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La collina di Spoon River

La collina di Spoon River – Giugno 2017

Astigiani dedica queste pagine a chi è salito sulla collina della nostra Spoon River. Una manciata di parole. alla loro memoria

Vito Walter Sollazzo

22 agosto 1945-10 marzo 2017

Sindacalista e allenatore di calcio

Ho sempre amato il gioco di squadra. L’ho praticato per tutta la vita, nella grande famiglia della Cisl come nel calcio, le mie due grandi passioni insieme a mia moglie Anna e ai miei figli Alessandro, Luca e Valeria. Ho iniziato a giocare nella squadra dei postali, quando ero ancora nella mia amata Foggia. Stagione dopo stagione, sono arrivato ad allenare la Cisl di Asti. Da segretario generale, ho vissuto 12 anni di battaglie per la difesa del lavoro e dei lavoratori, al fianco di tanti colleghi e colleghe a cui non ho mai fatto mancare un sorriso, una parola di incoraggiamento, un abbraccio forte e generoso come noi pugliesi sappiamo dare. Nel 1992 sono stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica, un immenso onore. Dal 2002 mi sono dedicato alla Cisl Piemonte, prima come responsabile organizzativo, successivamente alla testa dei Pensionati, fino quasi all’ultimo respiro. Coraggio, lealtà, determinazione mi hanno guidato nella vita come sul campo di calcio, da giovane attaccante, poi da allenatore di tante squadre in Promozione e in Eccellenza. Il San Damiano nel cuore per dieci lunghi anni. Vi seguirò ancora dalla panchina, gridando Forza ragazzi!

 

Paolo Novarese

4 gennaio 1927 – 2 aprile 2017

Notaio

Quando nel 2002 registrai l’ultimo atto capii subito che la bellezza dell’andare in pensione non era per me. Io amavo il mio lavoro, amavo incontrare la gente, amavo andare negli uffici e scambiare due parole con gli impiegati. Le mie segretarie mi consegnarono un attestato: «Grazie per averci insegnato ad amare il nostro lavoro», ma a me nessuno aveva mai insegnato a godere del tempo libero. Non ero ancora laureato che già facevo il segretario comunale a Roatto e Maretto. A 25 anni ero il notaio più giovane d’Italia. E lo feci con passione fino a che l’ordinamento me lo concesse. La mia Tina la conquistai portandola in giro in moto per le colline di Cortazzone. Faceva un freddo cane nell’inverno del ’52. Nacquero Irene, Carlo e Beppe, ma erano gli anni del boom economico e si lavorava sempre, così tanto che anche le vacanze per me avevano poco gusto. E Tina mi fu portata via troppo presto. Rimasero l’orto, ma forse era più un dovere che un piacere, e i tanti nipotini felici da accompagnare al mercato per la gioia dei venditori di giocattoli. Le passeggiate in montagna, l’affetto di tutta la mia famiglia, il piacere di fare beneficienza, a nulla valsero quando mi tolsero la patente per motivi di età. Con rabbia non accettavo di essere vecchio, la tristezza mi aveva invaso. Eppure in questi due mesi, ogni giorno che siete entrati nella mia stanza d’ospedale, al dolore e alla fatica si è sempre sovrapposto un piacere malinconico. Per timidezza non ve l’ho detto…: «Grazie».

 

Lorenzo Pero

20 febbraio 1934 – 9 aprile 2017

Imprenditore dello zucchero di Nizza Monferrato

Come sono bianche queste nuvole dove volteggio adesso… bianche e avvolgenti come zucchero filato. E a dirla tutta mi ci trovo bene. Libero dai mali della vecchiaia, sto in un bozzolo che pare casa mia. Quel bianco zucchero è stata la mia vita, da quando con mio fratello Franco dopo i primi periodi difficili seguiti alla morte del papà Pinin, decidemmo che nelle case e nei bar ci doveva essere una dolcezza confezionata. Intuizione bella e forse geniale (mi si perdoni l’orgoglio), che ha portato il nome della mia Nizza nel mondo. Pacchetti, bustine colorate diventate preziose per i collezionisti, oggetti quotidiani che passano di mano in mano, durante la pausa caffè. Oh sì, li vedo da quassù tutti quelli che preparano torte attingendo ai pacchetti firmati “Pinin Pero”, o quelli che si scambiano quattro chiacchiere al bar davanti a una tazzina fumante. Bello rendere più dolce la vita… E pensandoci spero di aver restituito anche ai nicesi un po’ di quella dolcezza che ha reso importante la nostra famiglia. Bello, veder da qui i tetti di Nizza e della Trinità, che grazie al lavoro nostro e di tanti amici è diventata un punto di incontro per la città. Solida, accogliente e ornata di quadri che tutti possono ammirare. Ma sì, di cose ne ho fatte, ho avuto una vita bella ma anche costellata di dolori, adesso quelli dei “Pero” che sono andati avanti, sono insieme a me. Per un dolce caffè in cielo.

 

Albino Olivero

3 dicembre 1915 – 14 aprile 2017

Orologiaio e orefice

Ho capito il valore del tempo quando ho iniziato a riparare orologi e ne ho fatto tesoro per vivere al meglio gli anni a venire. E proprio il tempo mi è stato alleato raggiungendo e superando il centesimo compleanno. Fino all’ultimo ho passeggiato per viale alla Vittoria, ma qualche volta mi andava di raggiungere il negozio sotto i portici di piazza San Secondo che ancora oggi porta il mio cognome e dove ho passato tanta parte della mia vita. Tanti astigiani vi sono passati per comprare anelli o altri gioielli da regalare a fidanzate o alle mogli. Alla mia Emilia, che mi ha lasciato dopo più di settant’anni insieme, tra casa e lavoro, avevo riservato il gioiello più prezioso… ora che il negozio è nelle mani di mio figlio e mio nipote, io l’ho raggiunta per donarglielo.

 

Piero Bertolino

24 giugno 1934- 16 aprile 2017

Falegname, Isola d’Asti

Isola era la mia isola, il mio mondo dove sono nato e cresciuto. Ho rincorso un pallone, di quelli di cuio duro e pesante di una volta, poi sono andato a imparare un mestiere a Torino. Con i primi guadagni mi ero comprato una rombante moto Rumi e mi piaceva andarci in giro sulle colline. Potevo restare nella grande città. Sono tornato falegname: il laboratorio, le macchine per lavorare il legno e il gusto del lavoro su misura. Porte, finestre, scale, mobili. Sono tante le testimonianze del mio lavoro che continueranno a parlare di me.

 

Gian Carlo Scarrone

11 novembre 1939-18 aprile 2017

Presidente Associazione Valle Belbo Pulita, Canelli

Dopo la guerra ero un ragazzino che correva contento nei prati e costruiva con gli amici capanne sugli alberi. Da grande mi ha sempre accompagnato la nostalgia di quel tempo in cui si sentiva il canto di grilli e cicale, si vedevano i pesci nel Belbo. Ho passato una vita all’Enel. Nel 1975 sono entrato a far parte del Consiglio comunale di Canelli e nel ’79, come Assessore all’ambiente, ho realizzato il primo depuratore della Valle Belbo. Con Anna mi sono sempre preoccupato delle condizioni del mondo che avremmo lasciato ai nostri discendenti, ai nostri figli Simona e Fabrizio, ai nostri nipoti… Dopo le lotte memorabili in Valle Bormida, ho fondato nel 2008 l’Associazione “Valle Belbo Pulita” per mantenere alta l’attenzione, verificare lo stato dei torrenti e la presenza di veleni nell’ambiente. L’Associazione è cresciuta e ha avuto un ruolo importante nelle decisioni di questi anni, nelle campagne di pulizia del torrente, nell’opera di sensibilizzazione ed educazione dei giovani. In quelle stesse scuole non ho mai smesso di portare, a nome dell’ANPI, il ricordo e la testimonianza degli uomini e degli ideali della Resistenza. Come presidente di Valle Belbo Pulita, ho sviluppato il progetto di un parco didattico nell’invaso delle casse di espansione costruite dopo l’alluvione del ’94 tra Canelli e S. Stefano. È un progetto importante, bisogna cercare i soldi, sensibilizzare le Amministrazioni comunali… C’è ancora molto da fare… ecco la mia eredità.

