sabato 27 Luglio, 2024
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1967-2016

Il Palio è schierato in campo

Dal 1967 nove astigiani hanno chiesto licenza di correre
Da un ruolo coreografico, la figura del Capitano è diventata negli anni la massima autorità della piazza, dovendo comminare squalifiche o prendere clamorose decisioni. Esiste solo dal 1930 quando Aldo Massano si rivolse per la prima volta al sindaco con la formula che ancora oggi viene ripetuta. Nel 1967 Giovanni Pasetti fu il capitano della ripresa e dopo di lui altri otto indossarono il costume con il pennacchio. Coppellotti fu il suo successore, al centro di alcune discussioni, prima di Quirico che fu capitano la prima volta che si corse in Piazza Alfieri. Raviola fu il primo effettivamente eletto: la seconda volta lasciò però in extremis il suo posto al giovane Sodano. Se Berzano fu l’unico nella storia a essere Capitano per due corse nello stesso anno, Bagnadentro tentò di rilanciare la festa con un progetto mai attuato. Mario Vespa, in carica fino allo scorso anno, nel 2010 partecipò dopo il grave incidente e nel 2013 esordisce Enzo Clerico.

Un ruolo che in passato non esisteva

Se le prime notizie certe relative alla corsa del Palio di Asti risalgono al 1275, sono differenti le origini della figura del Capitano del Palio. In epoca medievale non esisteva una carica del genere, ma erano quattro “Eletti sovra la Corsa del Palio” (poi “Signori Deputati della Festa”), scelti tra i componenti del Consiglio Comunale, a occuparsi delle questioni organizzative relative alla corsa. Le prime notizie certe sulla loro esistenza risalgono al XV secolo, ma erano probabilmente attivi già in precedenza. Erano presieduti dal “Giudice della Politica” che si occupava della gestione ordinaria della Città e delle questioni di tipo arbitrale e giudiziario eccedenti l’ordinaria amministrazione.

I Capitani Coppellotti, Raviola e Pasetti ritratti insieme

I bozzetti dei costumi del Gruppo del Capitano sono stati disegnati dallo scenografo Eugenio Guglielminetti

Per un giorno è lui a comandare: fiero nel suo costume biancorosso dal pennacchio scarlatto. Il Capitano del Palio rappresenta la massima autorità in campo. Dalla ripresa del 1967 a oggi si sono avvicendati nove astigiani in questo importante ruolo onorario che non prevede gettoni o retribuzione. Per molti anni la carica di Capitano è stata puramente coreografica, ma nelle più recenti edizioni della corsa ha assunto maggiori funzioni di controllo. Da qualche anno è accanto al mossiere durante le fasi delle mosse e ha anche rafforzato il rapporto nei confronti dei Comitati di borghi, rioni e comuni. È lui, nel silenzio della piazza, al termine del corteo, che si rivolge al sindaco per chiedere «licenza di correre il Palio». E dopo averla ottenuta con la tradizionale formula «Andate e che San Secondo vi assista» è il Capitano a guidare il galoppo del suo gruppo, per un simbolico giro di pista, mentre nella piazza risuona l’annuncio «Si corre il Palio!».
Ecco i profili dei nove Capitani dalla ripresa del Palio nel 1967.

1967-1971
Giovanni Pasetti
Il primo anno un costume noleggiato a Roma

Veterinario ed esperto di cavalli. Figura solenne. È il Capitano della ripresa, era già stato Cavaliere nel gruppo del Capitano Massano negli Anni ’30. Fu nominato dal Comune nel 1967, anche per la sua esperienza che mise a disposizione per il ripristino della corsa. Nella prima edizione indossò un costume noleggiato dalla celebre sartoria teatrale Tirelli di Roma. Successivamente vestì quello ancora oggi utilizzato, creato da bozzetti dello scenografo astigiano Eugenio Guglielminetti. Fu affiancato dai Magistrati Romano Coppellotti e dal conte Marco Gazelli di Rossana, sostituito nel 1969 da Bruno Brunetto. All’interno del suo gruppo, Pasetti affidò al figlio Cesare il ruolo di vessillifero. Rimase in carica fino al 1971; divenne poi Rettore della Cattedrale dal 1975 al 1977, anno in cui vinse la corsa. È scomparso il 9 marzo 1992.

