giovedì 21 Novembre, 2024

Astigiani 1 – settembre 2012

Eccoci

di Sergio Miravalle

Questo editoriale è di circa 600 battute. Come quattro messaggi di Twitter. Guardiamo avanti riscoprendo la nostra storia senza facili nostalgie. Siamo convinti che “Conoscere il passato aiuta a vivere il presente e farà intuire il futuro”. Un gruppo aperto di astigiani di buona volontà crede nel progetto culturale ed editoriale che ha fatto nascere “Astigiani”, questa rivista. Ci siamo costituiti il 10 luglio, nelle sale di Casa Alfieri, in quel cantiere che non vorremmo incompiuto. Una sede simbolo. Alfieri è stato definito un “risvegliatore”. Noi abbiamo scelto il galletto astigiano per ridestare la terra e la città che amiamo.

Ma AT… che targa è?

di Giorgio Conte presidente Associazione Astigiani

C’era una volta un bambino che andava in vacanza al mare: ben due mesi di soggiorno estivo… due mesi son lunghi, ma era proprio necessario portarsi dietro mezza casa? Sta di fatto che qualche giorno prima della partenza, la mamma consegnava alle Ferrovie dello Stato due enormi bauli di color verde scuro, dotati di grosse serrature dorate. D’altra parte l’automobile, una vecchia “Lancia Artena 1900” targata AT 799, proprio non ce l’avrebbe fatta a contenere, oltre a noi passeggeri e altre suppellettili, anche il contenuto di quei bauli.

“AT” il bambino guardava quella targa e già si immaginava,una volta raggiunta la Liguria, crocchi di curiosi a chiedersi: “AT? sarà la targa di Atene? o di Atlanta o di Atalanta?” come azzardava chi si intendeva di calcio. Finalmente a destinazione, dopo quattro ore di viaggio periglioso e interminabile, lungo la Camionale, a soffrire la lentezza e il fumo del tubo di scappamento di puzzolentissimi camion, impossibili da superare. Finalmente in spiaggia, sotto l’ombrellone “Attento che ti scotti!!!”.

Bianco come un verme, taciturno, carponi dietro alle sdraio, a scavar buche nella sabbia. “Guarda là, c’è un bimbo come te…vai a dirgli ciao, fate amicizia”. Si mosse per primo l’altro bimbo, probabilmente su analogo incitamento dell’altra mamma. Arrivò zampettando nella sabbia rovente, due mostrine bianche di crema Nivea sulle spallucce. Si mostrò subito disinvolto e intraprendente: “Ciao, come ti chiami? di dove sei?”. Insistette: “Allora, di dove sei? Io sono di Milano e tu da dove vieni?”.

Ecco la fatal domanda cui seguì la  solita, imbarazzata risposta: “Io sono di… Asti” “Asti?” “…vicino a Torino…” “Asti? dov’è Asti?”. “Te l’ho detto, vicino a Torino… mai sentito parlare dell’Asti Spumante? di Vittorio Alfieri quello del vollisemprevolli?” Il discorso cadde, e le mani a scavar buche nella sabbia, diventarono comunque quattro. Ne è passata di acqua sotto i ponti e chi l’avrebbe mai detto che quel bambino, che si vergognava un po’ di dire che era di Asti, sarebbe diventato presidente della Associazione culturale “ASTIGIANI” che pubblica ora questa rivista?

Mussolini concede la Provincia ma spegne il Palio

Il 1935 è un anno importante per la vita astigiana. Dopo un lungo e tormentato iter quell’anno, a marzo, viene conferito alla città il titolo di capoluogo di provincia e si crea il nuovo ente ritagliato sulla carta amministrativa del Piemonte tra le province di Alessandria e Torino, senza intaccare i confini di quella di Cuneo, forte del veto di Casa Savoia “La Granda non si tocca” . Da Castelnuovo Don Bosco a Serole, Asti ha così la sua Provincia che, i più fantasiosi indicarono a forma di grappolo d’uva.

Diario di una “piccola italiana”

La guida del nostro viaggio è una bambina, nata nel 1923. Si chiama Emilia. I “documenti” che abbiamo fra le mani sono i suoi quaderni dalle pagine ingiallite, ma dalla grafia ordinata e ancora nitida, tracciata con il pennino intinto nell’inchiostro del calamaio di un’aula dai soffitti alti e dai banchi di legno.

Gli astigiani alle urne

Gli astigiani tornano alle urne per le prime elezioni libere del Dopoguerra il 24 marzo del 1946. Le ferite del confitto sono ancora aperte, ma c è la sorpresa di ritrovare il gusto della democrazia. Devono eleggere il nuovo Consiglio comunale, dopo gli anni dei Podestà e della Corporazioni voluti dal regime fascista. Per la prima volta sono chiamate al voto anche le donne.

