La EQSG fondata da Arnaldo Malfatto, un sognatore nei panni di Marco Polo
Con il termine gadget si identificano oggetti che, a scopo pubblicitario, attirano l’attenzione con il loro aspetto curioso, colorato, insolito. Eccoli dunque: berretti, valigie, astucci, ombrelli e poi ancora cancelleria, articoli per la casa e il tempo libero, tecnologia, giocattoli, pelouche e molto altro. Tutti nati e pensati nei laboratori della EQSG, l’azienda dei fratelli Fabio e Paola Malfatto, che si trova ad Asti in frazione Sessant, lungo la strada per Chivasso.
L’azienda si occupa di ideazione, importazione ed esportazione in tutto il mondo di articoli promozionali. Qui si progettano e si fanno i prototipi dei gadget di ogni tipologia merceologica. La filosofia aziendale è creare “idee che si possono realizzare”. Ecco allora l’attività di consulenza, la progettazione, l’affidamento della produzione in Italia e all’estero (con certificazioni di qualità, controlli costanti della produzione e garanzia di esclusione del lavoro minorile) per una gamma talmente vasta di articoli per aziende editoriali e grandi catene distributive che gli “archivi” aziendali occupano oggi due show room per una superficie complessiva di 700 metri quadri.
I clienti dell’azienda appartengono al settore dei viaggi (Alitalia, Alpitur, Costa Crociere), a quello del food (Balocco, Eataly, Ferrero, San Carlo, Zaini), moda e bellezza (Luxottica, Diesel, Clarins), giochi per bambini (Mattel, Disney) e tanta editoria, soprattutto quella periodica e quella che vende a fascicoli (Class, De Agostini, Edizioni Piemme, Feltrinelli, Hachette, Panini, Sperling&Kupfer, Mondadori, Centauria).
La storia di EQSG (acronimo di Equipe Service Group) è soprattutto quella della famiglia Malfatto. Di Arnaldo in primis e dei due figli che dal 1995 hanno rilevato l’azienda. «Volevo fare il maestro – racconta Arnaldo Malfatto – io che leggo tanti libri: ne ho letti 75 solo nel 2018. Dall’inizio del 2019 sono già a una dozzina. Li siglo tutti, a pagina 41 che è il mio anno di nascita e li catalogo con ordine. Invece mia madre volle che mi iscrivessi a ragioneria. Mi avevano anche assunto alla Cassa di Risparmio di Asti, ma il primo giorno di lavoro ho capito in cosa consisteva la vita d’ufficio e sono scappato».
No, Arnaldo non era nato per fare l’impiegato o il cassiere. Un’astrologa una volta studiò le sue stelle e lo definì un uomo sempre a caccia di cose mirabolanti. Per quanto ci abbia provato, Arnaldo ha capito ben presto che non era nato neanche per lavorare con il padre, grossista di frutta e verdura a Nizza Monferrato e poi concessionario dell’allora monopolio delle banane ad Asti. Appena possibile, nel 1967, ha preso moglie e figli piccoli e si è trasferito da Nizza ad Asti; tre anni più tardi lavorava come rappresentante e vendeva fotocopiatrici. Però dalle parole di papà Vittorio un consiglio importante lo aveva tratto: «Al lavoro non dare eccessiva importanza. Fallo e basta».
Gli inizi con la cartoleria SIFE in via Fontana

Molti in città ricordano la sua prima attività in proprio: la SIFE, una cartoleria in via Fontana. L’acronimo scelto era altisonante e la diceva lunga sulla visione del proprietario: “Società Italiana Forniture Enti”. Qui Arnaldo lavorò fianco a fianco con la moglie Luciana per otto anni, fino al 1979. Vendevano anche piccoli gadget, come le prime mini calcolatrici tascabili, e i coniugi Malfatto si accorsero che molti oggetti
portavano ormai la dicitura “Made in Hong Kong” oppure “Made in China”.
In quei 70 metri quadri iniziarono ad abbozzarsi dei progetti imprenditoriali che di lì a poco avrebbero preso vita. «Compravo tutti i giorni Il Giornale di Montanelli – racconta ancora Arnaldo Malfatto. Una mattina non lo trovai in edicola e acquistai Il Corriere della Sera che non leggevo mai. A volte, il caso: ci trovai un annuncio diretto agli imprenditori per l’organizzazione di un viaggio a Hong Kong e Taiwan. La decisione di partire fu immediata. Era il 1980, a casa tutti si chiesero se fossi impazzito».
Il suo primo viaggio in Asia nel 1980. Ne sono seguiti altri 112

