Un libro prezioso. Le diciotto poesie riprendono tali e quali le diciotto pubblicate nel 1950 (Paolo aveva 27 anni) in un’edizione fuori commercio. E adesso la sorella Maria ha voluto far conoscere queste poesie, che arricchiscono il profilo del grande e umile uomo. C’è, la profondità leggera del suo sapere, la capacità di osservare i dettagli della natura e di dipingerli con pennello tenero. Ci sono argomenti della Bibbia, del mito, sensazioni private: «A metà della notte/ sul mio letto/ la luce di un altro mondo».
E gli splendidi Lamento per Adone e Lamento per Orfeo, i riferimenti biblici in Kippur, Pasqua, il volo di uccelli e pesci, i profumi di alberi e fiori. E il titolo? Sono gli ultimi versi della poesia Paesaggio: «Ed io vorrei uscire dal mondo/ ed oziare in eterno/ nell’odore dei tigli/ che intenerisce le notti,/ con un cuculo sul dito/ in qualche paradiso». Giustissima l’osservazione di Maria De Benedetti nella prefazione: «C’è ancora, la poesia, nella ricchezza della sua produzione? Nella storia di Paolo la poesia ritorna per esprimere il dolore degli affetti quando è impossibile dirlo altrimenti».