Giovanni Pasetti

1972-1978
Romano Coppellotti
Rieletto in polemica con il rione San Secondo

Già Magistrato con Pasetti, il nome di Coppellotti, assistente tecnico all’istituto Giobert, fu proposto e accettato all’unanimità durante il Consiglio del Palio del 21 agosto 1972 come nuovo Capitano. Rimase in carica fino al 1978. Si ricorda che nel 1974 ci fu una polemica del Comitato Palio di San Secondo sulla sua carica. L’allora rettore Pippo Sacco dichiarò al sindaco che il vessillo bianco-rosso non avrebbe presenziato al giuramento che precedeva la corsa, non riconoscendo il ruolo di Capitano a Coppellotti perché non eletto ogni anno secondo il regolamento. Il 9 settembre 1974 fu convocata in extremis una seduta straordinaria del Consiglio per l’elezione: Coppellotti ottenne 23 voti favorevoli con due astensioni. Nelle sue sette edizioni il Capitano Coppellotti fu affiancato sei volte dal Magistrato Mario Quirico, sostituito nel 1978 da Renato Serra. L’altro ruolo da Magistrato rimase nel 1972 al confermato Bruno Brunetto e passò poi a Nando Olivero (1973-1975), Mario Frola (1976-1977) e Luciano Baietto (1978).

Romano Coppellotti

1979-1988
Mario Quirico
Dieci anni e una querelle televisiva

Dopo una lunga gavetta come Magistrato Mario Quirico, notaio con studio a Torino, fu il successore di Romano Coppellotti nel 1979, eletto all’unanimità dal Consiglio il 2 febbraio. Quirico rimase in carica fino al 1988, anno della prima edizione della corsa in piazza Alfieri: con le sue dieci edizioni è tuttora il Capitano con maggior numero di corse condotte. Il primo anno fu affiancato dalla precedente coppia di Magistrati Serra-Baietto. Renato Serra rimase poi fino al termine del mandato di Quirico, stabilendo il record di 11 edizioni; al posto di Baietto arrivò Enrico Pozzi. Quirico nei primi Anni Ottanta fu involontario protagonista di una querelle televisiva. Il registra astigiano Silvio Ciuccetti girò, per conto della Rai, un insolito documentario sul Palio mostrando, tra l’altro, la “giornata del Capitano” e riprendendo le varie fasi della vestizione nella sua casa di campagna di Serra di Vallarone. Ci fu chi contestò quelle riprese giudicando inopportuno far vedere “il Capitano in mutande”. La querelle sfumò nei fermenti della vigilia della corsa.

Mario Quirico

«Signor Sindaco, il Palio è schierato in campo con uomini, cavalli e insegne, e attende gli ordini!»

1989
Paolo Raviola
un solo anno e dimissioni a sorpresa

Il 19 gennaio 1989 si svolse la prima vera elezione di un Capitano del Palio con più candidati: Paolo Raviola, Edoardo Treselli e Bruno Brunetto. Nessuno raggiunse il quorum dei due terzi dei votanti: andarono al ballottaggio Treselli, ufficiale di cavalleria, e Raviola. Quest’ultimo fu eletto con quindici voti su ventiquattro. Il non ancora quarantenne giornalista arrivava dalle file dell’Asta dove si era affermato come solista sbandieratore ed era molto conosciuto negli ambienti del Palio. La sua partecipazione come Capitano fu segnata dalla sfortuna. Durante il corteo storico del 1989, poco dopo la partenza, fu disarcionato in via Caracciolo dall’irrequieta cavalla Neve. Risalito, si fermò in piazza Roma per dolori a un ginocchio e raggiunse piazza Alfieri in ambulanza. Chiese “licenza” all’allora sindaco Giorgio Galvagno, senza poi percorrere il giro di pista al galoppo insieme al suo gruppo. L’anno successivo fu riconfermato durante la votazione del 25 gennaio. Al primo turno elettorale si candidarono anche Paolo Bagnadentro, Mario Lanfranco e Lorenzo Viarengo; il ballottaggio vide contrapposti Raviola e Bagnadentro. Al primo andarono sedici voti, al secondo dieci e una scheda rimase bianca. Per una serie di polemiche, alla vigilia della corsa Paolo Raviola comunicò che non si sarebbe presentato al Palio del 1990. Dopo una notte di dubbi tra i due Magistrati, già in carica dall’anno precedente, fu nominato in extremis Andrea Sodano che rispetto al collega Riccardo Berzano vantava maggiori presenze. L’altro Magistrato fu Marco Fantino e Raviola uscì di scena tra tensioni e sfottò.

Paolo Raviola

«Signor Capitano, vi dò licenza di correre il Palio nell’anno del Signore 2013. Andate e che San Secondo vi assista!»

1990-1995
Andrea Sodano
Il Gruppo del Capitano dal ’94 apre il corteo

Il 22 novembre del 1990, dopo aver sostituito in campo Raviola, Andrea Sodano, ingegnere, fu confermato a 29 anni dall’elezione del Consiglio del Palio, e mantenne la carica fino al 1995. Ebbe nel gruppo del Capitano il Magistrato Riccardo Berzano e dal 1991 fu coadiuvato nelle sue funzioni anche da Mario Vespa. Dall’edizione del 1994 il gruppo del Capitano passò in testa al corteo: in precedenza lo chiudeva. Questa soluzione, ancora attuata, consente al Capitano di giungere prima in piazza per controllare l’arrivo dei cavalli ai box e di presenziare al sorteggio delle batterie. Successivamente il Capitano ritorna poi a cavallo per chiedere “licenza” al sindaco e annunciare la corsa.

Andrea Sodano

1996-2000
Riccardo Berzano
Guidò le due corse nell’anno del Giubileo

Per sei edizioni della corsa, tra cui quella speciale del Giubileo del 2000, il Capitano del Palio fu il veterinario Riccardo Berzano, in precedenza già Magistrato. Fu eletto durante la seduta del Consiglio del 7 marzo 1996 in cui si confrontò con Paolo Bagnadentro e Mario Lanfranco al primo turno, e poi al ballottaggio contro Bagnadentro. Per sancire il passaggio di consegne ricevette lo “scettro” dal suo predecessore Sodano durante una cerimonia che si svolse in piazza San Secondo il 24 marzo, insieme al Giuramento dei Rettori. Alla sua prima partecipazione come Capitano, Berzano si presentò in piazza Alfieri con una frattura a una gamba in seguito all’infortunio subìto poche settimane prima durante la sua partecipazione alla Cerca, la manifestazione a cavallo organizzata dalla Provincia di Asti. Prese parte al corteo storico, ma non poté percorrere il tradizionale giro di pista dopo aver ottenuto licenza dal sindaco (all’epoca Luigi Florio). Nelle sue prime tre edizioni Berzano fu coadiuvato dai Magistrati Mario Vespa e Paolo Bagnadentro. Il primo rimase in carica fino al termine del mandato di Berzano, il secondo fu sostituito da Marco Visconti nel 1999 e nelle due corse del 2000.

Riccardo Berzano

2001-2005
Paolo Bagnadentro
Quella squalifica turbolenta ai 3T

Bagnadentro, Vespa e Visconti, i tre Magistrati che affiancarono Berzano, si candidarono per l’elezione del 20 febbraio 2001 insieme a Massimo Amisano, Francesco Li Causi e Gianstefano Filippone. Vinse l’avvocato Bagnadentro che, dopo essere approdato al ballottaggio contro Mario Vespa (dieci voti ciascuno al primo turno) ottenne al secondo turno tredici voti contro i dodici dell’avversario. Nei suoi cinque Palii da Capitano, Bagnadentro fu sempre affiancato dai Magistrati Roberto Briccarello e Giovanni Balbo, quest’ultimo prematuramente scomparso a pochi giorni dalla corsa del 2007. Il mandato di Bagnadentro fu segnato dalla squalifica comminata nel 2003 a Tanaro Trincere Torrazzo, primo all’arrivo, per l’infrazione commessa dal fantino Martin Ballesteros, reo di aver trattenuto per le briglie il cavallo di San Secondo. La vittoria andò quindi a Santa Caterina, arrivato secondo. L’ira dei sostenitori di Tanaro si manifestò con una protesta nei confronti di Bagnadentro che si svolse sotto la sua abitazione in piazza Cattedrale la sera stessa della corsa. Conseguenza furono le sue dimissioni, poi rientrate, presentate all’indomani dallo stesso Capitano. Altro elemento che contraddistinse l’incarico di Bagnadentro fu la redazione del progetto “Il Palio che vorremmo”, scritto e presentato nel maggio 2005 con il suo intero gruppo. L’anno successivo, nella seduta del Consiglio del 30 gennaio, Bagnadentro non ottenne però la riconferma: dodici furono i voti in suo favore, dodici i contrari e due le schede bianche. Non si trattò di una vera e propria bocciatura, ma come tale venne intesa, probabilmente a causa dallo scarso gradimento ottenuto nei confronti del suo progetto di rilancio, da troppi considerato eccessivamente innovativo.

