martedì 22 Ottobre, 2024
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Numero 2

Quei giardini mai fioriti

I giardini che ad Asti sono stati progettati dai migliori speciali, ma non sono mai stati realizzati, per rendere più accogliente la cttà nella prospettiva di farla diventare capoluogo di provincia.

Quando la “nera” tornò a far notizia

Dopo vent’anni di quasi totale assenza, la cronaca nera irrompe subito dopo la fine della guerra anche sui giornali astigiani. Ma non andò quasi mai in “apertura”, unica eccezione l’alluvione del ’48, trattata comunque in maniera molto diversa a seconda dei giornali. Un periodo convulso e tumultuoso in cui le battaglie politiche ed il difficile ritorno alla normalità prevalevano, nelle cronache dell ’epoca, sui numerosi fatti di sangue, rapine, frodi annonarie e processi ai criminali fascisti. La testimonanza di luigi garrone, il primo dei cronisti “apprendisti stregoni ” e la non facile vita di chi doveva imparare le nuove regole della libertà di stampa. “Cittadino ”, “gazzetta d’asti ”, “galletto ” e altre nuove e spesso effimere testate di una stagione bella ed irripetibile, il cui “racconto” cambiò radicalmente nel corso degli anni ’50 con l’arrivo di nuovi giornali.

Il cibo simbolico tra festa e quotidianità

La fagiolata di Castiglione tra festa e quotidianità del cibo

La fagiolata di Castiglione

Nella giornata del 2 gennaio, ogni anno, la frazione di Castiglione sulle colline vicine ad Asti, verso Est, elebra la Festa di San Defendente. E’ la prima festa dell’anno nell’Astigiano, dopo la baldoria di San Silvestro. Non è però una festa inventata: all’origine c’è una tradizione che risale al 1200 per questo a Castiglione la definiscono la storica fagiolata. In grandi paioli si fanno bollire i fagioli e i ceci che un tempo si raccoglievano nei giorni precedenti nelle case dell’antico comune . Oggi la tradizione è ancora viva. “Astigiani ” ne racconta la storia e analizza il fenomeno del cibo come elemento di festa popolare tra rito e superamento della fame atavica.

I signori del brindisi

Non fu probabilmente mai scattata una fotografia della cerimonia del 17 dicembre 1932, giorno in cui venne ufficialmente costituito il “consorzio per la tutela dei vini tipici moscato d’asti e asti spumante”. Una trentina di esponenti del mondo enologico piemontese firmarono l’atto con cui nacque il consorzio che ora festaggia gli 80 anni. La prima uscita ufficiale fu a siena. Quel san secondo a cavallo ha continuato a galoppare. Sono cambiati presidenti e strategie per far conoscere in tutto il mondo il vino figlio del moscato, prodotto in 53 comuni, che porta il nome di asti nel mondo.

Il mondo scomparso dei bachi da seta

I “bigàt” stati stati per secoli una fonte importante di reddito che dava lavoro soprattutto alle donne. Un allevamento di origini antiche esteso a tutto il Piemonte dove sono rimaste attive filande della seta fino ai primi Anni Cinquanta. molte attività erano presenti anche nell’astigiano. Erano numerosi i passaggi da seguire, dall’acquisto del seme vivo fino alla formazione nel bozzolo di seta, passando per l’incubazione, la schiusa , l’allevamento e la crescita dei bachi che si nutrivano voracemente dalle foglie di gelso. Oggi sono rimasti soltanto questi antichi alberi lungo i confini dei campi a testimoniare una civiltà scomparsa che ha anche lasciato tracce e memoriee letterarie.

Paolo Conte e il calipso dimenticato

Nella vasta discografia di Paolo Conte c’è un brano che non compare . E’ un motivetto musicato dal cantautore astigiano nella primavera del 1980. E’ dedicato al calcio e alla squadra della Torretta Santa Caterina per celebrare l’ormai sicura promo zione in serie C2. Il 25 maggio 1980 quel “Calipso Torretta” venne diffuso dagli altoparlanti dello stadio prima dell’ultima partita in serie d contro il pontedecimo. Poi venne la fusione con l’asti e quell’inno ironico e divertente fu dimenticato. “Astigiani” ha recuperato una delle poche musicassette ancora esistenti, la foto del momento della registrazione e racconta il clima e il contesto che port ò conte a musicare quel calipso. Per chi quel giorno allo stadio c’era e per I tanti che potranno comun que ascoltarlo oltre trent’anni dopo.

Saranno famosi 2 (o quasi)

Tutti abbiamo nei cassetti di casa fotografie che hanno il profumo speciale del "come eravamo". Le pagine di questo "Album di famiglia" si aprono con volti di bambini, ragazze e giovanotti che hanno poi vissuto e stanno vivendo la loro vita. Alcuni sono diventati famosi, molto famosi, altri lo sono comunque per la gente che li conosce e vive con loro. Volti di una comunità allargata con l'Astigianità a far da comun denominatore.

Carlo Leva

Partendo dal Monferrato per arrivare al fianco di grandi registi cinematografici, Carlo Leva ripercorre la sua vita "da cinema". Scenografo in 155 film, ha mosso i primi passi in un club studentesco genovese con un proiettore dei fratelli Lumière, acquistato dal nonno Carlo. Poi sono arrivati la Rai e Carosello. Grazie al kolossal "Sodoma e Gomorra", ha esordito come aiuto scenografo e ha conosciuto Sergio Leone che lo ha voluto al suo fianco per i film western più celebri: "Per un pugno di dollari", "Il buono, il brutto e il cattivo" e "C’era una volta il west".

A Cerro Tanaro il tenore del Grignolino

Giorgio Carnevale, uno dei protagonisti del vino astigiano nel Dopoguerra