Giuseppe Stefano Incisa
Giornale d’Asti, 1817
Agosto 31
E qui non voglio tacere un aneddoto particolare sul busto dell’Alfieri: per fargli una nicchia nella Biblioteca si servirono del camino medesimo della cucina chiudendolo affatto, lasciandone soltanto lo scavo, ornandolo di architetture in materiale, e pittura, collocandolo sopra una colonna di marmo grigio alta più di due piedi, e nel palazzo di Città per collocarlo si chiuse pure il camino del salone che era dirimpetto alla porta grande, facendogli all’altezza di un trabucco il nicchio prodotto.
Altro aneddoto sul medesimo busto dell’Alfieri si è che passando per Asti un Teatrante Italiano, e desiderandone qualche notizia, ed avendo inteso dove si trovava questo busto, volle vederlo, vedutolo si gettò ginocchioni per terra colle braccia aperte con queste precise parole: ah, caro Alfieri, se sono qualche cosa in questo mondo, lo sono per te: senza te io non sarei un nulla, e alzatosi andò a baciarlo: Parlando poi in particolare del detto Alfieri moltissimi Italiani, anche Sacerdoti, e Vescovi chiamando dell’Alfieri, volevano vedere la sua casa, e perfino la camera dove era nato: tanta era la stima che avevano di questo valente tragico nostro Cittadino, di cui ne resterà perpetua memoria nell’italia, che farà onore anche alla sua e nostra patria.
Nota: Il busto di cui qui si tratta (vedi foto) fu poi rimosso per ragioni politiche durante i moti risorgimentali e si trova attualmente nella Biblioteca Civica “Vittorio Alfieri” (ora Biblioteca consorziale astense fondazione “Giorgio Faletti”)