Astigiani 1 – settembre 2012
Eccoci
di Sergio Miravalle
Questo editoriale è di circa 600 battute. Come quattro messaggi di Twitter. Guardiamo avanti riscoprendo la nostra storia senza facili nostalgie. Siamo convinti che “Conoscere il passato aiuta a vivere il presente e farà intuire il futuro”. Un gruppo aperto di astigiani di buona volontà crede nel progetto culturale ed editoriale che ha fatto nascere “Astigiani”, questa rivista. Ci siamo costituiti il 10 luglio, nelle sale di Casa Alfieri, in quel cantiere che non vorremmo incompiuto. Una sede simbolo. Alfieri è stato definito un “risvegliatore”. Noi abbiamo scelto il galletto astigiano per ridestare la terra e la città che amiamo.
Ma AT… che targa è?
di Giorgio Conte presidente Associazione Astigiani
C’era una volta un bambino che andava in vacanza al mare: ben due mesi di soggiorno estivo… due mesi son lunghi, ma era proprio necessario portarsi dietro mezza casa? Sta di fatto che qualche giorno prima della partenza, la mamma consegnava alle Ferrovie dello Stato due enormi bauli di color verde scuro, dotati di grosse serrature dorate. D’altra parte l’automobile, una vecchia “Lancia Artena 1900” targata AT 799, proprio non ce l’avrebbe fatta a contenere, oltre a noi passeggeri e altre suppellettili, anche il contenuto di quei bauli.
“AT” il bambino guardava quella targa e già si immaginava,una volta raggiunta la Liguria, crocchi di curiosi a chiedersi: “AT? sarà la targa di Atene? o di Atlanta o di Atalanta?” come azzardava chi si intendeva di calcio. Finalmente a destinazione, dopo quattro ore di viaggio periglioso e interminabile, lungo la Camionale, a soffrire la lentezza e il fumo del tubo di scappamento di puzzolentissimi camion, impossibili da superare. Finalmente in spiaggia, sotto l’ombrellone “Attento che ti scotti!!!”.
Bianco come un verme, taciturno, carponi dietro alle sdraio, a scavar buche nella sabbia. “Guarda là, c’è un bimbo come te…vai a dirgli ciao, fate amicizia”. Si mosse per primo l’altro bimbo, probabilmente su analogo incitamento dell’altra mamma. Arrivò zampettando nella sabbia rovente, due mostrine bianche di crema Nivea sulle spallucce. Si mostrò subito disinvolto e intraprendente: “Ciao, come ti chiami? di dove sei?”. Insistette: “Allora, di dove sei? Io sono di Milano e tu da dove vieni?”.
Ecco la fatal domanda cui seguì la solita, imbarazzata risposta: “Io sono di… Asti” “Asti?” “…vicino a Torino…” “Asti? dov’è Asti?”. “Te l’ho detto, vicino a Torino… mai sentito parlare dell’Asti Spumante? di Vittorio Alfieri quello del vollisemprevolli?” Il discorso cadde, e le mani a scavar buche nella sabbia, diventarono comunque quattro. Ne è passata di acqua sotto i ponti e chi l’avrebbe mai detto che quel bambino, che si vergognava un po’ di dire che era di Asti, sarebbe diventato presidente della Associazione culturale “ASTIGIANI” che pubblica ora questa rivista?