A tre anni dal suo Trin Trun Tràn, il giornalista, scrittore e regista Livio Musso dà alle stampe un nuovo corposo volume che raccoglie narrativa, testimonianze, aneddoti. Asti dà il titolo al libro ed è il comune denominatore dei contenuti all’interno delle oltre 430 pagine.
Al centro dei racconti – cinquantatré per l’esattezza – c’è una città presentata da due prospettive differenti. La Asti vera, e poi la Asti verosimile, fantastica, con scorci e personaggi che sono parto della fantasia di Musso. Ogni racconto è introdotto da una foto o un disegno, che introducono e in qualche modo stimolano la parte di narrazione, dove qui e là fa capolino il personaggio di Pulu, alter ego dell’autore.
«Alcune storie me le sono inventate – dice Livio Musso nell’introduzione – ma sono, credetemi, così astigiane da essere in qualche modo comunque vere, magari ispirate da una foto, un’immagine, un manifesto come quelli del cinema. Io sono soltanto il narratore dei racconti che leggerete, l’unica vera protagonista è Asti, la sua gente, le sue storie.»
Le immagini chiudono anche idealmente il volume, con una galleria che racconta il mondo scomparso delle orchestre, dei dancing, dei veglioni, e una serie di fotografie dedicate al gioco e al divertimento, dal biliardo al calcio. L’edizione è a cura della Tipografia Astese di Roberto Bona, che stampa per la terza volta un libro di Musso.