Oscar Maioglio è un giovane biologo dell’ambiente con la passione per gli insetti. Responsabile delle attività didattiche di Villa Paolina, l’Oasi del WWF a due passi da Asti, insegna i segreti del bosco ai bambini che frequentano il centro in inverno e in estate. Gli brillano gli occhi quando mostra l’insetto foglia camuffato tra i rami e la chiocciola gigante dell’Africa che ha appena depositato in un angolino della tana centinaia di uova. Oppure quando estrae dalla terra una larva gigante di coleottero. “La mia missione – spiega – è di insegnare ai bambini che degli insetti non bisogna avere paura, ma nello stesso tempo che bisogna rispettarli e lasciarli vivere nel loro ambiente”.
Il giovane astigiano ha seguito le ricerche del missionario entomologo Giovanni Onore
La curiosità di Oscar per gli esseri viventi più numerosi sulla Terra è iniziata da piccolo “Durante le vacanze estive delle elementari ero in campagna e andavo in giro da solo a cercarli. Così ho scoperto il cervo volante, uno degli insetti più appariscenti del bosco e poi gli insetti mimetici, tutti affascinanti.
A insegnarmi tante cose è stato l’entomologo Giovanni Onore, orginario di Costigliole, che vista la mia passione mi spedì dall’Ecuador alcuni esemplari di insetti da collezione”.
Con gli anni la passione si è trasformata in progetto di studio e di vita. Iscritto a Scienze Biologiche, Oscar ha conseguito la prima laurea con una tesi sulle farfalle notturne realizzata a Villa Paolina, sotto la guida di Giorgio Baldizzone, fondatore del WWF di Asti e tra i maggiori esperti nazionali di lepidotteri.
La tesi specialistica, conseguita nel 2015, è nata invece da un progetto di ricerca internazionale che ha portato Oscar a trascorrere 45 giorni nel cuore della Riserva di Otonga, in Ecuador, più di 1500 ettari di foresta considerati una delle aree più importanti della Terra sotto il profilo della biodiversità.
Con il supporto del padre missionario Giovanni Onore nelle vesti di coordinatore scientifico e l’avallo delle Università di Quito e di Torino, Oscar ha condotto in porto il suo progetto, individuando nel sottobosco oltre mille esemplari di coleotteri. “Vivevo in una capanna a 20 chilometri dall’ultima strada asfaltata – racconta – ed eravamo nella stagione delle piogge. Scendevamo a fare scorte una volta la settimana. È stata un’esperienza selvaggia ma estremamente affascinante”. Tornato a casa, Oscar ha trascorso i successivi sei mesi a catalogare i coleotteri scovati nel sottobosco, e ha trovato molte specie mai conosciute prima, che ora sono allo studio di scienziati italiani. Dopo la laurea, è tornato all’Oasi WWF Valmanera (Villa Paolina), luogo che ha nel cuore da oltre dieci anni. Ha cominciato a frequentarlo come volontario, poi come operatore del servizio civile, infine dal 2016 come responsabile delle attività didattiche del Centro di educazione ambientale che gestisce insieme a Giulia Farris, biologa ed educatrice ambientale, a Marco Amico, responsabile delle attività di ristorazione e degli eventi e a Laura Cerrato, responsabile della cucina. “Attraverso i centri estivi, le visite delle scuole, i soggiorni in ostello e i vari eventi, come l’osservazione delle stelle in collaborazione con l’associazione Astrofili, cerchiamo di avvicinare i bambini di tutte le età alle risorse naturali del territorio, dalle specie arboree ai fossili, agli animali presenti nei vari habitat. Oltre al museo, c’è l’osservazione diretta nel bosco, nei prati, nello stagno didattico, nella casa dei nidi o nell’apiario”. I bambini imparano a orientarsi e a scoprire le tracce di animali, fanno giochi ed esperimenti con l’acqua, laboratori di cucina ispirati all’educazione alimentare. Da marzo a giugno di quest’anno sono passati dall’Oasi quasi cento classi per un totale di 1900 bambini, prevalentemente astigiani, ma anche delle province vicine. Cosa c’è nel futuro, Oscar?
“Sogno di continuare a lavorare sulla conservazione dell’ambiente e anche di proseguire l’attività di ricerca. In questo momento, in collaborazione con l’Ente Parchi, sto censendo le farfalle e i coleotteri presenti nelle zone umide protette dell’Astigiano. Lo scopo è di poter verificare fra qualche anno se i cambiamenti climatici in corso (innalzamento delle temperature) e i progetti di miglioramento dell’habitat naturale in cantiere con l’Ente Parchi influiranno sulle popolazioni di insetti. Sarei pronto ad accettare qualsiasi progetto che mi porti anche per un breve periodo a scoprire aree vergini in giro per il mondo. Nel frattempo, però, il mio paradiso è qui”.