Continua il viaggio attraverso le “reclam” pubblicate sui giornali astigiani della fine del diciannovesimo secolo. Se nei decenni precedenti l’attenzione era rivolta ai rimedi medicamentosi utili ad affrontare, prevenire o “curare” malanni e dolori, dal 1870 le pubblicità mutano, pur mantenendo una vena salutista. Ne sono un esempio, quelle estrapolate dal giornale locale “Il Cittadino”. Alcuni annunci che ricordavano al lettore il buon sapore ed al contempo l’efficacia curativa del caffè di ghiande (fava dolce di Spagna), “piacevole al palato soprattutto quando lo si mesce con il latte”, ma pur sempre “accreditato dai più distinti medici” come portentoso rimedio per bambini e persone di “fibra debole”. Il punto vendita ufficiale (e forse esclusivo) era la drogheria Terracono di Via Maestra. Anche il “buon” vino Mayer trovò spazio a pagamento sulle pagine dei giornali, “avendo tutte le proprietà e gli effetti del Fernet” ed essendo anche “tonico, vermifugo, febbrifugo ed anticolerico”, da consumarsi come gradevole fine pasto, misto all’acqua o al caffè. Ed ancora il cioccolato, ricco delle suggestioni del vicino Oriente, proposto come medicinale “hydrogenico”, consigliato dai “migliori dottori” per curare la debolezza di stomaco, e disponibile dal Confettiere Michele Florio in Asti. Dal 1866 trovano spazio i primi annunci di trattorie, “provviste di eccellente vino tanto bianco che nero come di squisita cucina”, che offrono un menu fisso e possibilità di pensione.
Nascono intanto, dal 1895, i primi birrifici, che man mano arricchiscono la loro produzione con bevande analcoliche come gazzose, tamarindi, salse pariglie (anche depurative del sangue), da acquistarsi al minuto od all’ingrosso. Tocca poi alle panetterie e pasticcerie affacciarsi alla carta stampata, proponendo i loro “confetti, bomboni finissimi, confetture assortite e cioccolata finissima “(presso Novara Gioanni, in vicolo Anfossi accanto a Piazza Alfieri), ed offrendo al contempo “regali fantasia, enveloppes di lusso, servizi per balli e soireès”. Lo spirito festaiolo dell’epoca si manifesta attraverso le pubblicità di sale da ballo e feste a tema, ovviamente necessitanti della “mise” adatta. Ecco quindi che Gallè Felice, sarto sotto la Galleria Alfieri, nel 1870 “offre ai giovani, in acquisto od affitto, un assortimento completo, cioè vestito e gilè di peruvien nero, pantaloni satino, cravatta di seta e guanti di pelle”. Ed ecco la proposta dei primissimi “viaggi organizzati”, riservati ovviamente ai più ricchi, oppure al crescente popolo degli emigranti, con traversate dell’oceano “da Genova a Montevideo, a Buenos-Ayres”, in 40 giorni a bordo “del vapore costruito pel trasporto passeggeri per tutte le classi divise in 1°, 2° e 3° categoria”. Altre destinazioni Nuova York, California, New Orleans. Era il sogno Americano.