Tra gli alti palazzi che delimitano l’attuale piazza Leonardo da Vinci (così denominata nel 1954, dopo essere stata piazza del Mattatoio e piazza del Risorgimento a cavallo del secolo), spicca il basso edificio con ampio portone.
Sulla facciata in mattoni a vista risaltano uno stemma del Comune e una piccola lapide in marmo, oggi praticamente illeggibile, a destra dell’ingresso principale. Una linea orizzontale segna l’altezza di m.1,75, cioè il livello raggiunto dall’acqua il 4 settembre 1948. La notte precedente la piena del Borbore ebbe la forza di abbattere il ponte della ferrovia dietro il ristorante La Grotta (contro il quale si era ammassata una quantità enorme di detriti) e di invadere una vasta zona della città. (vedi Astigiani n.10 del dicembre 2014).
Nel 1948 in quell’edificio di piazza Leonardo da Vinci c’era allora il Mattatoio comunale, che subì gravi danni. L’“Ammazzatoio pubblico”, così era denominato allora, fu aperto dal Comune (che usufruì di un sostanzioso contributo della Cassa di Risparmio di Asti) il 1° gennaio 1886 con venti celle per la macellazione. Se ne parlava dal 1882 e fu costruito sui
terreni in gran parte dell’Enofila e in parte anche di Secondo Valfrè. Se ne sentiva la necessità ormai da tempo poiché i macellai, che acquistavano bovini e suini nella attigua piazza del Mercato (oggi piazza Campo del Palio), erano costretti a trasportare gli animali in macelli spesso fuori Asti, e non sempre venivano rispettate le norme igieniche.
Dopo una decina di anni si rese necessario un primo ampliamento del Mattatoio e così nel 1899 entrarono in funzione caldaie a vapore e l’impianto per la pelatura delle carcasse dei suini e per la cottura delle trippe. Nel 1933, quando i macellai erano saliti a 46, si rese necessario un altro potenziamento. E così sei anni dopo, nel 1939, furono eseguiti lavori di ampliamento e rifacimento dei locali destinati agli uffici e vennero ristrutturati gli spazi per l’abbattimento del bestiame con nuovi stalli e sala per i veterinari.
Il mattatoio pubblico nel 1971 si trasferì nel nuovo complesso in viale Pilone. La struttura di piazza Leonardo da Vinci rimase vuota per qualche tempo, poi si decise che avrebbe accolto il comando e la sede dei Vigili Urbani, ormai “soffocati” al piano terreno del palazzo civico di piazza San Secondo. Il trasferimento avvenne nel 1973. Da allora in quella sede gli astigiani andavano a pagare le multe comminate dai civic.
L’alluvione del 1994 colpì per la seconda volta l’edificio con uffici e depositi di quella che era diventata nel frattempo la Polizia Municipale. Dopo il ripristino si pensò a un nuovo utilizzo. La Polizia Municipale dal 21maggio 2001 aveva preso possesso dell’attuale sede di via Fara, dietro la ex Way Assauto. In Comune si avevano varie idee sul possibile uso della struttura che fu anche, per qualche tempo, occupata da un centro sociale.
Negli anni ha ospitato varie attività e manifestazioni, tra cui anche spettacoli di Asti Teatro. Vi ha avuto sede la scuola di fumetto, mentre dall’ottobre 2009 all’agosto 2014 i locali dell’ala ovest furono la redazione astigiana dell’emittente televisiva Grp (vedi Astigiani n. 17).
Si parlò anche della trasformazione in casa della musica (progetto mai decollato) prima che dal 2014 gli spazi fossero sistemati come aule per la scuola Cpia, Centro Provinciale Istruzione Adulti intitolata a Eugenio Guglielminetti. La scuola, utilizzando i fondi europei, ha ridato nuova vita e funzione alla struttura: vi si organizzano vari corsi di insegnamento anche per stranieri.