Astigiani 7 – marzo 2014
È la storia, bellezza
di Sergio Miravalle
Eccoci alla settima tappa del viaggio editoriale di Astigiani. Il menù spazia dalle ere geologiche all’ultimo Novecento. Raccontiamo la curiosa teoria del Tanaro che a ben misurare è più lungo del Po, anche grazie a una “cattura” che ne fece cambiare il corso centomila anni fa. E poi ecco un viaggio nella propaganda fascista con ciò che ancora rimane dei “graffiti del Duce”. E che dire della rivoluzione delle “pizzerie” che hanno cambiato il nostro modo di mangiare da mezzo secolo a questa parte.
È degli Anni ’60 un’altra “rivoluzione” nel costume: ecco i primi capelloni del Club Abramo, chi erano e come venivano raccontati. Infine facciamo rispuntare dalle cineteche un film girato ad Asti nel 1980, il mai dimenticato Spaghetti a mezzanotte che affiancò a Lino Banfi e Barbara Bouchet decine di comparse astigiane. C’è anche una curiosa coda giudiziaria che la dice lunga su come andavano (e vanno?) le cose in certi ambienti. Da non perdere le rubriche e l’Album di famiglia dedicato questa volta a una memoria che molti di noi hanno ancora in tasca: la patente vecchia maniera, quella con foglietto rosa, bolli e rinnovi. Divertitevi a scoprire volti e nomi da pagina 60.
Questo numero di Astigiani ha anche una rubrica nuova e speciale: la collina di Spoon River: una “manciata di parole” dedicate a chi non è più tra noi (a pagina 117). Infine una considerazione. Una rivista di storia e storie come Astigiani non deve avere l’assillo di seguire fatti di cronaca. Ma è la storia a farsi largo e a essere sempre prepotentemente fra noi. Piove e crolla un castello. È successo a Frinco dove un’ala del maniero abbandonato da anni e finito in un buco nero di fallimenti, è precipitata sulle case.
Per fortuna non ci sono stati morti e ora si discute su chi deve pagare per togliere le macerie. Indecente. Astigiani se ne occuperà nel prossimo numero. Si scava sotto il palazzo del Collegio per far spazio alla biblioteca e spunta una vasca per la calce d’epoca romana a conferma che la Asti sotterranea, ancora in gran parte da scoprire, potrebbe dare sorprese esaltanti. È la storia, bellezza. La nostra storia. Ci hanno dato anche un Oscar.
Vediamo di meritarcelo.