L’estate alla spiaggia del Tanaro
Da Il Cittadino del 27 maggio 1961
Si è alle soglie della stagione estiva, una percentuale, non bassa, di cittadini… hanno imparato a trascorrere in letizia le loro ferie e le feste settimanali accontentandosi di una vacanza lungo le verdeggianti sponde del Tanaro. Orbene, di questi… villeggianti «tanarensi», la più gran parte, forse 1200-1500, si riversano nella località denominata «Gino», dall’omonimo caratteristico ristorante…
Ma è proprio a questo punto che nasce il motivo per cui si è creduto scrivere questa lettera: a) la sponda del Tanaro nel tratto denominato «Gino», che presenta una discreta distesa di sabbia, non può essere sfruttata dai villeggianti per la estrema disuguaglianza della superficie che presenta anche abbondanti ciuffi di spontanea vegetazione fluviale, senza la loro eliminazione con adeguati mezzi, quali un bulldozer.
b) Per rendere sabbiosa un’altra piccola zona vicino – che è stata «rasa» dal fiume in piena – si potrebbe renderla accogliente sistemandovi la sabbia, ricuperata dal precedente livellamento.
c) Il Tanaro, nel periodo estivo, ha sempre voluto le sue vittime. Questo pericolo potrebbe essere eliminato non col porre solo tabelle o bandiere di pericolo per indicare la profondità dell’acqua, che d’altra parte per il continuo lavoro delle draghe per l’estrazione della sabbia e della ghiaia, deformano continuamente il letto del fiume, bensì con l’adottare la sistemazione di due o tre boe, collegate tra loro e assicurate alla riva con corde onde delimitare la zona d’acqua in cui fare il bagno senza pericolo.
d) A completamento di tale iniziativa, si dovrebbe trovare la possibilità di dotare detto tratto di fiume di un provetto barcaiolo, da scegliersi fra i due o tre pescatori pensionati per i mesi di Giugno-Luglio-Agosto, che si impegnasse a stazionare nei paraggi delle boe e nelle vicinanze dell’opposta sponda, onde poter tempestivamente intervenire nei casi necessari. Tale servizio potrebbe essere remunerato con un modesto mensile (essendo già pensionato) con un orario che potrebbe essere dalle 9 alle ore 20 di ogni giorno. La barca dovrebbe essere provvista di almeno due salvagenti e di corde con arpioni nonché di una cassetta di medicinali.
Rag. Pietro Conone
Per l’igiene
Da Il Cittadino del 9 luglio 1933
Lettera aperta alle Autorità, preposte alla tutela dell’igiene, per sapere se credano possibile e lecito che annesso ad un sedicente albergo situato in una stretta, ma centrale, popolare via di questa città, sita nei pressi dei mercati di Piazza Statuto, sussista uno stallaggio ove si dà ricetto ad animali bovini ed equini in locali che si dovrebbero chiamare tane, più che stalle, ove si agglomera il letame, dove manca lo spazio, manca l’aria, manca la luce, dove vivono ed emigrano insetti di ogni specie, dove sorgono e si spandono specialmente nella stagione estiva, esalazioni nocive, veicolo di microrganismi dannosi alla salute di tutti, specialmente alle famiglie degli operai, che vivono nelle camere sovrastanti ed adiacenti alle stalle suddette e così in condizioni che frustrano le norme per la sanità e la robustezza della generazione che sorge.
Segue la firma