Tra le “parole di pietra” poste sulle facciate del centro va senz’altro ricordata quella murata sopra la farmacia di piazza Roma, che ricorda Giuseppe Maria Bonzanigo, insigne scultore, ebanista e intarsiatore, che in quella casa nacque e lavorò. Bonzanigo (Asti, 6 settembre 1745-Torino, 18 dicembre 1820) era figlio d’arte. Il padre Giorgio, stipettaio e modesto scultore, a sua volta proveniva da una famiglia di ebanisti. Giuseppe Maria imparò i primi rudimenti nella bottega paterna. Per motivi economici non poté approfondire studi artistici, ma studiò da sé e creò i propri concetti artistici ispirandosi alle opere classiche e rinascimentali presenti ad Asti. Operò ad Asti nella chiesa della Trinità e in quella di San Rocco, dove scolpì la tribuna, l’organo e il tabernacolo. Inoltre, la sua bottega confezionò l’arredo della Sinagoga di via Ottolenghi, capolavoro di ebanisteria. La fama e la padronanza tecnica permisero al Bonzanigo di trasferirsi a Torino, dove divenne scultore ritrattista della nobiltà sabauda, scolpendo busti, medaglioni, profili di persone.
Nel 1787 Vittorio Amedeo III, re di Sardegna, lo nominò “scultore della casa reale” con lo stipendio annuo di 200 lire. Il Bonzanigo, con il Piffetti e il Maggiolini, è considerato il terzo dei grandi nomi del mobile italiano del Settecento. Le sue opere migliori, che associano le concezioni della scultura a quelle dell’architettura, si trovano a Torino nel Palazzo Civico, all’Accademia Albertina, a Palazzo Reale, ma anche ad Asti nella Pinacoteca Civica di Palazzo Mazzetti. Quella lapide (purtroppo oggi, come diverse altre, poco leggibile, anche se basterebbe poca spesa per annerirne i caratteri) fu inaugurata mercoledì 20 ottobre 1920, nel primo centenario della morte del Bonzanigo. Arricchita da un bel medaglione con il ritratto dell’artista scolpito da Materno Giribaldi, sovrasta l’iscrizione dettata da Niccola Gabiani. Dopo lo scoprimento, al Teatro Alfieri Leonardo Bistolfi (altro insigne scultore) tenne una solenne commemorazione del Bonzanigo. Quella giornata fu anche l’occasione per inaugurare una grande mostra nella caserma Colli di Felizzano, dove furono esposte opere dei più valenti artisti astigiani, insieme a prodotti dell’industria, dell’orticoltura e della floricoltura locale. Poco tempo dopo, le più importanti opere del Bonzanigo furono radunate ad Asti e messe in mostra a Palazzo Alfieri.