L’alpino di piazza Libertà, nell’aiuola di fronte la Mercato coperto, è da più di 40 anni muto testimone della vita della città. È stato posto sul suo piedistallo nel 1972. Sarà tra i monumenti più fotografati durante l’89° adunata nazionale degli alpini del 13-15 maggio.
Per l’occasione la sezione astigiana dell’Ana ha provveduto alla ripulitura del monumento alle “penne nere”. Al lavoro preparatorio di scrostatura ha provveduto all’inizio di marzo un gruppetto di volontari alpini astigiani, poi sono intervenuti i restauratori del laboratorio specializzato dell’astigiano Roberto Palumbo. L’opera più necessaria è stato il consolidamento delle parti in bronzo che sono attorno al basamento in cemento armato.
Gli esperti del laboratorio sono poi intervenuti sulla statua bronzea dell’alpino (che anni addietro era stata verniciata a smalto), eliminando le incrostazioni formatesi nel tempo. Sono state rimosse, ripulite e risistemate l’iscrizione in bronzo “Cento anni di arduo dovere” e tutte le altre che ornano il monumento.
Necessari anche gli interventi sull’alto rilievo in cemento patinato che ricorda la tragedia del Vajont e sui cinque stemmi in bronzo delle Divisioni Julia, Orobica, Tridentina, Cadore e Taurinense, posti sulla facciata. Nel 1972 il Corpo degli Alpini era composto da quelle cinque Divisioni, ora ridotte a due (Taurinense e Julia) con 12 mila effettivi complessivi (dei quali circa il 10 per cento donne) e la sede del comando generale a Bolzano. Il monumento all’alpino era stato progettato dall’architetto Salva Garipoli e le sculture sono opera del torinese Riccardo Cordero. Venne inaugurato nel pomeriggio di sabato 30 settembre 1972, benedetto dall’allora vescovo Nicola Cavanna alla presenza delle autorità civili e militari.
In quell’occasione il monumento fu consegnato alla città dal presidente dell’Ana di Asti Sergio Venturini all’allora sindaco Guglielmo Berzano. La realizzazione del monumento ricorda i cento anni dalla costituzione del Corpo degli Alpini, fondato il 15 ottobre 1872 su progetto del capitano Giuseppe Perrucchetti e costituito da truppe destinate alla difesa dei confini montani. In quei giorni di fine settembre 1972 la città ospitò l’adunata degli alpini dell’Alta Italia ed oltre 10 mila “penne nere” sfilarono tra due ali di folla da via Petrarca a piazza Campo del Palio.
Nel maggio 1995 ci fu l’Adunata nazionale numero 68. Per erigere il monumento agli alpini, 43 anni fa fu scelta l’aiuola della centralissima piazza Libertà, che prende il nome dal sacrificio di molti astigiani che lottarono per la libertà alla fine di luglio 1797, che in quel luogo vennero giustiziati a conclusione della Rivoluzione Astese e che sono ricordati nella lapide murata nell’edificio proprio di fronte al monumento (vedi Astigiani del settembre 2015).