Nel mondo dello sport astigiano dici Garri e subito pensi a Luca, medaglia d’argento ad Atene nel 2004 con la nazionale azzurra di basket, miglior risultato mai ottenuto da un astigiano alle Olimpiadi. Invece qui si parla del bisnonno Giuseppe che, insieme al prozio Lorenzo, costituì un’imbattibile coppia di giocatori di bocce per tutti gli Anni ’20, dando inizio a una saga sportiva famigliare unica nello storia dello sport astigiano: dopo di loro abbiamo infatti Ettore, figlio di Giuseppe, egli stesso buon giocatore di bocce, un secondo Ettore (“Ettorino”, altro nipote di Giuseppe), pugile professionista di grande eleganza prematuramente scomparso negli Anni ’70 ed ancora un Mario (figlio del primo Ettore) buon calciatore che provò addirittura per il Milan. E infine Luca, che, dopo l’exploit olimpico, oggi gioca a Trento in A2, dopo numerose presenze in azzurro e in varie squadre del massimo campionato di basket.
Torniamo a Giuseppe “Pin” Garri, classe 1890, grandissimo nell’accosto, scaltro, capace di sfruttare ogni occasione, anche le meno ortodosse, per riuscire a prevalere sugli avversari. Con il fratello Lorenzo (“Cinu”), classe 1893, formidabile e quasi infallibile bocciatore, possono essere considerati i primi campionissimi della bocce astigiane con un palmarès straordinario (Coppe Città di Asti, titoli italiani nelle varie categorie, prestigiose vittorie in terra francese ecc.). I due fratelli, insieme, a volte, ad Angelo “Ciabri” Carretto ed altre a Battista “Curà” Curato (la “terna” era all’epoca la formazione principe nel gioco delle bocce) vinsero tutto ciò che c’era da vincere tra il 1915 ed il 1925. Nei primi Anni ’20 Lorenzo conquistò ben 125 medaglie d’oro e Giuseppe addirittura 129. Proprio Giuseppe fu protagonista, nel 1924, di una quasi dimenticata quanto prestigiosa partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, le stesse in cui il fortissimo podista astigiano Emilio Alciati fu costretto, da una improvvisa crisi di fame, all’abbandono negli ultimi chilometri della Maratona, perdendo la grande occasione di salire sul podio.
Quella sfida a tre tra Italia, Francia e i monegaschi
Alle Olimpiadi le bocce non sono mai state finora ufficialmente ammesse, ma in quel lontano 1924, probabilmente per la grande diffusione di questa disciplina in terra francese, si decise di far disputare un torneo dimostrativo a quadrette. Al torneo parteciparono le squadre di tre nazioni: Francia, Italia e Principato di Monaco (non stupisca quest’ultima presenza, poiché proprio a Monaco e dintorni era intensa la pratica boccistica, tant’è vero che una delle più prestigiose gare internazionali è stata, fino a qualche anno fa, proprio la Coppa Principe di Monaco). Per l’Italia furono selezionati sei giocatori agli ordini del “trainer”, signor Vacchieri: i torinesi Adolfo “Dulfu” Bertone, Francesco “Purilu” Novarese, Domenico “Mini” Rossi, i liguri Francesco “Negrin” Marasso ed Emanuele Galletto e, per l’appunto, Giuseppe “Pin” Garri (e non il fratello Lorenzo come per molti anni si scrisse anche in testi specializzati).
Il torneo si svolse a Charenton, nel Bois de Vincennes, in un sobborgo della capitale francese. La quadretta italiana (Bertone, Rossi, Garri, Marasso) superò nettamente la Francia ma fu sconfitta di misura dalla formazione monegasca che riuscì per ben sei volte ad eliminare le bocce vincenti mandate a punto dagli azzurri. Per la cronaca, la quadretta di Monaco era composta da tutti giocatori di origine italiana: Pettinato, Massaferro, Antonino e Arrigo. “Pin” Garri, uno dei quattro italiani che hanno finora vestito la maglia azzurra olimpica nelle bocce, proseguì la sua brillante carriera fino alla fine degli Anni ’40, giocando sovente insieme al figlio Ettore e anche “Cinu” giocò con eccellenti risultati fino ad età avanzata. I due fratelli, che in gioventù erano stati addirittura esclusi da non poche gare per “manifesta superiorità tecnica”, scomparvero entrambi nel 1969, a marzo il più giovane Lorenzo ed a settembre l’olimpionico Giuseppe.