Angelo Franco
11 agosto 1929 – 16 settembre 2016
Autotrasportatore
Ero uno dei Cugini Franco. Avevamo deciso di chiamarci così con mio cugino Giacomo quando aprimmo la ditta in corso XXV Aprile: un’officina per riparare camion e avevamo anche il carro attrezzi poi ci siamo ingranditi con gru e carroponte e specializzati nei trasporti eccezionali. Il nostro nome era diventato un modo di dire tra astigiani. Quando uno era pigro non aveva voglia di alzarsi per andare a lavorare gli dicevano devo chiamare i “Cugini Franco”? Tutta pubblicità. Ne ho masticato di chiavi inglesi, bulloni, carburatori, spinterogeni. A 13 anni ero già in tuta all’officina meccanica di Gambino di piazza Alfieri e a 18 anni ho aperto una mia piccola bottega a Serravalle sotto una tettoia: aggiustavo biciclette, moto, mettevo le mani nei motori dei trattori. Nella vita tutto s’aggiusta. Gli ultimi anni li ho trascorsi a Viatosto, con la mia famiglia. A volte, la sera, mi arrivava dall’autostrada il rumore di un camion che scalava le marce, per me era come una musica lontana.
Alberto Gaj
18 settembre 1928, 20 settembre 2016
Avvocato
Tutti mi chiamavano Albertino. In realtà credo di essere stato un signore di aspetto serio, sempre elegante, come di un’altra epoca. Diventavo un fanciullo quando stavo con i miei nipotini Pietro, Giacomo e Giovanni. Astigiano Doc e fiero di esserlo. Ho fatto l’avvocato e nel 2006 mi hanno dato la medaglia d’oro per i 50 anni di iscrizione all’Ordine. Il mio studio era una seconda casa, non senza qualche discussione con la mia cara Carla. Anche dopo il 2006 ho continuato ad andare in studio tutti i giorni, per leggere e stare con mia figlia Nicoletta che mi ha seguito nella professione. Da giovane sono stato capitano della squadra di calcio dell’Asti e campione regionale di ping pong. Ho amato la buona cucina, il vino, il tennis, le passeggiate al “Bricco” in Val San Pietro, in quel posto magico con un prato ben rasato e una panchina dove lo sguardo vola su tutta la valle del Tanaro. Ci andavo a raccogliere la frutta e le erbette che Carla utilizzava in cucina. E ricordo le tavolate. Aspettavamo con trepidazione il ritorno ad Asti di mio figlio Filippo. Andavamo a cena fuori insieme ed ero tutte le volte felice.
Giovanni Perosino
27 aprile 1924 – 26 settembre 2016
Centauro e concessionario d’auto e moto
Quante strette di mano ho scambiato nella vita. A chi mi consegnava le coppe delle mie vittorie in moto e a tanti che da me hanno acquistato una Ford o una Moto Guzzi. Prima centauro, quasi professionista sui circuiti del Dopoguerra, poi concessionario d’auto a far concorrenza con la Ford allo strapotere della Fiat. Ne ho vendute di Fiesta, Escort e Transit e gli americani mi hanno anche premiato come miglior concessionario dell’anno. Ho sempre amato la velocità e quando passando da corso Casale vedrete alla rotonda la mia sagoma su una moto, pensatemi così, piegato in curva verso il traguardo.
Salvatore Bertazzoli
20 maggio 1943 – 27 settembre 2016
Tipografo
Ho dovuto chiudere la mia tipografia Vinassa il 28 febbraio 2012 e da quel giorno la vita non ha più avuto il sapore dell’inchiostro, delle sigarette eternamente accese, dei caffè per stare sveglio la notte, del sapore della carta umida della prima bozza. Ho sofferto e lottato. Mi chiamavano Tore: ho stampato e impaginato colonne di piombo, giornali, manifesti, locandine, carta intestata, biglietti da visita. Un mondo di carta e di caratteri: quelli in legno grandi e antichi li definivano “cubitali” per i manifesti e i titoli più vistosi. Questo mio mondo era stato sommerso dall’acqua dell’alluvione del novembre 1994 che aveva invaso la tipografia in corso Matteotti. Ho una foto di quei giorni: in stivali di gomma accanto allo scaffale dei caratteri sporchi di fango. Li ho ripuliti tutti ad uno ad uno, come reliquie. Con l’aiuto degli amici e del ricavato di una pubblicazione dei giornalisti astigiani ho avuto la forza di riaprire con mio figlio Andrea. Ma poi il lavoro è calato. Noi tipografi all’antica siamo stati sconfitti dalle stampanti. Molti mi ricordano nella storica sede della Tipografia Vinassa di corso Alfieri, nel cortile interno a due passi dall’angolo del Cocchi. Da quelle vetrate vedevo scorrere la vita astigiana che avevo anticipato nei manifesti di veglioni, comizi, manifestazioni, incontri sportivi. Avevo il “vizio” del Toro e l’umore del lunedì dipendeva dal risultati in campo dei granata, ma bastava una battuta, un caffè, un saluto una stretta di mano, e nessuno si preoccupava che fosse sporca d’inchiostro.
Stefano “Nino” Sappa
5 agosto 1936 – 27 ottobre 2016
Funzionario Inps, ex consigliere comunale
Molti si ricorderanno di me per la mia disponibilità e la mia grande instancabile voglia di fare. Sono nato tra gli orti in corso Savona, a poco a poco cementificati. Mi sono diplomato, e ho iniziato la mia lunga carriera all’INPS. Ho amato Asti, la mia città e ne sono stato consigliere comunale per più legislature nelle file della Democrazia Cristiana. Ero anche iscritto al sindacato Cisl e mi sono impegnato a sostegno della parità tra scuole cattoliche private e scuole pubbliche. Sono stato anche presidente dell’associazione invalidi civili, dell’Uneba a sostegno della case di riposo e al Serra Club “movimento a servizio della Chiesa Cattolica” come segretario. Il tempo libero mi piaceva trascorrerlo nella mia casetta in campagna e curare le piante ed andare a funghi in autunno o in compagnia degli amici mangiando una piadina fatta da mia moglie romagnola, accompagnata da buon vino astigiano. Ho lasciato Pasquina i miei figli Enrico e Marco, le mie nuore e Jacopo il nipote ch ho tanto amato. Ricordatemi così, sempre sorridente e pronto ad aiutare chi avesse bisogno di me. Me ne sono andato in silenzio, in punta di piedi sicuro di trovare nell’aldilà una vita nuova. Sono commosso per l’enorme dimostrazione di affetto e per le tante belle parole ricevute. è stato bello stare con voi sulla terra e continuo da lassù ad essere con voi.
Raffella Peluso
33 anni
Torre del Greco – Montegrosso
Maestra di scuola materna
Sono venuta al Nord per lavorare. Dalla mia Torre del Greco a Montegrosso d’Asti. Quando mi è arrivato quell’incarico di supplenza ho cercato su Google map dove fosse Montegrosso. Un paesotto, provincia di Asti, Piemonte. Ho fatto le valige, come tanti dal Sud prima di me, e sono arrivata: precaria della scuola a 33 anni. Io studiavo ancora, mi dovevo laureare in Giurisprudenza. Alla scuola materna “Regina Margherita” di Montegrosso avevo già imparato a conoscere per nome, ad uno ad uno quei bambini, allegri e curiosi come tutti i bambini. E loro mi chiamavano Lella, la loro nuova maestra. Stavo ad Asti, ospite da un’amica e viaggiavo in pullman ogni giorno. L’autista della Geloso ormai mi conosceva. Era un tipo gioviale. Il destino ci ha uniti, il 25 novembre, in quel giorno di pioggia. Lui guidava quella corriera blu, io era seduta subito dietro. Gli altri passeggeri chiacchieravano tra loro. Dicevano che il Tanaro era grosso, temevano l’alluvione. Io guardavo fuori tutto quel grigio dai vetri appannati. Davanti avevamo un camion con un grosso carico che si è staccato. La frenata, vetri rotti, le grida, il silenzio, il buio. In borsa avevo i disegni colorati dei bambini e dovevamo preparare le poesia di Natale. Saranno la loro preghiera per me.