La vita sulle nostre colline

Del paesaggio astigiano dei tempi più remoti sappiamo ben poco per la scarsa presenza di rinvenimenti archeologici; soltanto nel territorio dell’attuale Castello d’Annone infatti sono state ritrovate significative attestazioni di insediamenti umani che, a partire dal Neolitico medio, perdurano in maniera ininterrotta fino al medioevo.

Al Congresso di Vienna

Un diplomatico di nobile famiglia piemontese e un botanico ligure si ritrovano al Congresso di Vienna del 1814-15. Non si conoscono e rappresentano interessi diversi. Nella capitale asburgica le potenze della Vecchia Europa vogliono ridisegnare la carta geopolitica del continente, dopo la bufera delle Rivoluzione Francese e di Napoleone.

Quei tesori nascosti nelle acque del Tanaro

I geologi lo sanno: il corso di un fiume non è mai uguale a se stesso, si modifica, sposta il proprio alveo, si trasforma. Un lavorìo durante il quale il fiume non trascina con sé soltanto rocce, sabbia e terra, ma anche tutto ciò che l’uomo ha lasciato alla portata delle sue acque. E quanto più la civiltà si affaccia sulle sponde, tanto più è cospicuo il “bottino” delle correnti. A volte il caso o la curiosità o la tenacia scientifica degli uomini fanno sì che il fiume restituisca ciò che ha preso e custodito.

Saranno famosi (o quasi)

Tutti abbiamo nei cassetti di casa fotografie che hanno il profumo speciale del "come eravamo". Le pagine di questo "Album di famiglia" si aprono con volti di bambini, ragazze e giovanotti che hanno poi vissuto e stanno vivendo la loro vita. Alcuni sono diventati famosi, molto famosi, altri lo sono comunque per la gente che li conosce e vive con loro. Volti di una comunità allargata con l'Astigianità a far da comun denominatore.

Michele Serra

Tra poco meno di quattro mesi compirà 84 anni, di cui quasi settanta vissuti con rara intensità sportiva. Michele Serra non aveva ancora sedici anni e già cominciava ad interessarsi di sport. Michele Serra ha passato, insieme alla moglie Carla, le vacanze estive nell’accogliente Fertè di Valmanera, gestito – manco a dirlo – da un irriducibile appassionato di motocross come Gippy Crosetti ed è qui che ci ha “confessato di aver vissuto”.

Alice 2.0, la ragazza con l’iPad

La Alice si guadagna da vivere stando seduta davanti ad un computer, ma come fa?, dice un po’ stupita nonna Irma, nata e cresciuta a Tonco. Lei, Alice, nel biglietto da vista rigorosamente digitale, si definisce una “creative thinker” che crea, realizza e diffonde strategie di comunicazione sui new media. Mestiere di un futuro che è già presente.

Soroptimist, da 30 anni un Palio d’autore

Il Soroptimist International Club di Asti da tre decenni dedica al corteo del Palio astigiano un premio “alla miglior presenza” tra i rioni, borghi e Comuni sfilanti. L'intuizione delle socie fondatrici Renza Rosso ed Ilda Gambino, già sensibili alla rinascita della manifestazione storica nel 1967, è divenuta reale riconoscimento, sotto la presidenza di Augusta Mazzarolli, con il primo bando di concorso “Pergamena d'Autore”.

Lo scienziato russo nato per caso ad Asti

Nella primavera del 1872 un diplomatico russo stava viaggiando, probabilmente in treno,  che ormai aveva pressoché sostituito le carrozze, quando alla stazione di Asti dovette scendere perché la moglie, ormai al termine della gravidanza, fu colta dalle doglie. La coppia trasportata dalla carrozza dell’Albergo Centrale Reale di piazza Alfieri che abitualmente faceva la spola con la stazione ferroviaria, si sistemò in hotel, dove di lì a poco, l’elegante signora partorì un figlio.

Il matrimonio astigiano di De Sica

Sabato 10 aprile 1937, nella chiesa San Pietro di Asti, il parroco Emilio Cavallotti unisce in matrimonio la star del cinema Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano (dalla natale città di Sora) De Sica, 36 anni, e l’affermata attrice brillante Giuditta Rissone, che di anni ne ha 42. I due attori recitano insieme da tempo, condividendo successi e fiaschi, difficoltà economiche e improvvise fortune, in un sodalizio professionale e sentimentale che sfocerà nelle nozze astigiane.

Multato per avere fatto ballare gli Astigiani in tempo di guerra

C’è un documento testimone di un “grave reato” commesso nel 1943 da Michele “Nino” Virano - che oggi ha 89 anni - ed è tra i più conosciuti, versatili e simpatici musicisti astigiani. È un decreto penale datato 17 luglio di quell’anno dal Pretore Mandamentale di Asti, in nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele Re d’Italia, d’Albania e Imperatore d’Etiopia.