 

Mario Sesta

25 marzo 1961-13 maggio 2017

Calciatore e allenatore

Nelle foto dei giovanissimi dell’Astimacobi sono di una spanna più alto di tutti gli altri: modestamente, ho sempre avuto un gran fisico. E il mio fisico non era apprezzato solo dagli allenatori: piaceva anche alle ragazze. Magari è per questo che non sono diventato un calciatore professionista. Comunque ho giocato tanto a pallone, e credo di essere stato un buon compagno di squadra e un avversario leale, almeno a giudicare dalle decine di amici ed ex giocatori che sono venuti a salutarmi per l’ultima volta: mi sarebbe piaciuto distribuire le pettorine come facevo quand’ero il mister, si sarebbe potuto organizzare un torneo come quando giocavamo di sera a Portacomaro o a Rocchetta. Negli anni Ottanta erano in tanti a dire: prima o poi me ne vado in Sudamerica e apro un locale. Io l’ho fatto davvero. Adesso che ci penso, forse non è stata una buona idea. Vi sentivo parlare davanti alla chiesa, tristi e increduli; alcuni convinti che le cose fossero andate in maniera diversa da come sono state raccontate. Io posso solo ricordarvi che è già successo che i ragazzi che hanno sempre un sorriso per tutti si sentano improvvisamente disperati. In ogni caso, continuate a guardare ogni tanto le vecchie fotografie e a ricordarmi là dietro a comandare la difesa.

 

Maria Cristina Camera

7 maggio 1964 – 16 maggio 2017

Arredatrice di interni

 

Ruggero Camera

12 ottobre 1923 – 27 maggio 2017

Primario di ortopedia

Sono andata avanti io, troppo presto. Il mio viaggio ha lasciato sgomenti e increduli. Pochi giorni dopo mi ha raggiunta mio padre. Avevamo preso strade diverse: lui era primario di ortopedia, io lavoravo nello studio d’architettura di mio marito. Tanti amici, la famiglia, la città che amo. Credo nella solidarietà: con il Soroptimist ho portato acqua potabile alla comunità di Kouvè, in Togo e sono andata di persona a controllare i lavori. Mio padre Ruggero da presidente del Rotary, organizzò ad Alessandria un concerto con Paolo Conte a favore della vaccinazione antipolio. Ad Asti il suo nome sarà ricordato anche come fondatore della Casa di cura Sant’Anna. Pensateci mano nella mano, come padre e figlia.

 

 

Franco Rovero

19 gennaio 1959- 26 maggio 2017

Distillatore

Ho sempre cercato l’essenza della vita e distillare le vinacce, le erbe e provare ad aromatizzare i vini mi piaceva moltissimo. Fin dal 1980, quando ero ancora studente di enologia, e andammo con i miei fratelli a comperare un piccolo alambicco a Bolzano. Da quella vendemmia nella nostra cascina al Milin di San Marzanotto al profumo dei mosti si aggiunse quello delle grappe. Quante ne ho fatte in questi anni. A noi Rovero, a Michelino, a Claudio, a Rosanna e alle nostre famiglie piace provare, mettersi in gioco. E per gioco ho imparato a volare con gli ultraleggeri e sciavo e andavo in moto. Ho distillato la vita e ora il mio profumo si aggiunge a quelli buoni sull’aia e nelle vigne del Milin.

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Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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