La Alice si guadagna da vivere stando seduta davanti ad un computer, ma come fa?, dice un po’ stupita nonna Irma, nata e cresciuta a Tonco.
Lei, Alice, nel biglietto da vista rigorosamente digitale, si definisce una “creative thinker” che crea, realizza e diffonde strategie di comunicazione sui new media. Mestiere di un futuro che è già presente.
Classe 1984, Alice Avallone, astigianissima, da un paio d’anni raccoglie premi internazionali con la stessa tenacia con cui da piccola collezionava punte colorate di matite. All’epoca frequentava la prima elementare alla “Baracca” e quella sua “strana” passione divenne così rapidamente contagiosa. “Tutti quelli della mia classe iniziarono a collezionare anche loro punte di matita” racconta Alice. “La regola era che dovevano spezzarsi naturalmente, non valevano le matite nere mentre le punte bianche erano le più rare e dunque preziose. Dalle matite al web. Un po’ per scherzo, un po’ per gioco, è nato dalla sua creatività www.nuok.it. Nuok significa New York come lo pronuncerebbe un bambino, è l’impronta tremolante sullo scanner dell’immigration lasciata da una ragazza “di provincia” che sbarca per la prima volta nella Grande Mela dei telefilm, dei taxi gialli e delle Torri Gemelle viste crollare in diretta tv.
Alice arriva in America il 5 agosto 2009. “Dovevo stare a New York dieci giorni, invece complice l’incontro con un ragazzo e un lavoro, ho deciso di trasferirmi. Inizialmente il blog Nuok raccoglieva la mia New York, che cosa vivevo, che cosa assaggiavo, che cosa provavo. Con il passare dei mesi, ho coinvolto altri creativi italiani: scrittori, giornalisti, illustratori, fotografi. Tutti con lo stesso entusiasmo nel condividere il proprio mondo.
Tantissimi hanno iniziato a scriverci da tutte le parti del mondo, offrendosi di collaborare, di raccontare altre città, altri tesori nascosti agli occhi dei turisti, altre perle conosciute solo agli insiders. È nata così l’idea e insieme l’esigenza di aprire un network”.
Sono arrivate così le corrispondenze intime e divertenti da Chioto, Sanfransisco, Peris, Pizburg, Borlin, “il racconto di un’altra Italia fuori dai confini geografici”. Ora che la moda di Nuok è stata lanciata e premiata, per Alice è venuto il momento di tornare casa. “Sarà per la nostalgia della carne cruda tagliata al coltello, che non si trova così come la voglio nemmeno da Eataly sulla Quinta strada. O per gli agnolotti d’asino che mangiavo da bambina”. Sarà per la finestra di casa che s’affaccia su piazza Alfieri “con Vittorio lì sul piedistallo, i tetti rossi, il via vai del mercato, il tramonto sulle colline”. Sarà perché anche a New York, dopo un po’ che ci vivi “scopri le stesse file alle Poste, stessi pettegolezzi da quartiere, stessi problemi con la neve d’inverno, stessi mercatini dell’antiquariato la domenica”. Sarà perché Alice ama profondamente Asti. “Mi ha dato tanto. Penso alle persone che hanno segnato la mia crescita umana e professionale: Donatella Gnetti che mi affidò la sezione giovane di Passepartout, Laurana Lajolo che mi ha coinvolto in Culture Giovani, il fotografo Franco Rabino, i miei insegnanti di liceo Andrea Amerio e Gianfranco Ruscalla. “Se non fossi nata in provincia, forse non avrei mai avuto la spinta sufficiente per uscire fuori, trovare la mia strada e poi tornare” annota con tocco pavesiano. A questa ventottenne talentuosa non mancano le idee per fare di Asti una città 2.0, ovvero aperta alle nuove forme di comunicazione. Il sogno è creare una guida interattiva che mostri i tesori nascosti di Asti (“prima di tutto agli astigiani, che fanno a gara a lamentarsi di ciò che al città non ha…”). Si è ripromessa di stare ad Asti per un po’ di tempo, intanto “la ragazza con l’iPad” non smette di dialogare con tutto il mondo dal salotto di casa. Al posto delle valigie fa viaggiare le idee, costruisce progetti come faceva la bambina con i Lego. Il segreto? Amare il lavoro tanto da considerarlo un gioco appassionante. Come collezionare punte di matite colorate.