Pittori allo specchio

Prima dell’inaugurazione del rinato Museo del Risorgimento nello scorso maggio 2012, molti astigiani non attribuivano rilievo alla personalità del pittore Paolo Arri (Asti 1868- 1939), autore del ciclo dei ritratti “Grandi Italiani del Risorgimento” commissionati dal mecenate conte Leonetto Ottolenghi, in occasione dell’allestimento del “Salone del Risorgimento” per l’Esposizione Astigiana del 1898, nell’ambito delle celebrazioni per il Cinquantenario dello Statuto Albertino.

I tigli in Corso Dante e le scimmie scandalose

Ill.mo Signor Direttore, corre insistente la voce che l’Amministrazione comunale di Asti si appresti a far abbattere i magnifici tigli di Corso Dante. Con ciò scomparirebbe una delle ultime alberate della nostra città. Sarebbe, questa, una voce da non prendere sul serio tanto essa appare assurda, se fatti del genere di quello temuto non fossero già avvenuti in questi ultimi anni.

Da Torino ad Asti e ritorno a 15 chilometri all’ora

La radio non ancora nata e la televisione sarebbe arrivata non prima di una sessantina d’anni, eppure le notizie si diffondevano con una velocità decisamente superiore a quella delle neonate automobili e dei “bicicletti”, le progenitrici delle motociclette. Fu dunque relativamente breve il tempo che impiegò ad arrivare a Torino la notizia che alla fine del Luglio 1894, era stata organizzata in Francia, da Parigi a Rouen (80 km.), quella che viene considerata la prima gara automobilistica al mondo.

Contro la calvizie una pomata al grasso d’orso

L’avventura della pubblicità sulla carta stampa nel mondo astigiano ebbe inizio nel 1861. Il “Cittadino” riservò un piccolo spazio a fine giornale alla farmacia Caratti per propagandare il “Balsamo per piaghe sifilitiche o cancerogene, composto dalla signora Piccinino Elisabetta, infallibile per guarire in 15 gg …”. Era nata la réclame alla francese che ben presto in piemontese divenne reclam con la “e” pronunciata ben aperta.

La trippa in umido del Vecchio Salera

Era inconfondibile l’ingresso del “Vecchio Salera”. Meta del pranzo domenicale delle famiglie-bene astigiane, era anche uno status-symbol per coloro che, dopo anni di privazioni, erano animati da quel desiderio di rivalsa e di abbondanza che iniziava a percorrere gli ultimi scorci degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta: un’aspirazione all’affermazione sociale che passava, tra l’altro, attraverso la frequentazione delle buone tavole.

La vendemmia a Passerano del bambino Carlo Fruttero

Adesso che riposa a Castiglion della Pescaia, noi astigiani che abbiamo amato il torinese Carlo Fruttero, autore con Franco Lucentini di pagine inconfondibili del vivere piemontese, ci teniamo stretta quella piccola terra monferrina che lo scrittore frequentò nella sua versatile esistenza.

Un astigiano tra Mazzini e Garibaldi

Negro Vittorio fu Secondo avvocato di anni 52 statura alta corporatura regolare capelli neri barba nera colorito naturale. Era amico personale di Mazzini e ne segue ora la dottrina. Molto accorto e anche insinuante. Così viene descritto l’avvocato Negro, nato a Valleandona nel 1825, in una comunicazione della sottoprefettura di Asti alla Prefettura di Alessandria sulle persone “pericolose” (1877) e conservata all’Archivio di Stato di Alessandria.

La drogheria delle meraviglie

Sono pochi, pochissimi a sapere a che cosa serve il “gesso morto di Bologna”. E hanno tutti più di 80 anni. Ecco la risposta: veniva usato, un tempo, per strigliare i buoi e rendere il loro manto più bianco prima di portarli in fiera. Occorre invece essere un ballerino di teatro o uno scalatore di alberi della cuccagna per conoscere la pece greca utilizzata per non scivolare. Forse però non basta essere un astigiano per sapere che li vende una piccola bottega nel cuore del Monferrato. È una “Premiata drogheria”.

Sei proprio un “maramau”

Questa parola indica in astigiano una persona poco affidabile, infida. L’origine è antica e deriva da Fabrizio Maramaldo, capitano di ventura originario di Napoli. Nel 1530, dopo la battaglia di Gavinana, uccise a sangue freddo il capitano del Popolo di Firenze Francesco Ferrucci, già ferito, che morendo gli urlò: “Vile, tu uccidi un uomo morto!”. Da allora maramaldeggiare significa prendersela cinicamente con chi non può difendersi.

Quando si andava a letto con il “prete”

El preve (il prete) o el frò (il frate), erano chiamati così gli scaldaletto in legno a forma di doppio arco, che con il calore della brace hanno dato tepore alle gelide lenzuola degli astigiani. Introdotto sin dal diciottesimo secolo nelle nostre campagne, lo incontriamo fino agli Anni Sessanta, quando venne soppiantata dalle più comode borse in gomma per l’acqua calda.