A Livio Musso, uomo di cinema, Asti deve molto per il lavoro tenacissimo che ha fatto e fa per dare il suo giusto posto nella storia della cultura astigiana a Giovanni Pastrone, produttore cinematografico, noto al mondo per il suo “kolossal” Cabiria , del 1914. è uscito l’anno passato, per la casa editrice Lo Spettattore, un suo libro: Vite di sponda, appartenente a un genere raro e curioso: le sceneggiature di film. Sono dieci storie per il cinema, scritte fra il 1975 e il 1987. Ogni genere letterario e filmico è rappresentato, dal romantico all’horror, dallo storico al fantasy.
In molti c’è Asti come sfondo, per esempio proprio nel racconto Vite di sponda, dolente e nebbioso: “Asti del Cinquantuno, nel cuore profondo della provincia piemontese”. Seguiamo anche in una rapidissima storia, appena tratteggiata, con equilibrio e maestria, Vittorio Alfieri, nel suo viaggio da Siena a Londra e ritorno, frenetico e irrequieto, la frenesia e irrequietezza della sua vita (Vita): cavalli, donne, provocazioni, emozioni, sdegni, tumulti del cuore e della mente, “la gioia e la fierezza di sé per un’impresa che sembrava folle da portare a termine e che si è dimostrata eroica nella sua ideazione, realizzazione e conclusione”.