sabato 27 Luglio, 2024
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Il sogno olimpico degli astigiani a cinque cerchi

Le imprese dei dodici astigiani che hanno partecipato alle Olimpiadi

“I record mondiali sono fatti per essere battuti, un oro olimpico resta per sempre”. Se a dirlo è l’icona della velocità Usain Bolt c’è davvero da credergli. Il sogno a cinque cerchi, un’esperienza che un grande del tennis come Andre Agassi ha definito “ultraterrena, surreale”, rappresenta senza alcun dubbio l’essenza dello sport, il sogno da bambino di chi pratica attività motoria, di qualunque specie essa sia. Anche l’Astigiano si è creato col passare degli anni un piccolo Pantheon nel grande mondo delle discipline a cinque cerchi, grazie alla partecipazione di dodici suoi atleti.

 

Valerio P. Arri: bronzo nella maratona di Anversa 1920 È l’antesignano degli astigiani. Nato a Portacomaro nel 1892 (e morto a Torino nel 1970), partecipò alla maratona delle Olimpiadi di Anversa, in Belgio, nel lontano 1920. Tipo piuttosto particolare, oltre all’atletica leggera si dedicava alla “professione” di artista di canto ambulante. A quei tempi non c’erano sponsor e aziende di materiale sportivo a tal punto che Valerio, per poter prendere parte alla Maratona di Londra (prova generale pre-olimpica in cui conquistò un favoloso secondo posto), dovette usufruire di una sottoscrizione da parte dei suoi concittadini di Portacomaro. In Belgio fece una gara memorabile  giungendo terzo alle spalle del finlandese Kohlemainen e dell’estone Lossman, con ben tre minuti di vantaggio sul quarto classificato, il campione di casa Broos. Al traguardo festeggiò il risultato con tre grandi balzi. Tornato in Piemonte, proseguì la propria attività di artista di strada: a Portacomaro lo ricordano suonare la fisarmonica e distribuire i foglietti della fortuna. Non ebbe certo una vita agiata, tant’è che c’è chi racconta che ad un certo punto della propria esistenza, a Torino, si fosse dato all’attività illegale del “voleur”. Entrava in negozi di calzature, provava scarpe, e volava via più veloce del vento, senza che nessuno riuscisse ad acciuffarlo.  

Emilio Alciati, maratoneta a Parigi 1924

Emilio Alciati: dalla Vetreria a Parigi per la maratona olimpica del 1924 Quattro anni dopo Arri, un altro astigiano corse la maratona olimpica, questa volta a Parigi. Emilio Alciati nacque nel 1902. Atleta leggero e brevilineo, sapeva esaltarsi sulle lunghe distanza. In Francia non ebbe fortuna e fu costretto al ritiro proprio nel momento in cui era nelle primissime posizioni, a causa della fame. Fu l’italiano  Bertini a piazzarsi al secondo posto. In carriera ottenne buoni risultati, in particolare alla Maratona di Torino. Emilio di mestiere faceva il “soffiatore” alla Vetreria di Asti, occupazione che contribuì ha dargli una capacità polmonare straordinaria. Vinse innumerevoli gare andando sul posto direttamente dalla fabbrica, cambiandosi solo scarpe, maglietta e pantaloncini. In città lo ricordano, ormai anziano al Bar Cocchi e leggere i quotidiani attraverso le sue spesse lenti da vista. Passò gli ultimi anni della sua vita in un alloggio in via Cesare Battisti assieme alla figlia Anna. Morì nel 1984.

Giuseppe “Pin” Garri in gara a Parigi nel 1924 con la quadretta azzurra di bocce

Giuseppe Garri: nel 1924 la gara dimostrativa di bocce a Charenton, nella periferia di Parigi Fratello di Lorenzo, detto “Cino”, altro campione, nel ’24 partecipò alle Olimpiadi nella disciplina dimostrativa delle bocce. Contrariamente a quanto più volte scritto anche da autorevoli cronisti, a partecipare a quelle Olimpiadi di quell’anno fu Giuseppe e non Lorenzo. Soprannominato “Pin”, è il bisnonno di Luca, cestista che molti anni più tardi affrontò le Olimpiadi di Atene. Fu l’unica circostanza in cui le bocce vennero portate alle Olimpiadi in forma dimostrativa e a prendere parte alla gara furono tre compagini: l’Italia, la Francia e il Principato di Monaco. Il torneo di disputò a Charenton, nella periferia di Parigi. Si giocò alla francese, su un campo tracciato e con divieto di “raffare”. Gli azzurri, abituati a utilizzare le bocce di legno, furono messi in difficoltà dall’utilizzo di bocce in bronzo che gli avversari già conoscevano. In gara tre quadrette. L’Italia superò comunque la Francia, ma fu sconfitta di misura dal Principato di Monaco (con tutti giocatori di origini e nomi italiani) che per ben sei volte eliminarono le bocce messe a punto dagli italiani. Tra il 1915 ed il 1925 i due fratelli Garri vinsero tutto ciò che c’era da vincere in Italia ed all’estero (Coppe Città di Asti, titoli italiani nelle più diverse categorie, prestigiose vittorie in Francia). Giuseppe vinse 129 medaglie d’oro e Lorenzo 125.

Il moncalvese Umberto Micco gareggio per l’hockey su prato ad Helsinky ‘52

Umberto Micco: il moncalvese di origini nato a Boston ad Helsinky ’52 per l’hockey su prato Dopo la Seconda Guerra Mondiale, un altro astigiano tornò a calcare il palcoscenico a cinque cerchi. È Umberto Micco, nato a Boston, città dei Celtics e dei Bruins dell’hockey ghiaccio. Fu un grande talento dell’hockey su prato che iniziò a praticare ventenne dopo essersi trasferito a Genova. Nato da genitori di origini moncalvesi, conquistò due titoli italiani nel 1938 e nel 1942. Nel 1948, tornato a Moncalvo per svolgere la professione di medico, fondò l’US Moncalvese Hockey, realtà inedita per le zone, ma che col passare degli anni divenne punto di riferimento non solo a livello regionale, ma anche nazionale. Vanta 13 presenze in azzurro, è stato anche capitano dell’Italia in carriera, e nel 1952 partecipò alle Olimpiadi di Helsinky dove la selezione azzurra fu eliminata dalla Francia nei quarti. Umberto Micco, ex sindaco di Moncalvo e presidente del Coni provinciale, si spense nel 1989 dopo aver lasciato una traccia indelebile come uomo e come sportivo.

Daniela Ferrian, staffettista a Seul ‘88

Silvio Fraquelli: salto con l’asta a Monaco nel 1972 Arriviamo a Monaco ’72, edizione funestata dalla’attacco palestinese alla delegazione israeliana con la strage all’aereoporto. Nella squadra italiana c’era un atlata nato ad Asti, frazione Pontesuero nel 1952. Silvio Fraquelli e il gemello Osvaldo sono l’orgoglio della Vittorio Alfieri e stabiliscono record su record nel salto con l’asta. È un appassionante testa a testa a suon di performance tra i due: entrambi ai Campionati Italiani Allievi con 4,15 a Grosseto nel ’69, Osvaldo si aggiudica il tricolore nello stesso anno con 4,20 a Massa a discapito di Silvio. Col passare dei mesi vestono l’azzurro Juniores e Silvio fa segnare uno strepitoso 4,86 che vale la seconda miglior prestazione italiana dopo Dionisi (Osvaldo si ferma invece a 4,70). Passato al Cus Torino, Silvio Fraquelli ottiene la qualificazione per le Olimpiadi del 1972. La sua fu una gara sfortunata, visto che utilizzò delle aste diverse da quelle di nuova generazione con cui si allenava già da qualche tempo. Immortalato dalla macchina fotografica di Bruno Accomasso, giornalista e fotografo astigiano, non riuscì a superare la qualificazione dei 5 metri, e fece tre nulli. Nonostante l’esperienza negativa, continuò a coltivare la sua passione, sino ad ottenere un ottimo 5,30 nel 1977, concludendo la propria carriera con 26 presenze in azzurro.

Il saltatore Silvio Fraquelli, in gara a Monaco ‘72

Daniela Ferrian: la staffetta a Seul ‘88 La “freccia” dell’atletica astigiana nasce nel 1961. Carattere riservato, gambe esplosive, un allenatore, Riccardo Negro, che l’ha seguita dall’inizio della carriera, a 18 anni, nel 1979, fino alla conclusione, nel 1995. Daniela ha calcato le piste di tutto il mondo (Tokyo, Mosca, Indianapolis ecc) e ha vestito per la prima volta l’azzurro nella staffetta 4×100 nel 1982. Agli Europei di Atene ha stabilito il record italiano nella specialità con 43” 89 (la Nazionale arrivò settima). Il suo anno magico è stato il 1987: 7” 42 sui 60, 11” 43 sui 100 e 23” 57 sui 200 indoor, prestazione che le valse il titolo tricolore e la quarta piazza europea. Numeri che la portarono a partecipare alla staffetta olimpica di Seul, nella kermesse del 1988, ricordata per il testa a testa tra Carl Lewis e Ben Johnson, poi squalificato per doping. La staffetta azzurra fu eliminata in semifinale. Cinquanta chiamate in azzurro, tre Europei, numerosi campionati mondiali e 12 titoli italiani descrivono eloquentemente il palmares della Ferrian.

L’amazzone Lara Villata, tre volte alle Olimpiadi

Lara Villata: amazzone a Barcellona ‘92, Atlanta ’96 e Sidney 2000 Appartenente al centro di equitazione La Varletta di Villanova, si laurea campionessa europea juniores già nel 1984, nel ’90 partecipa ai Mondiali di Stoccolma. Numeri che le valgono la convocazione per Barcellona ’92, in cui risulta la miglior cavaliere italiano. Disputò anche i Mondiali del 1994, e vinse nel 1996 gli Italiani seniores di completo, venendo convocata nello stesso anno anche per le Olimpiadi di Atlanta. Disputò ancora un Mondiale e un Europeo e, soprattutto, calò il tris a cinque cerchi, partecipando anche a Sidney 2000. 

Rossella Giordano in gara ad Atlanta 1996 e Atene 2004

Rossella Giordano: 10 km di marcia ad Atlanta 1996 e 20 ad Atene 2004 Nasce ad Asti il 1º dicembre 1972 un’atleta dal talento senza età, come dimostrano ancora le prove egregie realizzate recentemente. Specialista della marcia è per tre volte medaglia d’argento alle Universiadi e vince ben quattro titoli italiani. È stata allenata da Sandro Damilano, alla scuola mondiale di marcia, a Saluzzo. Vanta due partecipazioni ai Giochi olimpici, tre ai Campionati del mondo di atletica leggera ed una ai Campionati europei di atletica leggera. Nella 20Km di marcia ha fissato il record italiano nell’agosto 2000, in Portogallo, in 1h30’48”3. Per descrivere nel migliore dei modi la sua “grandezza” sportiva basta pensare a un dato: è scesa in gara sia alle Olimpiadi di Atlanta 1996 sui 10 km, arrivando quinta ed emozionando una nazione intera, che a quelle di otto anni dopo, ad Atene, arrivando undicesima sui 20 km. Risultati strepitosi che la rendono probabilmente la miglior atleta astigiana di sempre. Una campionessa racchiusa in un fisico gracile, ma capace di stringere i denti e superare lo sforzo più grande per lottare con le stelle della specialità. 

Laura Chiesa, argento nella spada a squadra nel 1996 ad Atlanta

Laura Chiesa: argento ad Atlanta ’96 nella spada a squadre Nata a Torino nel 1971, specialista della scherma, tesserata per il Club Scherma Torino, ma con discendenze astigiane, più precisamente di Aramengo. Alta più di 180 cm per 63 kg di peso, è stata dal 1993 al 1996 la miglior espressione nazionale nella spada. Una campionessa straordinaria, che ha conquistato ben 5 medaglie mondiali (2 bronzi, due argenti e un oro) oltre a un bronzo europeo. Ha partecipato alle Olimpiadi di Atlanta 1996, dove ha conquistato la medaglia d’argento a squadre nella spada assieme a Elisa Uga e Margherita Zalaffi. 

