La primissima impressione incominciando a sfogliare il volume: tre pagine di nomi, i nomi di tutti quelli che, privati o ditte, in modo più o meno rilevante hanno contribuito ai lavori di Palazzo Mazzetti. È anche uno straordinario segno di trasparenza. E i nomi di tutti quelli che meritano un grazie: tantissimi. C’è anche il ringraziamento di una studiosa al compagno per avergli sottratto tempo per la loro vita comune. Segno di bella umanità che lavora insieme con passione.
Non ci sono dubbi che il collante delle prime tre pagine e quindi di tutto il volume sia Vittoria Villani, la direttrice della Fondazione, responsabile unico dei procedimenti. I vari passaggi della ricostruzione storica dell’edificio, del restauro, del nostro magnifico museo sono raccontati con estrema precisione, con una buona scansione delle fasi, con un apparato iconografico straordinario, che coniuga le fotografie degli scavi, della posa degli impianti, dei depositi provvisori durante i lavori di restauro, degli inevitabili spostamenti, di tanti momenti di lavoro duro in un ambiente che sembra quello di una casa in smobilitazione, con il trionfo delle fotografie del risultato finale.
Ci si rende conto del lavoro che c’è stato, della storia dei muri, dei pavimenti, dei soffitti, delle tappezzerie, delle tende fino alle straordinarie opere d’arte del museo. Si tratta di un palazzo e di un museo che può a buon diritto competere per la sua eleganza, per lo splendore, con altri musei italiani. Inoltre non tutti i volumi delle banche hanno i pregi che ha questo: il percorso scientifico preciso e attento in ogni ambito, dall’arte, al restauro, all’impiantistica e il fatto che è in vendita nelle librerie.