domenica 9 Novembre, 2025
HomeIl trovarobeIl calamaio e la stilografica prima della rivoluzione delle Bic
Il trovarobe

Il calamaio e la stilografica prima della rivoluzione delle Bic

La scelta del pennino e della penna e il rito della carta assorbente

Il fatidico set – carta, penna e calamaio – accompagnò la scrittura degli astigiani (e di tutti) fino alla fine degli anni Cinquanta del Novecento. Era questione piuttosto elaborata, lo scrivere, per gli scolari e non solo (anche i documenti ufficiali e gli atti notarili erano ancora redatti tutti a mano).

I bambini delle prime classi dovevano imparare il gesto dell’attingere inchiostro dalla boccetta di vetro, seguito dal colpetto di pugno per scaricarne l’eccesso e il passaggio del pennino sulla carta assorbente. Si insegnava ai più grandi la bella calligrafia. Nei banchi di scuola, fino a pochissimi anni fa, era ancora evidente questo passato scolastico: un foro nella parte destra in alto dei banchi verdi foderati di fòrmica testimoniava la scomparsa presenza del calamaio: la boccetta in vetro trasparente che racchiudeva con un tappo a vite l’inchiostro di colore nero o blu che ogni mattina il bidello, facendo il giro delle aule, controllava e ricolmava.

La penna era solitamente di legno di colore nero, in pendant con il grembiule per i maschi (quello delle bambine era bianco, con fiocconi blu o rosa e colletto rigido bianco). C’erano però anche penne di altri colori, striate o a tinta unita.

Su tutte si inseriva il pennino. Nelle cartolerie si potevano acquistare le penne e gli altri articoli di cancelleria. C’erano appositi astucci che consentivano di schierare tutto l’occorrente. In pochi giorni di scuola perdevano però il loro ordine originale, perdendo pezzi e coprendosi di macchie. In grandi cassetti si poteva scegliere tra le tante varietà di pennini in metallo, dorati o bruniti. Il pennino, di forme e spessori diversi, aveva una punta incisa in verticale a coda di rondine unita: così le punte di fatto diventavano due e, a seconda della pressione esercitata, potevano comporre tratti diversi.

Con l’usura o l’eccessiva e maldestra pressione, i pennini si potevano accavallare o spuntare e dovevano essere sostituiti. Il loro acquisto era frequente, con cinque lire se ne potevano avere quattro o cinque. La carta assorbente bianca o colorata: serviva per asciugare sia il pennino che le pagine appena impregnate di inchiostro, dando la possibilità al foglio di asciugarsi e quindi di voltar pagina.

La prima fase di cambiamento nello strumento di scrittura anche scolastico si ebbe con il passaggio dal pennino alla penna stilografica che aveva in pancia un serbatoio di inchiostro.

Le penne stilografiche potevano essere alimentate da cartucce di inchiostro oppure tramite uno stantuffo a siringa incorporato, con il quale si attingeva dal calamaio. La più popolare era la Pelikan, piccola e bombata, di colore verde e nero.

A dare una svolta decisiva fu la Bic, introdotta dal barone italo-francese Bich ma precedentemente inventata e brevettata alla fine della guerra in Argentina dall’ungherese László József Bíró (da cui il nome). La penna a biro fu una rivoluzione di praticità all’inizio osteggiata da molti maestri.

Non doveva più essere immersa nell’inchiostro, non macchiava la carta, non sporcava gli indumenti, le mani e neppure i vicini di banco. Ma la sua cannuccia di plastica trasparente, mangiucchiata in punta, divenne subito un’ideale cerbottana per le palline di carta e stimolò vibranti battaglie di classe. Ma questa è un’altra storia.

L’AUTORE DELL’ARTICOLO

Pier Ottavio Daniele

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Penso in dialetto Non mi sento balengo

I dialetti vanno sparendo, li si parla molto meno e soprattutto i giovani hanno più facilità con l’inglese che con la lingua dei padri. Ma...

Sul calendario gennaio-febbraio-marzo 2020

18 gennaio Un aereo ultraleggero precipita e si schianta in piazza Carlo Alberto a Moncalvo. Muore il pilota Lino Frigo, 71 anni, ferroviere in pensione....

Accadde nel primo trimestre 2010-1920

2010 21 marzo - In seguito alle proteste degli animalisti, la Giostra del Pitu di Tonco si svolge per la prima volta con un fantoccio...

Fontanafredda la stanza del bambù e uno storico direttore

Chiedo scusa, anzitutto, se per inoltrare questa lettera ad Astigiani utilizzo l’arcaico mezzo postale anziché la moderna e-mail o altre diavolerie in voga. Venendo all’argomento...

La collina di Spoon River – Marzo 2020

Cinzia Margarino 29 ottobre 1958 – 2 giugno 2019 Insegnante Ho sempre insegnato Lettere ai miei alunni con amore e passione; mi soffermavo sui più bisognosi di...

Carta e inchiostro danno vita alla poesia del Petrarca

Il prossimo 30 marzo compirà 542 anni: il più antico tra i volumi a stampa posseduti dalla Biblioteca Astense. È un’edizione de Il canzoniere...

Giocare è una cosa seria, lo sa chi riesce a restar bambino

Il volume I giochi della vita è l’ultimo frutto di un lavoro durato più lustri sul ritrovato archivio folklorico dello studioso braidese di cultura popolare...

Vescovi di Asti: una storia di 15 secoli

L’imponente studio di don Alfredo Bianco sui Vescovi astigiani fu pubblicato postumo nel 1965, pochi mesi dopo la sua scomparsa. Questa nuova edizione riscopre una...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE