sabato 7 Dicembre, 2024
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Parole di Pietra

Isacco Artom custode dei segreti di Cavour

Una lapide ne ricorda l’opera da protagonista dell’Ottocento

Isacco Artom oggi pare sorvegliare il traffico di via Cavour all’angolo con via Brofferio. La sua effige è stata collocata più di un secolo fa, il 14 novembre 1901, sulla casa della famiglia Artom, sopra l’attuale farmacia Moderna. Una lapide monumentale: tre metri per uno e mezzo, in granito rosso di Baveno, opera dello scultore Vito Pardo. Al centro c’è un’altra lastra in sienite con lo stemma del Comune, l’epigrafe in bronzo dettata da Costantino Nigra, amico di Artom, e una nicchia con il busto bronzeo dello statista astigiano. Come riportano le cronache del tempo i discorsi ufficiali furono del sindaco Bocca, del prefetto Serafini e del presidente del Senato Giuseppe Saracco.

C’era anche il conte Ottolenghi. Dopo le firme su una pergamena, le autorità andarono a pranzo al Reale e la giornata si concluse con una serata di gala al Teatro Alfieri. Isacco Artom fu un importante protagonista del Risorgimento italiano. Di facoltosa famiglia ebrea, era nato ad Asti il 31 dicembre 1829 da Raffaele Beniamino Artom e da Benedetta Segre. Iniziò gli studi di giurisprudenza all’università di Pisa, per il divieto agli ebrei di frequentare gli atenei del regno subalpino. Nel 1848, con altri studenti, aderì volontario al Battaglione Universitario Toscano, diventato famoso per la battaglia di Curtatone e Montanara. Si ammalò e tornò nella sua casa astigiana, per poi terminare gli studi nell’ateneo torinese (dopo l’apertura accademica agli ebrei da parte dei Savoia) e laurearsi in legge nel 1853. All’ateneo torinese conobbe Costantino Nigra, diventandone amico. Intraprese la carriera diplomatica e a 28 anni fu assunto al Ministero degli Esteri.

La lapide di Isacco Artom sul palazzo all’angolo tra via Cavour e via Brofferio.

 

Quando Nigra fu destinato a Parigi, Artom lo sostituì nel gabinetto particolare di Cavour. Sempre al fianco del conte diventò il vero depositario del pensiero politico di Cavour e dopo la sua improvvisa morte nel giugno del 1861 seppe utilizzare l’esperienza maturata al fianco del “tessitore” dell’unità d’Itala. La sua carriera proseguì con incarichi prestigiosi. Fu capo di gabinetto del ministro Pasolini, fu poi ministro plenipotenziario alla prima conferenza monetaria a Parigi nel 1865 e con Roma capitale; nel 1870 Artom ebbe la nomina a segretario generale al Ministero degli Esteri con ruolo di coordinamento tra il governo e le ambasciate. Il 15 maggio 1876 fu nominato senatore del Regno. Era il primo ebreo a entrare in Parlamento e fu tra i protagonisti del gruppo della Destra storica liberale.

Tra i suoi scritti va ricordata “L’oeuvre parlamentaire du compte de Cavour”, un’opera stesa con Alberto Blanc nel 1862. Tra il ’50 ed il ’59 aveva collaborato alle testate giornalistiche “Opinione” e “Crepuscolo” e fu a lungo il corrispondente del giornale astigiano “Il Cittadino” dalla capitale torinese e da Roma. Morì nella sua casa romana “per grave congestione cerebrale” il 24 gennaio 1900. I funerali si svolsero ad Asti la domenica dopo il 28 gennaio. Il corteo funebre fu aperto da un battaglione di bersaglieri e dalla banda municipale. Il feretro era su una vettura tirata da quattro cavalli paludati a lutto. L’orazione toccò al presidente della congregazione israelita Donato De Benedetti. C’erano le bandiere abbrunate di molte società operaie e cinque carrozze colme di fiori e corone. Artom riposa nella tomba di famiglia del cimitero israelitico di Asti.

La lapide di Isacco Artom sul palazzo all’angolo tra via Cavour e via Brofferio.

 

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