domenica 24 Settembre, 2023
HomeParole di PietraA ricordo delle origini del Tricolore
Parole di Pietra

A ricordo delle origini del Tricolore

Giovanni Battista De Rolandis martire della causa italiana a Bologna
Il Tricolore italiano ha dunque origini astigiane.

Duecentoventi anni fa, il 26 aprile1796, moriva Giovanni Battista De Rolandis, originario di Castell’Alfero. Venne “giustiziato” a Bologna con Luigi Zamboni. Una lapide – posta 130 anni dopo sulla facciata del Municipio in piazza San Secondo – lo ricorda come «avanguardia del Risorgimento italico, per aver sognato, con Luigi Zamboni bolognese, il trionfo del simbolico tricolore in tempi di sopita coscienza nazionale, ridestata poscia dall’eroismo del sacrificio alla conquista degli antichi diritti della Patria». 

Il Tricolore italiano ha dunque anche origini astigiane. Giovanni Battista De Rolandis nacque il 24 giugno 1774 da una aristocratica famiglia. Dopo aver frequentato l’Accademia Militare di Torino, si iscrisse al Seminario di Asti, ma fu allontanato per disubbidienza, causa lo spirito ribelle. A Bologna, dove si trasferì, frequentò il collegio piemontese “La Viola” e si iscrisse alla facoltà di Teologia. Decisivo fu l’incontro con Luigi Zamboni, studente nella stessa Università. De Rolandis aderì a un gruppo di congiurati, in un’insurrezione contro l’assolutismo papale e per un progetto di costituzione repubblicana. Il 13 novembre, i rivoluzionari (una decina in tutto, con tre fucili e cinque sciabole a disposizione), costretti alla fuga dopo la delazione di uno di loro, affissero manifesti e distribuirono coccarde tricolori che erano state cucite dalla madre e dalla zia dello Zamboni.

Il Tricolore di ispirazione francese, unì il bianco e il rosso (che sono anche i colori delle due città di Asti e Bologna) al verde, colore della speranza, per “far risorgere l’Italia a nuova vita”. De Rolandis e Zamboni, catturati dalle guardie pontificie, furono portati in giudizio e sottoposti a torture. Zamboni fu trovato impiccato in cella, De Rolandis issato sulla forca a soli 22 anni alla Montagnola di Bologna, il 23 aprile 1796, dopo essere stato evirato. Il Tricolore fu poi adottato ufficialmente a Reggio Emilia al congresso della Repubblica Cispadana il 7 gennaio 1797 dai rappresentanti della città di Reggio, Modena, Bologna e Ferrara e Zamboni e De Rolandis furono proclamati martiri dalla città di Bologna. Antonio Aldini (ministro di Napoleone, ma noto anche come l’“avvocato dei poveri”, che aveva assistito gli imputati al processo), fece pervenire la coccarda tricolore appartenuta a Giovan Battista De Rolandis alla famiglia, che in seguito la donò al museo europeo degli studenti dell’università di Bologna. Lì è tuttora custodita e quando viene esposta (ad Asti sovente al 2 giugno) è scortata da due carabinieri in alta uniforme.

Non solo Castell’Alfero, ma anche Asti volle rendere onore a Giovanni Battista De Rolandis. Il 24 maggio 1926 alle 10 sulla facciata del municipio di piazza San Secondo, a sinistra dell’androne, venne scoperta la lapide con un’epigrafe dettata dall’assessore Gilardi. Alla cerimonia, grande folla in piazza San Secondo con il podestà di Castell’Alfero Luigi Martinetto, e la famiglia De Rolandis. Sulla lapide è incisa la data del 9 maggio 1926, ma la cerimonia all’ultimo momento venne posticipata per non farla coincidere con la visita in Asti del principe Umberto di Savoia.

La lapide per il De Rolandis sulla facciata del Municipio di Asti

 

 

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Quelle olive nel canestro fecero scoprire Asti al mondo del basket

I ricordi di un inviato speciale al seguito di quei matti della Saclà   Olivolì Olivolà… Oliva Saclà! .  Quando arrivava alla tv l’ora di Carosello, poco...

La collina di Spoon River – Settembre 2014

Battista “Pepe” Bianco 8 dicembre 1925-20 giugno 2014 Partigiano, presidente dell’Anpi Nel 1943 avevo diciott’anni ed ero apprendista alle officine Maina: pensavo al lavoro, non ero uno...

Generazioni di donne a confronto, tutte in cerca di emozioni

È una storia tutta al femminile quella scritta da Mariagrazia Pia, autrice di Come una nuvola (Leone editore). Tutto ruota intorno al personaggio di...

Saranno famosi 3 (o quasi)

Indovinelli: 1 | Ciclo ecclesiastico 2 | Sorrido alla vita 3 | Noi le zucche le suonavamo 4 | Dalla banana alla vite 5 | Pronti al lancio 6 |...

Il tenente di Faletti al Festival di Sanremo

Faletti, quando il suo tenente arrivò al Festival di Sanremo con grande successo di pubblico e di critica musicale.

Giuseppe Nosenzo

Giuseppe Nosenzo ha novantun anni. Il “commendatore” ha percorso un itinerario speciale, ricco di orgoglio, di intraprendenza e intuizioni.

L’astigiano sotto le bombe 224 allarmi aerei, 77 vittime, 168 feriti, danni notevolissimi

Il primo allarme ad Asti risuonò il 15 giugno 1940 Tre giorni dopo l’attacco aereo a Torino che aveva causato 15 vittime   È la notte tra...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE