giovedì 21 Novembre, 2024
HomeCosi per sportFulvio Ercole il CAI e la montagna come filosofia di vita
Così per Sport

Fulvio Ercole il CAI e la montagna come filosofia di vita

Per 40 anni presidente del Club Alpino Italiano grande appassionato di fotografia in quota

«Saper conoscere la natura con l’amore e l’intima tensione spirituale dell’appassionato della montagna, vuol dire saper portare un contributo importante alla realizzazione di più giusti modi di vivere». Parole di Fulvio Ercole che ben ne tratteggiano la figura, il temperamento, la passione e l’anima. Se ne è andato, novantasettenne, senza far troppo rumore, come
era sua abitudine, interprete, nel migliore e più autentico dei modi, dello spirito che deve (o dovrebbe) animare chi fa sport.
Andare in montagna, arrampicare, conquistare vette, sciare, fare scialpinismo – la “specialità” forse più amata – raramente si sintetizzano in primati e record di cui fare un albo d’oro. Certo, ci sono le eventuali vie aperte verso questa o quella cima, il numero
di vette raggiunte, talvolta i tempi impiegati a fare una salita, ma, almeno fino a quando non sono arrivati quei matti di francesi e similari a fare della montagna una sorta di autodromo ad altitudine variabile, sono state tutte imprese difficilmente omologabili
a quelle delle altre discipline sportive. In montagna la parola agonismo ha significati, ad eccezione dello sci, sostanzialmente diversi da quelli che si è soliti attribuirgli. Vuol dire sì preparazione, capacità, tecnica e intelligenza, ma non tanto per superare un
avversario, bensì per confrontarsi con la natura e con se stessi.

Val Badia
Fine anni ‘40 in Alta Val Badia: Silvia e Fulvio Ercole (al centro) sorridono al sole insieme al rampollo della famiglia proprietaria della Way-Assauto, Giorgio Griffa (a sinistra) e ad un giovanissimo Giorgio Bocca (a destra) in procinto di diventare uno dei più celebri giornalisti italiani.

In questo senso Fulvio Ercole, classe 1914, erede di una famiglia (il padre Michele e il fratello Marte erano “quelli delle Ferriere” e lui stesso ha lavorato a lungo in azienda) che ha avuto un ruolo significativo nella storia economica astigiana, è stato un agonista.
Schivo e riservato, passo lieve ma deciso, volontà di ferro, grande resistenza alla fatica, e la naturale modestia di chi ha maturato la consapevolezza di essere in possesso di qualità, umane e sportive, non comuni, ma proprio per questo di doverle utilizzare non per fare passerella, ma per essere al servizio degli altri e della propria passione. La passione: quando sposa, nel 1949, Silvia Pogliani, astigiana anche lei ma conosciuta, guarda caso, a Courmayeur, è chiaro: «Mettiamo su famiglia, ma io la montagna non la lascio». La giovane Silvia la prese quasi come una battuta, ma con il tempo dovette ricredersi.
Arrivato prestissimo alla montagna e alla pratica dello sci, sulle orme di una grande passione di famiglia (nonno e papà, soprattutto), Fulvio è stato il testimone-protagonista di quasi tutti i 92 anni di vita della sezione astigiana del Club Alpino Italiano, seguendone
passo passo lo sviluppo, sia nell’attività di arrampicata, sia in tutte le altre di cui il Cai è stato fautore: sci, scialpinismo, scuola di alpinismo, soggiorni estivi, Coro Amici della Montagna ecc. Già campione provinciale junior alessandrino – Asti in quegli anni
non era ancora provincia – di sci di fondo nel 1932 (il titolo senior era andato a un altro astigiano, Aldo Bettuzzi), Ercole si è distinto negli anni in tutte le specialità, con particolare riferimento allo scialpinismo e all’arrampicata (mitiche furono le sue tre salite al Cervino dal 3 al 18 agosto del 1942), ma soprattutto rivelò in pieno tutte le sue doti di rigore e di organizzatore in veste di dirigente (quarant’anni ininterrotti alla presidenza del Cai Asti, dal 1948 al 1988). Fu per tanti un “maestro” della montagna, incontrò e fece conoscere ad Asti i grandi alpinisti italiani del Novecento: Toni Gobbi, Walter Bonatti, Cesare Maestri, Achille Compagnoni e Franco Garda tra gli altri.

Alpi
A metà anni ’50, Fulvio Ercole (secondo da sinistra con occhiali da sole e l’inseparabile Leica) sulle Alpi insieme a Walter Bonatti e Toni Gobbi. Sotto una delle sue ultime immagini durante
un’escursione

Da non dimenticare la sua straordinaria attività di fotografo di montagna e di “conservatore” delle testimonianze delle imprese degli scalatori astigiani (non poche né di poco conto, dalla spedizione alle Ande Peruviane nel 1981 per i sessant’anni della sezione Cai astigiana, alle imprese, sempre sulle Ande, di Franco e Luigina Gentile).
Quando lo sport è davvero maestro di vita, o viceversa.

 

Le Schede

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

[starbox]

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Propongo la mappa dei ciliegi in fiore

Quanta bellezza ci regala il nostro territorio nelle varie stagioni. Avete presente quando in primavera incominciano a fiorire i ciliegi? Mille batuffoli bianchi con...

Sul calendario Gennaio-febbraio-marzo 2019

13 gennaio Impresa alpinistica per l’imprenditore canellese Ssergio Cirio, presidente dell’azienda enomeccanica Arol. Insieme alla guida alpina di Cervinia François Cazzanelli, conquista la cima del...

Accadde nel primo trimestre 2009-1919

2009 7 gennaio - chiudono i cinema Politeama e Ritz di via Ospedale. 25 gennaio - si è spento a 86 anni l’enologo Adriano Rampone, per...

La Collina di Spoon River

Gianluigi Faganelli Genova 22 novembre 1933 – Cocconato 24 luglio 2018 Geologo e insegnante di scienze Una laurea in Geologia e la passione per le scienze naturali...

L’acciugaio che lasciò il diploma nel cassetto

Quando sei l’ultimo di una dinastia, diventi oggetto di un sentimento misto di ammirazione e affetto. La dinastia di Mario Delpuy era quella degli...

Don Giuseppe Bolla, “Monsignore ma non troppo”

Moncalvo ha avuto per 22 anni un parroco che i più anziani ricordano ancora oggi. Don Giuseppe Bolla aveva un sorriso dolce e un...

Il misterioso manoscritto del prestigiatore

In una stanzetta al fondo dei locali al pian terreno di Palazzo Alfieri, che oggi, dopo il restauro, ospitano la Fondazione Guglielminetti, oltre 30...

Amare una città, amare il mondo. Piccoli racconti di gentilezza

In tutti i racconti di Giordanino affiorano storie del passato e storie di quotidianità. Ama Asti, le terre che stanno intorno e ama sicuramente...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE