]Sono sì nata, e tuttora residente, a Milano, ma la mia famiglia di origine, in realtà, era, ed è, piemontese. Mia mamma è nata a Costigliole d’Asti, da piccola giocava con una bambina di nome Lidia che da grande ha poi sposato un tal Guido, che di cognome faceva Alciati, e scusate se è poco.» Queste parole, scritte da Lella Costa, attrice e scrittice (è da poco in libreria il suo ultimo libro Come una specie di sorriso), personaggio della televisione e del cinema, nell’edizione 2010 di Osterie d’Italia di Slow Food, quando firmò l’introduzione alla Lombardia, bastano e avanzano a dimostrare che, quando parliamo di Lella nell’Astigiano, non tanto di tracce si tratta, ma proprio di radici, profonde e consapevoli. Sua mamma, Elisena, sposata a Milano a Renato Costa, era una Nigrotti, famiglia ben nota in paese dove arrivò, da Crema, il capostipite Clemente, violinista e tipografo. Morì presto, nel 1936, ma la vedova, Fiorentina, era una donna forte e non si perse d’animo.
Tirò su i sei figli, tre maschi e tre femmine, e non abbandonò l’attività del marito, cui abbinò un negozio di cartoleria. Nel dopoguerra, due dei maschi, Aldo e Franco (detto Enzo), rilevarono la tipografia. Poi il primo andrà a Milano, a lavorare al Corriere della sera, il secondo e la sua famiglia continueranno l’attività fino agli anni Ottanta. La memoria della tipografia-cartoleria di Costigliole è rimasta impressa nell’immaginario di Lella. In uno dei suoi spettacoli, Mal sottile mezzo gaudio, dove si riflette e ragiona sulla memoria (sulle note, peraltro, di Blue Tangos di Paolo Conte) racconta: «È questo, è questo che mi sconvolge e mi rapisce, questa straordinaria capacità, intensità, potere che ha la memoria di inchiodarti improvvisamente con delle suggestioni, o degli odori… ci sono degli odori che … A me è capitato di ritrovarmi a piangere, come una bambina – alle tre del mattino, per strada, a Milano – perché avevo improvvisamente sentito questo odore forte di giornali appena stampati, l’odore della carta stampata, e io che piangevo, e solo molto dopo mi sono ricordata della tipografia della mia nonna, e ho capito il perché». Una madeleine al profumo d’inchiostro. Solo uno dei sentori che hanno profumato un’infanzia «scandita da sapori di Langa e collina: gli agnolotti inarrivabili della nonna, ma anche un suo riso e coratella poverissimo e buonissimo che io apprezzavo, pare, molto più degli altri cugini (siamo in quattordici, quindi è un buon piazzamento).»
Piatti speciali da Lidia e Guido per “farmi fare latte”
Lella ricorda bene i suoi anni da bambina a Costigliole, sotto le ali protettrici di nonna Fiorentina, i giochi con i coetanei, le corse in bicicletta, il pentolino di alluminio con cui era mandata a comprare il latte direttamente in una cascina. Più tardi «quando allattavo la mia prima figlia (Arianna, poi verranno Viola e Mina ndr) capitava che zia Teresita, che all’epoca era temporaneamente tornata a vivere a Costigliole, mi portasse a Milano delle prelibatezze inaudite che, a detta di Lidia e Guido, erano indispensabili “per fare buono il latte”.» Erano gli anni Ottanta e Lella, per far respirare aria buona alla piccola Arianna, si concedeva qualche settimana tra le colline dell’Astigiano. Poi, l’attività professionale si è fatta sempre più intensa. Adlib, il suo primo spettacolo, è del 1987 e molti altri ne sono seguite, testi recitati con una bravura che spesso gioca con il virtuosismo in cui ripercorre con intelligenza, leggerezza e ironia le avventure di una generazione, la condizione femminile, una contemporaneità riletta con gli occhi dei classici. La passione per il mare, che condivide con il marito Andrea, la induce a trascorrere vacanze fra le onde e il Piemonte è diventato in questi ultimi anni meno frequente, ma i legami delle origini, i ricordi (non la nostalgia, che non ama) sono presenze costanti nella sua vita (e anche nei suoi spettacoli, come abbiamo visto). Non a caso, ai periodici incontri che di quando in quando si organizzano per riannodare i fili di una famiglia quasi sterminata, non vuole mai mancare.
Al teatro di Costigliole è tornata a recitare nel 2012.
Una serata speciale al profumo d’inchiostro appena stampato.