima o poi di farli conoscere tramite qualche volume in cui, per merito suo, la storia recente o passata di Asti avrebbe ripreso vita. Malfatto non si rivolgeva a un pubblico di specialisti, anzi: i suoi lettori ideali erano le persone semplici, quelle che vedendo la fotografia di un antico negozio da tempo scomparso o di un angolo della cittร cancellato dalle nuove costruzioni sapevano riandare ai ricordi della giovinezza, e su quei pochi tratti ricostruivano momenti per loro significativi di esperienze vissute.
Il modo di lavorare di Malfatto รจ presto detto: servendosi del suo fiuto non comune, ma anche di una fittissima rete di conoscenze, lโautore riusciva a far estrarre da cassetti magari non aperti da decenni la foto dโepoca che spesso gli stessi proprietari non sapevano neanche piรน di possedere.

I primi volumi, editi nel 1979, dedicati ai nomi delle vie e delle piazze della cittร
E poi, grazie alla sua paziente opera di indagatore di archivi, affiancava a quella fotografia una data, il nome dei personaggi ritratti, notizie su una vecchia piazza cittadina, una via, un giardinetto, un monumento.
Ecco, le vie e le piazze di Asti. Una tale mole di ricerche doveva sfociare in qualcosa che mettesse a disposizione di tutti il risultato di tanto lavoro. E il primo libro di Malfatto รจ stato proprio Asti nella storia delle sue vie, in due volumi, scritti in collaborazione con Piero Rogna, geometra dipendente comunale nel settore dellโurbanistica, pubblicati per la prima volta nel 1979 (con presentazione dellโallora presidente della Cassa di Risparmio di Asti Giovanni Boano). Il doppio volume fu un successo, a conferma della fame di memoria degli astigiani, e fu ripresentato in una seconda edizione aggiornata e ampliata nel 1990, edita questa volta da Basegrafica di Cuneo. Scrissero allora gli autori nella prefazione alla prima edizione: ยซร accaduto a chi scrive (come, crediamo, a molti altri) di domandare, passando per le vie di Asti, a chi mai potessero riferirsi certi nomi della ricca toponomastica cittadinaยป. A volte, affermarono i due, fraintendendo anche i riferimenti alle persone che hanno dato il nome a quelle vie o a quelle piazze; ad esempio via Arduino, che non corrisponderebbe, come verrebbe da pensare, al nome del feudatario medievale Arduino dโIvrea, ma a quello di un quasi sconosciuto Arduino tipografo astigiano, che avrebbe introdotto la stampa in Asti e pubblicato nel 1479 unโedizione della Bibbia, di cui perรฒ non rimane traccia. Oppure piazza Lugano, che non ha nulla a che vedere con la cittร svizzera, ma ricorda il tenente dei bersaglieri Paolo Lugano, caduto in Etiopia nel 1937.
ยซDi qui รจ sorto il desiderio โ proseguono Malfatto e Rogna โ in un primo tempo tutto personale, di compiere una piรน attenta ricerca sulla base di documenti disponibili, i piรน diversi e disparati, ma in qualche modo utili al nostro scopo. [โฆ] Non pretendiamo, ovviamente, di aver compiuto unโopera professionalmente indiscutibile e completa; ma solo intendiamo proporre argomenti e fornire spunti di informazione che ci sono apparsi interessanti, che altri competenti e cultori potranno forse rettificare e ampliareยป.
I due volumi elencano vie e piazze astigiane in ordine alfabetico: di ciascuna si indica la posizione geografica, la data della deliberazione del Consiglio Comunale che la istituisce, notizie sul personaggio a cui la via รจ dedicata con ampie citazioni storiche e critiche, e una breve bibliografia di approfondimento.
Con la successiva edizione, nel 1990, a distanza di undici anni, i due volumi hanno acquisito una consistenza ben maggiore: le vie da 468 sono diventate 620, perchรฉ la cittร nel frattempo si รจ estesa con nuovi quartieri e nuove strade. E gli autori hanno ancora approfondito la parte riguardante le eventuali denominazioni precedenti delle singole vie, lโetimologia dei vari toponimi, gli influssi dialettali, la biografia dei personaggi a cui le vie sono dedicate e gli avvenimenti storici che stanno alla base dei vari toponimi. Questa nuova edizione, molto piรน ricca di fotografie rispetto alla precedente, si conclude con lโelenco e il ritratto dei sindaci della cittร a partire dal 1830 e dei vescovi a partire dal 1587.
Tre principali filoni di ricerca
Protagonisti Palio e patrimonio fotografico
Questa volta, piรน consapevoli dellโimportanza del loro lavoro, Malfatto e Rogna scrivono: ยซUna bibliografia davvero imponente (centinaia di testi, di giornali locali e riviste), accompagna la stesura di questโopera, che per il rigore storico, la completezza e lโoriginalitร del contenuto, la pongono come una delle piรน significative opere di ricerca localeยป. Dopo il successo di quel primo libro fu piรน facile per Malfatto dare corpo ad altri volumi.
Egli non amava le presentazioni pubbliche dei suoi libri, come invece fanno quasi tutti gli autori; del resto quasi tutta la tiratura andava esaurita in prevendita, perchรฉ i lettori si fidavano di lui, sicuri di trovare nei suoi libri mille nuovi stimoli, mille curiositร legate alla vita astigiana (e, dโaltronde, soltanto quando la prevendita garantiva la copertura delle spese di tipografia, Malfatto mandava in stampa i suoi volumi). Una rigorosa scelta di equilibrio economico-editoriale.