Il cestista Luca Garri, argento alle Olimpiadi di Atene nel 2004

Luca Garri: da Asti a Livorno per lo storico argento a squadre nel basket ad Atene nel 2004 Dopo il bisnonno “Cino”, un altro Garri nell’élite dello sport. Luca nasce ad Asti per poi sbocciare definitivamente a livello cestistico a Livorno. Altezza 206 cm, ruolo pivot: vive tante stagioni in serie A, la migliore delle quali sotto il profilo numerico a Biella, dove viaggia a quasi 11 di media. Classe 1982, è da sempre considerato un “role player”, prezioso collante, giocatore umile e utile su due lati del campo, dotato di una discreta mano. L’apice della sua carriera è l’argento olimpico ottenuto con la Nazionale di Charlie Recalcati ad Atene 2004. Solo l’Argentina in finale riesce a fermare gli azzurri, ma è un argento che vale più di quello di Mosca considerata la presenza del Team USA, allora assente per boicottaggio. La squadra argento olimpico era composta da Bulleri e Pozzecco in cabina di regia, Basile e Soragna guardie, Mian, Righetti e Radulovi ali piccole, Galanda ala forte, Marconato e Chiacig centri, oltre a Luca e Rombaldoni. Lotta sul campo con Yao Ming e tanti fenomeni dell’NBA senza sfigurare. Attualmente ancora in attività, il classe 1982 gioca in Lega 2 Silver col Derthona Basket.

Matteo Torchio, unico astigiano alle Olimpadi Invernali, impegnato a Torino 2006 nel bob a quattro

Matteo Torchio: a Torino 2006  È l’unico esponente astigiano delle Olimpiadi invernali. Nel 2006 ha la fortuna e la capacità di conquistare il pass per la gara di bob a quattro andata in scena a Torino. Matteo è quindi una sorta di “profeta in patria”: apprezzato atleta di velocità e salto in lungo, viene notato per le sue doti di esplosività. Lo staff del bob crede in lui e lavora sulla sua tecnica per renderlo perfetto nella fase di spinta. Tigliolese classe 1983, divide il mezzo, tra gli altri, con Matteo Bertazzo, al fianco del quale vinse in Coppa del Mondo nel 2011, oltre ad ottenere un oro e un bronzo tricolore. A Torino 2006 giunge dodicesimo. Merita citazione, sempre a Torino 2006, l’avventura dello sciatore Giorgio Rocca, astigiano d’adozione e cittadino onorario, atleta di punta della spedizione azzurra, capace di vincere 5 gare consecutive in Coppa del Mondo nel 2005 ed entrare di diritto nel gotha di questo sport con Stenmark, Tomba e Girardelli. Nato a Coira, in Svizzera, astigiano d’adozione, perchè era spesso nella nostra città a preparare le proprie avventure sportive o a curare gli acciacchi presso l’Hastafisio. Una carriera importante e la grande delusione per non aver rispettato i pronostici della vigilia: a Torino, infatti, cade a metà della prima manche dello slalom speciale e deve così rinunciare al sogno della medaglia d’oro in casa. 

Valentina Truppa, ha partecipato alla gara di dressage alle Olimpiadi di Londra 2012

 

Valentina Truppa: a Londra 2012 per il dressage Milanese di nascita, ma astigiana d’adozione sul terreno di Greenwich Park per la olimpiadi di Londra 2012, Valentina Truppa ha partecipato alla finale del dressage su Eremo del Castegno il cavallo che l’ha accompagnata per anni nella sua carriera. Nello stesso anno delle olimpiadi ha trionfato nella Coppa del Mondo di Francoforte, dopo aver conquistato numerosi altri risultati, tra cui la prima medaglia europea della storia per l’Italia. In questo panorama di atleti olimpici vanno ricordate la mancate partecipazioni per un soffio di Piercarlo Molinaris. Oggi dirigente del Coni, ma in gioventù eccellente saltatore in lungo, si è avvicinato per tre volte al sogno a cinque cerchi, senza mai scendere in pista. Un infortunio, infatti, non gli ha permesso di partecipare alle Olimpiadi di Monaco 1972, per soli 2 cm non si è qualificato per Montreal 1976 e non ha avuto la soddisfazione di partecipare a Mosca 1980. 

 

Tre astigiani a Rio 2016 Il futuro prossimo si chiama Rio 2016. Ci sarà certamente Alice Sotero, specialista del pentathlon moderno e sarà nuovamente in campo l’amazzone Valentina Truppa. Le speranze astigiane dello sport di squadra saranno tutte riposte sul gigante buono del volley Matteo Piano, centrale di Modena. Infine Flavio Gulinelli, tecnico “globetrotter” del volley e astigiano d’adozione che affronterà le Olimpiadi sulla panchina di un’altra nazionale. Allenerà infatti la squadra dell’Egitto: la qualificazione è l’ennesima perla di una carriera ricca di successi. 

 

 

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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