Paolo Bagnadentro

2006-2012
Mario Vespa
La commossa ovazione del 2010

Lunedì 13 marzo 2006 Mario Vespa, promotore finanziario, coronò il suo sogno da bambino, ispirato dalla figura di Pasetti. Al primo turno si confrontò con Aldo Gai e Danilo Rasero e al ballottaggio con quest’ultimo. Diciassette voti contro i sei di Rasero affidarono a Vespa la guida della corsa. In carica per sette edizioni del Palio, Vespa fu sempre affiancato dal Magistrato Claudio Gamba; per i primi tre anni l’altro costume fu indossato da Gianni Scoglia e nei successivi quattro da Massimo Amisano. Vespa si presentò tenacemente al Palio 2010, a poco più di due mesi dal tragico incidente d’auto in cui persero la vita i figlioletti Enrico e Ilaria, ed egli stesso subì l’amputazione del braccio destro. Accompagnato dagli applausi per tutto il percorso del corteo, fu accolto sulla pista di piazza Alfieri da un’ovazione, ma non partecipò al giro al galoppo. Riprese questa usanza l’anno successivo. La sua esperienza di Capitano si è conclusa con il Palio 2012 dopo aver espresso la volontà di non più ricandidarsi.

Mario Vespa

2013-2015
Enzo Clerico
Un ottico per guardare al futuro

Ottico con un passato da cavallante e precedenti nel mondo del Palio come Cavaliere con Sodano e Berzano, Enzo Clerico è diventato Capitano il 5 marzo di quest’anno. Al primo turno si è confrontato con Claudio Gamba, Luca Mogliotti e Marco Visconti; al ballottaggio ha preceduto quest’ultimo per quattordici voti contro undici. Al Palio del 2013, all’esordio come Capitano, è affiancato dai nuovi Magistrati Fabio Carosso e Michele Gandolfo.

Enzo Clerico

2016
Michele Gandolfo
Il suo “no” al fantino fece notizia

Dopo tre anni come Magistrato nel Gruppo del suo predecessore Clerico, e esperienze come cavaliere, Gandolfo è uno dei più giovani Capitani del Palio (eletto a 30 anni, battuto da Andrea Sodano che ne aveva 29). Massofisioterapista e preparatore atletico, è stato eletto con un quasi plebiscito: 21 voti a favore contro i 2 del suo contendente Silvio Basso. Nel luglio 2021 ha fatto notizia il suo intervento per bloccare la partecipazione del fantino Jonatan Bartoletti (squalificato per 10 anni nel 2013 dopo l’incidente al canapo in cui morì alla partenza il cavallo Mamuthones) ingaggiato dal Comune di Montechiaro con l’avvallo del sindaco di Asti Rasero. Palio che, come quello del 2020, non si è disputato causa Covid.

Michele Gandolfo

Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2022

Le schede

Al Capitano del Palio spetta il comando della manifestazione, secondo le disposizioni previste negli articoli del presente Regolamento, per l’intera durata della stessa e cioè dall’inizio delle prove ufficiali sino alla premiazione.
Il Capitano del Palio, al fine di assicurare l’indispensabile imparzialità del suo operato, per tutta la durata dell’incarico, non potrà fare parte di Comitati Palio o Enti, associazioni e altri organismi a essi collegati.

Oltre alle specifiche funzioni previste per il Capitano del Palio nei singoli capitoli del presente Regolamento, il Capitano è tenuto a:

  • presenziare a tutte le sedute del Consiglio del Palio;
  • presenziare a tutte le manifestazioni collaterali al Palio, organizzate dal Comune di Asti e/o dal Consiglio del Palio;
  • intrattenere rapporti periodici con i Comitati del Palio;
  • può altresì presiedere il Consiglio del Palio in assenza del Presidente e dell’Assessore/Consigliere delegato al Palio, previa delega da parte dello stesso.
    In caso di impedimento il Capitano viene sostituito nelle sue funzioni dal Magistrato più anziano nella carica.

 

L’AUTORE DELL’ARTICOLO

Alessandro Sacco

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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