Nel tempo sono seguite una decina di altre opere, con cadenza quasi annuale, che possiamo suddividere in almeno tre filoni: il primo รจ costituito da libri di carattere monografico, come Asti, antiche e nobili casate del 1982, con splendide illustrazioni di Paola Grassi, o Il Palio di Asti, storia, vita e costume, del 1983, ancora una volta con il prezioso appoggio di Piero Rogna, che tuttavia non compare come autore. Il libro sul Palio presenta una curiositร : รจ bilingue, con una traduzione in francese a conferma della potenzialitร storicoturistica del volume. E Malfatto dimostra di cogliere appieno il significato del Palio quando scrive nella prefazione: ยซร la storia stessa della cittร che si snoda sullo sfondo di questa manifestazione, che ha origini prime nel periodo piรน significativo della vita astigiana medievale. A parte il valore agonistico della corsa equestre, elemento di per sรฉ spettacolare e simbolico di un confronto pacifico in un clima di festa e di partecipazione popolare, la manifestazione del Palio astigiano si svolge in un ampio e suggestivo alone evocativo di vicende, di contrasti cittadini e di alleanze, di fasti e di costume a cui la scenografia, sempre estremamente curata, dร un colore di attualitร e insieme di fiabesca leggendaยป.
Anche per il Palio, Malfatto dร prova delle sue qualitร di ricercatore, andando a caccia di notizie sulle antiche edizioni della corsa, per poi dilungarsi sul Palio degli anni Trenta e sulla ripresa a partire dal 1967.
La storia domina anche nellโaltro libro citato, quello sulle antiche casate medievali astigiane, delle quali Malfatto ricostruisce gli stemmi, le dimore nei vari quartieri della cittร , lโappartenenza politica, le principali vicende storiche.
Lโattenzione si sposta sulla storia cittadina allโapparenza minore
Un secondo filone, forse quello capace di destare le maggiori curiositร , รจ rappresentato da volumi quali Vecchia Asti (AGA Il Portichetto, Cuneo, 1980) e Asti racconta (Basegrafica Editrice, Cuneo, 1986). In essi Malfatto sceglie dei temi, dei momenti di vita astigiana e li sviluppa secondo i suoi schemi preferiti, basati ancora una volta sulla ricerca di archivio. Ne deriva una lunga serie di capitoli, tutti molto illustrati, tra cui possiamo scegliere: si va da pagine sulle fabbriche astigiane (Vetreria, Way Assauto, Ferriere Ercole, Morando, Maina, SISA) al formarsi di nuove piazze e vie cittadine, i giardini pubblici, le fontane, lโintroduzione ad Asti della luce elettrica, del gas, del telefono e delle poste; e ancora le caserme (memorabili le fotografie dei bersaglieri allโinterno del Casermone), il Reale Collegio Militare; e poi il Carnevale, le feste patronali, la fiera e i fuochi artificiali di San Secondo, gli ex voto, le Societร di Mutuo Soccorso, alcuni caratteristici negozi, perfino le case di tolleranza.
Raccolta di foto dal primo Novecento agli Anni โ50

Anche qui lasciamo la parola allโautore, che nella premessa ad Asti racconta scrive: ยซSi avverte il gusto di attendere alla ricerca anche di quelle tracce leggere che appartengono a una โstoria minoreโ, in riferimento alla nostra cittร , ricca di immagini, di figure, di giorni piรน o meno lontani che sembrano, e non sono, tramontate. Storia minore che, per un malinteso senso comune, รจ stata spesso trascurata, per illustrare invece la โstoria ufficialeโ, conservata negli annali ufficiali che sono il piรน delle volte pieni di sangue e guerra. Noi preferiamo tracciare qui la storia degli uomini comuni, quella vicenda umile legata allโambiente fisico e umano in cui ciascuno di noi ha vissuto e si รจ formatoยป. E infine eccoci al terzo filone, forse quello che viene ancora oggi sfogliato con maggiore gusto e interesse. Appartiene a questo tipo di pubblicazione il volume Asti. Testimonianze di mezzo secolo (AGA Il Portichetto, Cuneo, 1981), un libro quasi totalmente fotografico che copre gli anni dal 1900 al 1950. Suddivise per decenni, sono le fotografie, prima ancora che le brevi didascalie, a raccontarci una straordinaria sfilata di personaggi, di storie, di botteghe, di attivitร artigianali, di avvenimenti maggiori e minori che hanno caratterizzato la prima metร del Novecento astigiano. Unโideale camminata, dice Malfatto, ยซche lโautore si propone di fare con il lettore, attraverso il tempo, un tempo come si diceva, recente, ma forse poco ricordato [โฆ] una testimonianza di fedeltร e (perchรฉ no?), di amore verso la propria terra e di viva simpatia per i concittadiniยป. Ogni volta che dava alle stampe un nuovo libro, Malfatto soleva ripetere ยซร lโultimoยป, perchรฉ la fatica era evidente, e perchรฉ non voleva sottrarre altro tempo alla famiglia. In realtร , mentre diceva cosรฌ, ogni volta stava giร per mettersi al lavoro per un altro volume, e certamente non si sarebbe interrotto se una lunghissima malattia non lo avesse portato alla morte il 27 maggio del 2007. Oggi, a poco piรน di dieci anni dalla scomparsa, resta nelle case di chi acquistรฒ quei volumi la conferma del valore dellโopera di Malfatto che andrebbe rivalutata, anche alla luce di una revisione critica e di nuove ricerche, ma certamente valorizzata, a testimonianza della grande passione del professore per la sua cittร .














