Astigiani 4 – maggio 2013
La nostra scommessa e “La Rinascita”
di Sergio Miravalle
È il quarto numero di Astigiani. Arriviamo alla conclusione del primo anno di questa scommessa editoriale, giocata sull’idea che si possa scrivere e raccontare la storia, piccola e grande, di una città e della sua terra e ci siano lettori che queste storie le vogliono leggere, per il gusto di ricordare, scoprire, analizzare, emozionarsi. Dopo quattro numeri il nostro trimestrale vive grazie all’entusiasmo e alla voglia di fare di collaboratori e soci di Astigiani.
Il crescente numero di abbonati e l’interesse per la nostra rivista dimostrano che la scommessa si sta vincendo. Non è facile in questi tempi.
Ora dobbiamo consolidarci: le idee e le proposte non mancano, siamo aperti a confronti e iniziative. La nostra sede è ai Portici Rossi in corso Alfieri 195.
Questo numero è in gran parte dedicato al tema della “Rinascita”: il quarto di secolo che dalla fine della guerra nel 1945 arriva fino al1970. Abbiamo chiesto agli astigiani di “aprire i cassetti” della loro memorie. Ne è uscito un album di famiglia straordinario, legato al mondo del lavoro e alla voglia di ripartire di quegli anni.
Una lezione per l’oggi. In questi mesi Asti ospiterà una mostra voluta da Comune e Fondazione Cassa sul tema della Rinascita.
Astigiani ha collaborato come media partner e declina quel periodo sotto vari punti di vista e su piani diversi. Li scoprirete.
Buona lettura.
Facciamo ripassare la banda
di Giorgio Conte Presidente dell’associazione Astigiani
Vivevo a caso così quando il mio amor mi chiamò: «La banda arriva, è già qui e canta cose d’amor!»
La mia gente allor diede l’addio al dolor, quando la banda passò, cantando cose d’amor
E l’uomo serio che contava il denaro si fermò, il fanfarone contaballe anche lui si fermò l’innamorata che contava le stelle si fermò per vedere, far passare la banda e la ragazza che viveva delusa sorrise la rosa triste che restava ancor chiusa sbocciò e alla rinfusa ogni bimbo arrivò, quando la banda passò cantando cose d’amor Il vecchio prese coraggio, le scale salì e sul terrazzo qualche passo di danza accennò una bruttina si affacciò alla veranda e sognò che la banda suonasse per lei
Poi la marcetta, incalzando, le strade inondò, la luna piena che restava nascosta spuntò e tutta quanta la città si addobbò, quando la banda passò cantando cose d’amor
Ma poi l’incanto finì, tanta dolcezza svanì, tutto tornò come prima, quando la banda sparì
(Traduzione letterale della canzone A banda di Chico Buarque de Hollanda)
«Bambini, correte sul balcone… venite a vedere… c’è la banda…» Mi sembra ancora di sentirla, la voce di mia madre, la domenica mattina, quando la Banda militare della “Cremona” inondava corso Alfieri e corso Dante di suoni allegri, facendo venire voglia di scendere in strada per andarle dietro…
Oggi, mi chiedo: va beh, la banda militare non c’è più, ma la banda “Città di Asti” c’è ancora… e ci sono molti altri gruppi musicali, perché non farli suonare, per le strade, la domenica mattina? e magari il pomeriggio potrebbero esibirsi ai giardini o meglio ancora in piazza Alfieri liberata finalmente e per sempre dalle auto e diventata un giardino per gli astigiani. La banda mette allegria… ne abbiamo bisogno.
Ti aspettiamo Domenico
Anche la nostra testata Astigiani esce con il fiocchetto giallo simbolo dell’attesa.
Anche noi aspettiamo Domenico Quirico, il giornalista de La Stampa inviato in Siria, e del quale si sono persi i contatti da oltre quaranta giorni. Questo numero avrebbe dovuto ospitare un suo pezzo su Pietro Badoglio. Un inedito. Lo avevamo concordato, discusso e annunciato. Domenico ama la storia e la sa raccontare come pochi, con passione, dovizia di particolari, gusto.
Da astigiano ha accolto con piacere l’invito a scrivere per la nostra rivista. Lo aspettiamo, con la sua famiglia, per riabbracciare un amico e poter continuare a leggerlo.