mercoledì 9 Ottobre, 2024
HomeCosi per sportUmberto Micco, il profeta monferrino dell’hockey su prato
Così per Sport

Umberto Micco, il profeta monferrino dell’hockey su prato

Da Boston a Moncalvo, via Helsinki, per giocare con “bastone e pallina”

Imprevedibili quanto indecifrabili sono sovente i percorsi che presiedono alla creazione di storie, tradizioni, comportamenti, miti. Emblematico, a questo proposito, quello che portò settant’anni or sono a Moncalvo lo sconosciuto, all’epoca, hockey su prato. Non è infatti fuori luogo chiedersi come sia stato possibile che, a Moncalvo, quattromila abitanti mal contati nella “città più piccola d’Italia”, da sempre famosa per i ristoranti, le carni “piemontesi”, i tartufi e, sul versante sportivo, i tradizionali tamburello e pallone elastico, sia nato, cresciuto, morto e risorto l’hockey su prato. La soluzione del mistero, se così vogliamo considerarlo, è presto trovata e ha un nome, quello del dottor Umberto Micco. Un personaggio che, fedele ai princìpi fondanti della disciplina, considerata sport “da veri gentiluomini” per caratteristiche morali e comportamentali, ma soprattutto per doti proprie, è stato un grande “signore di sport e di vita”. Lo è stato in campo, dove giocò fino a età piuttosto avanzata, e fuori di esso, come medico, Presidente del Panathlon Club Asti e del Comitato Provinciale del Coni e sindaco della sua “città” nella seconda metà degli Anni ’70.

Umberto Micco con la maglia della Nazionale italiana nell’anno della partecipazione alle Olimpiadi del 1952

 

Ma torniamo all’imprevedibilità delle umane cose. Davvero curioso è il percorso che ha caratterizzato la vita di Micco: si comincia da Boston dove il nostro nasce nel 1916, figlio di Pio e Palmina, entrambi di origine monferrina. Pio abita negli Stati Uniti perché di mestiere fa il barman sulle grandi navi (lo fece anche sul mitico transatlantico Rex) ma poi, quando si stanno addensando le nubi della guerra, torna in Italia con la famiglia. Non in Piemonte però, ma a Genova, dove ha lavoro e conoscenti. Ed è proprio a Genova, culla per l’Italia del calcio e anche del quasi neonato hockey su prato, che il giovane Micco, in quegli anni iscritto alla Facoltà di Medicina, si appassiona a questo “strano” gioco – bastone e pallina – di antiche origini ma solo da un secolo codificato dai “soliti” inglesi. Ben presto diventa fortissimo tanto da vincere, con il Guf Genova, quattro campionati italiani (’38, ’40, ’41 e ’42). La guerra interrompe questa magnifica striscia e Umberto, ufficiale medico, in Garfagnana conosce nel 1944 Annamaria che sposerà a conflitto concluso. Il matrimonio non ferma però la sua voglia di hockey. Continua a giocare, tanto da totalizzare tredici convocazioni in Nazionale, culminate con la partecipazione alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952, in cui l’Italia fu eliminata dalla Francia nei quarti di finale. Intanto, aggiudicandosi la condotta medica di Moncalvo, torna nella terra degli avi, chiudendo così il lungo e tortuoso percorso Monferrato-Boston-Genova-Monferrato, ma aprendo al tempo stesso l’era, tuttora in corso, dell’hockey su prato non solo a Moncalvo, ma in Piemonte. Fu infatti proprio Micco a portare, nel 1946, quel gioco nella nostra regione, ben prima che trovasse piccole e altre gloriose patrie a Bra e Torino.

Fonda in quegli anni, insieme a un gruppo di amici, l’Unione Sportiva Moncalvo che giocherà, in compartecipazione con la squadra di calcio, sul campo di strada Casale da cui fu sfrattata a metà degli Anni ’50 per far posto alla Cantina Sociale. La squadra si sciolse, ma il seme non fu disperso. Mentre Micco veniva chiamato nel 1970, per le sue riconosciute doti di sportivo e dirigente, a succedere a Leonardo Cendola alla guida del Coni astigiano, proseguendo e completando l’opera del suo predecessore tesa a dotare Asti di impianti sportivi al passo con i tempi (è di quegli anni l’apertura della piscina di via Gerbi), il “dottore” stava infatti lavorando per far diventare realtà una specie di sogno impossibile: il “villaggio dello sport” della Valletta a Moncalvo. Palestra, campi di calcio e di tennis, piscina e, guarda caso, un terreno per giocare a hockey. È così che nell’anno memorabile 1974, insieme all’inaugurazione della Valletta, nasce la Moncalvese hockey delle “furie rosse” che ancora oggi gioca su quel campo nel suo incancellabile ricordo. 

1971, nelle vesti di Presidente del Panathlon Club Asti, Micco premia il mezzofondista astigiano Mario Valpreda, durante la serata che celebrava il titolo europeo sui 1500 metri di Franco Arese (tra i due).

La scheda

 

 

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Freschi di stampa

I giorni del mondo, Guido Artom, Morcelliana, Brescia, 2019, pp. 308, 21 euro È tornato sul mercato editoriale il volume di Guido Artom I giorni...

Interrogativi su Dio, un ritratto intellettuale di PDB

Conosciuto come il Rabbi di Asti, Paolo De Benedetti è stato poeta, editore, biblista, docente, traduttore e teologo tra i protagonisti del dialogo ebraico-cristiano. Un...

La Cattedrale, un racconto per immagini celebra il capolavoro gotico

Un ponderoso volume, riccamente illustrato con un apparato fotografico di grande qualità, cartine e disegni, racchiude e racconta la storia della chiesa di Santa...

Crocevia tra pianura, Alpi e mare. Se il luogo fa la fortuna di una...

Una ricostruzione delle vicende cittadine e del territorio tra tardo Antico Medioevo e prima Età Moderna. L’Autore analizza la centralità di Asti rispetto alle vie...

Harrie e Paul, un amore per caso sulle note di un concerto

Ogni capitolo ha il titolo di una canzone e il nome di chi la suona. Un grandissimo concerto. Questo è il fil rouge del nuovo...

Quella cottura lenta e sapiente sui vecchi putagé

Prima dell’avvento dei termosifoni e del più recente affermarsi delle stufe a pellet o di altri tipi di riscaldamento, nelle cucine delle case, soprattutto...

La scuola di tiro di Carletto Ilengo, una fucina di campioni

Il tiro a volo (o al piattello) è una delle specialità olimpiche più antiche – già presente a Parigi 1900 sia pure come disciplina...

Cari mariti attenti al sole d’aprile

Capita ormai raramente di ascoltare conversazioni in lingua piemontese e ancora meno nella parlata astigiana. Nelle scuole dove si insegna agli allievi giustamente la...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE