Sabato 10 aprile 1937, nella chiesa San Pietro di Asti, il parroco Emilio Cavallotti unisce in matrimonio la star del cinema Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano (dalla natale città di Sora) De Sica, 36 anni, e l’affermata attrice brillante Giuditta Rissone, che di anni ne ha 42. I due attori recitano insieme da tempo, condividendo successi e fiaschi, difficoltà economiche e improvvise fortune, in un sodalizio professionale e sentimentale che sfocerà nelle nozze astigiane, volutamente moderate e sobrie, con un corteo di cinque persone, il parroco e i testimoni e l’attore Umberto Melnati per la sposa e il commediografo Luigi Chiarelli per lo sposo, cui seguì una colazione e l’immediato ritorno a Torino dei neo coniugi, impegnati in una tournée teatrale all’Alfieri.
La notizia fu divulgata a posteriori da un giornale specializzato: “Fiori d’arancio in Cinelandia. E così si sono sposati, e vivranno felici e contenti. La notizia, per quanto tenuta nascosta e data soltanto all’ultimo momento, è naturalmente trapelata. Ma gli sposi che avevano deciso davvero di fare un matrimonio il più modesto e segreto possibile (davvero, non come le famigerate coppie americane…) sono riusciti nel loro intento”. Le foto della cerimonia sono di Lucio Ridenti, noto critico teatrale e direttore di Dramma. Giuditta possedeva spiccate doti comiche e un sorriso pieno e contagioso, e si vede.
Al suo fianco il regista padre del neorealismo è un giovane alto e magro che pure, agli inizi della carriera, era specializzato in parti di vecchietto. Il gossip vuole che Giuditta, quando lo vide senza trucco di scena ne fu meravigliata, poiché lo credeva “anziano anche nella vita”.
Un anno dopo le nozze nasce Emiliana, che confiderà: “Quando mia madre incontrò Vittorio, lei non amava affatto il teatro, non aveva il sacro fuoco, per lui invece quella era la sua vita. Papà la adorava, la chiamava mia divina”. Giuditta, nata a Genova nel 1895, figlia del piemontese Vittorio Rissone e di Luigia Cavatore, sorella di Checco Rissone, esordì giovanissima in teatro con Lyda Borelli, divenne “prima attrice” nel 1927, nella compagnia di Sergio Tofano. Intensa la sua filmografia, con registi De Sica, Blasetti, Soldati e molti altri. Nel 1962 Federico Fellini la chiamò a interpretare la madre di Guido Marcello Mastroianni, in 8½.