La Cina stava lentamente aprendosi agli affari con gli occidentali, ma le differenze politiche e culturali tra i due mondi erano ancora enormi. Arnaldo Malfatto era pronto a vestire i panni di Marco Polo alla scoperta dell’Oriente.
«Quello fu il primo dei 112 viaggi in Cina della mia vita – annota Arnaldo. Il mio lavoro era quello di cercare la fabbrica più adatta e proporla ai miei clienti, creando i contatti. Ero un broker, compravo in Cina e vendevo in Italia. All’inizio non conoscevo una parola d’inglese. Lo imparai nei miei viaggi. Oltre all’inglese ho dovuto imparare in fretta tutti i trucchi del mestiere. Per esempio, i cinesi che devono fare affari con te per prima cosa controllano in quale albergo alloggi: deve essere un cinque stelle. Per questo, aiutato man mano dalle mie conoscenze in loco, ho sempre cercato dei cinque stelle a prezzi
accessibili, magari un po’ distanti dalle fiere che visitavo. Bastava alzarsi presto,
salire sul pullman con la colazione, nella borsa magari portare anche il pranzo per
non perdere un minuto delle trattative.
Mai avuto problemi con fornitori o clienti: l’unica volta che ebbi una delusione non fu
da parte di un cinese, ma di una signora di Trieste». Nel 1978 Arnaldo Malfatto con Piero Chiesa aveva aperto la CMM, azienda che distribuiva fotocopiatrici. Undici anni più tardi, quando i due soci e amici presero strade differenti, l’azienda consolidò la proprietà in mano a Chiesa diventando l’attuale Makhymo con sede in strada Valmanera.
Due anni dopo quel suo primo viaggio in Cina, nel 1982, Malfatto ha fondato la Equipe Service, azienda di import-export dall’Asia, diventata poi EQSG. Il mondo del gadget è praticamente infinito e si alimenta continuamente di nuove idee. Sempre sul campo, “en la calle” come dice lui, Arnaldo Malfatto ha imparato anche lo spagnolo: «Tra il ’95 e il ’96 passai due anni in Costarica dove, dopo aver venduto dei pelati napoletani, per
un errore imprenditoriale pensai di aprire una creperia. Facevo crêpes suzettes e pastasciutta per la gente del luogo; l’esperienza non fu però molto positiva.

Rientrai in Italia dove fondai la SIMEX, azienda che ho ceduto ai miei collaboratori nel 2012». Dopo innumerevoli conoscenze, viaggi in 58 nazioni e affari in tutto il mondo,
Arnaldo Malfatto una mattina di ottobre del 1995 chiamò nel suo ufficio i due figli per comunicare che avrebbe ceduto a loro le quote dell’azienda e si sarebbe ritirato.
«Di quel giorno ricordo ogni cosa – dice Paola Malfatto, che dal padre ha ereditato lo smisurato amore per la Cina – anche come eravamo vestiti. Pensavo fosse uno scherzo, un espediente per sollecitarci e responsabilizzare me e mio fratello.
Eravamo giovanissimi, io avevo appena vent’anni, ero solo la sua assistente: sbrigavo qualche commissione in posta o in banca, facevo quello che chiedeva mio padre e la notte dormivo serena, senza pensieri e responsabilità, perché a decidere tutto era papà. Fabio era un agente. Comunque dal giorno successivo mio padre non si è più presentato al lavoro, ci ha lasciati liberi di prendere le nostre decisioni autonomamente, salvo consigliarci per il meglio ogni volta che abbiamo chiesto il suo parere».
A Fabio e Paola, Arnaldo ha lasciato un’azienda florida che loro hanno saputo far crescere ed evolvere. Fabio ne è diventato l’executive manager, Paola l’art director.
Importante in azienda anche il profilo del direttore generale Claudio Basile. Una nuova generazione si sta affacciando in questi anni: Chiara Malfatto, figlia di Fabio, ha 28 anni e supporta Paola come graphic designer.
Alla ricerca di idee nuove, si accolgono giovani creativi
Anche il fratello di Chiara, Andrea, che si trova all’estero, collabora con l’azienda di famiglia. «Stiamo strutturando una squadra di lavoro forte e affiatata, seguiamo un programma di team bulding e i risultati sono strabilianti, c’è una grande collaborazione. Abbiamo anche un orto, una cucina e una palestra aziendale» dice Paola.
C’è spazio per altri sogni? Paola Malfatto non ha esitazioni: «Certo! Nella struttura di EQSG abbiamo creato uno spazio balconata pronto a ospitare giovani che vogliano cimentarsi in lavori creativi. Vorremmo farne una “factory”, mettendo a disposizione strumentazioni, attrezzature e macchine e chiedendo in cambio nuovi stimoli e scambio di idee. Mio padre mi ha insegnato a “crederci” sempre, spero di saper seguire la sua strada».

Dal 2011 solidarietà concreta con One More Life
L’avventura imprenditoriale di Arnaldo Malfatto e l’amicizia con Piero Chiesa hanno portato nel 2011 alla nascita di una Onlus. One More Life (www.onemorelife.org) è una
associazione di volontari amici che hanno deciso di mettere insieme le personali esperienze in Italia e all’estero per raccogliere risorse e portare direttamente gli aiuti dove servono, senza costi e senza intermediari. La Onlus non ha costi di ufficio o di personale e anche le spese di trasferta e di soggiorno dei volontari nei vari Paesi sono sostenute a titolo personale. Il 100% di quanto raccolto è destinato agli aiuti.
Oggi movimenta circa 80 mila euro l’anno, con tre progetti principali: Ruanda (seguito da Arnaldo Malfatto), Bolivia (seguito da Piero Chiesa) e anche Asti, con aiuti a 190
famiglie (distribuzione di mobili, elettrodomestici, vestiario e giocattoli) e una stretta collaborazione con la mensa sociale di corso Genova.