Il Cittadino del 23 marzo 1946 registra una breve nota di cronaca: «La bimba Anna Maria De Alexandris, di Renzo, di anni 3, residente in piazza I° Maggio, come già abbiamo pubblicato, stava trastullandosi nella propria abitazione, quando, avvicinatasi ad una grossa bacinella di acqua bollente, vi cadeva dentro, producendosi ustioni di 1° e 2° grado alla schiena e alle gambe. Prontamente trasportata all’ospedale, malgrado le cure, la piccola veniva a morte dopo poco tempo». In seguito, sulla Gazzetta d’Asti: «I coinquilini della famiglia De Alexandris, a mezzo del signor Ernesto Galimberti, per onorare la memoria della piccola Anna, hanno offerto ai bambini dell’Educatorio Infantile Lina Borgo la somma di Lire Mille (29 marzo 1946)».
Renzo De Alexandris, cultore d’arte e appassionato custode di tradizioni locali, attorniato dai famigliari e dai numerosi amici, rielabora nell’operosità quotidiana il dolore per la tragica scomparsa della primogenita Anna (14 marzo 1943-19 marzo 1946).
Aderendo alla Società Promotrice Belle Arti di Asti (1963), organizza una personale alla Galleria “Il Timone”, presentato da Luigi Baudoin (1976), iniziando a raccogliere su tele scorci, architetture, sequenze di vita della città che, dal secondo dopoguerra, assume nuova configurazione urbanistica, cancellando tracce nel centro storico, nell’inarrestabile speculazione edilizia. Il pennello di Renzo De Alexandris con silenziosa costanza ricostruisce, a ritroso, la storia visiva di Asti e l’oblio del suo passato, i monumenti dimenticati, le strade, i colori delle feste patronali, le botteghe artigianali e i giochi d’infanzia, tra le due guerre.
Alcune mostre antologiche ne raccolgono le testimonianze memoriali (“Asti come ti ricordo”, Palazzo della Provincia, 1988; Sala d’Arte Comunale, Palazzo Mazzetti, 1994; mostra postuma, Palazzo Mazzola, 2009). Anche l’immagine dolente della sepoltura della primogenita Anna riemerge così, nella mente di Renzo De Alexandris negli anni Novanta, quando ormai il tempo ha prosciugato la lacerante separazione. Nella limpida luce del mattino, il corteo lento delle fanciulle dell’oratorio e delle piccole compagne accompagna il candido feretro, tra chierici recitanti e leste suorine. Il cadenzato scalpiccìo dei cavalli, ammantati per le esequie, supera appena la Rotonda del Battistero di San Pietro, costeggiando l’Asilo Regina Margherita di via Bocca. Il dolore pare vaporare nella delicata scelta delle gamme tonali degli abiti, nel lindore dei grembiuli, nel tocco puro delle corolle, auspicio di un riposo eterno sereno, fatto più lieve anche dall’annuncio di primavera. È l’ultimo abbraccio pittorico del padre alla sua bimba. Esposto la prima volta nel 1997, il dipinto è custodito dagli eredi fino all’autunno 2013, quando molti astigiani ne riscoprono l’emozionante suggestione nella rassegna “Anni Cinquanta”, ordinata presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti, alle cui collezioni il dipinto è stato donato da Rita De Alexandris, in accordo con la famiglia, «in occasione del centenario della nascita del padre, per il valore biografico e per contribuire a conservare il ricordo della sorella maggiore mai conosciuta», ma idealmente sempre presente nella famiglia De Alexandris.