Menico e Carolina, il nipote Umberto vicecommissario della provincia di Asti sono i protagonisti umani di questo godibilissimo piccolo giallo paesano. E Tartan, il cane della vecchia coppia: neppure lui è bello e somiglia più a un mocio da pavimenti usato che a un cane; e poi un vecchio Ape Piaggio a tre ruote 150 di cilindrata chiamato Pet Pet e un computer nella casa di Menico e Carolina, usato da Carolina sotto le precise indicazioni di Menico, afflitto da semicecità. Carolina, invece, ha perso l’uso di una gamba; così, usando gli occhi di lei e le gambe di lui, e il computer, e Pet Pet e il cane e l’intelligenza contadina la vecchia coppia aiuta il giovane nipote, in incognito, a risolvere un brutto delitto avvenuto dalle loro parti: l’uccisione di due anziane in una casa di riposo. Tutto avviene fra Asti e la casa in Monferrato di Menico e Carolina, affacciata sulla valle del Tanaro, «infuocata alla sera dalla luce purpurea che sembrava debordare dal crinale della catena del Monviso».
La trama è abbastanza fragile, ma la voglia di leggere fino in fondo per vedere la soluzione c’è; più divertente forse però è il piacere di seguire la vecchia coppia ben affiatata che sull’Ape e con il cane nel cassone percorre tutte le curve e gli sterrati di campagna, compie anche qualche atto imprudente e quasi da codice penale con allegra disinvoltura. Uno degli autori, Alessandro Borio, è astigiano purosangue e a lui si deve la capacità di descrivere le diverse anime del paesaggio monferrino: le vigne che danno uva dolcissima, le vigne abbandonate che hanno ancora voglia di vivere, il gerbido e la vita di un paese come tanti. Il libro, riposante, senza la truculenza e i continui colpi di scena di altri libri di genere, ha un lento e continuo movimento e decisamente la vocazione di una pellicola cinematografica.
Alessandro Borio e Mattia Rascher, Quei due sulla collina, Ciesse edizioni, 2012 Euro 18,20