Angelo Nosenzo
24 giugno 1928 – 15 dicembre 2017
partigiano, ferroviere
Sono stato partigiano, mi hanno ribattezzato “Diavolo”. Avevo la spavalderia dei 16 anni e capii dai discorsi dei più grandi che stavamo dalla parte giusta. Conoscevo le colline tra Isola (il mio paese), Mongardino e Montegrosso come le mie tasche. Quando finì la guerra divenni ferroviere. E con il treno ho trovato l’amore. Passavo ogni giorno da Castagnole Lanze e vedevo dal finestrino, in un cortile, una bella ragazza. Le lanciai dei fiori e un giorno, osando un po’ di più, le feci avere un mazzo di rose. Mi aspetta-vo ringraziasse. Mi fece trovare quei fiori sui binari e il macchinista li travolse. Ma non travolse il mio amore per Teresa che finalmente sbocciò. Sono diventato capotreno di prima classe. Ho vissuto ad Asti amando la storia di questa città e la mia famiglia. Affido alle mie figlie Silvana e Lauretta i miei ricordi e le mie scelte di vita.
Bruno Carbonero
28 marzo 1938 – 28 dicembre 2017
barista
Quarant’anni a servire caffè e cappuccini. Un vita dietro il bancone di zinco. “Buongiorno, signore”: accoglievo così tutti i miei clienti, abituali o di passaggio. La sosta al bar deve essere garbata e di stile. Così ho vissuto con i miei fratelli Giorgio e Riccardo, gestendo alcuni dei bar storici di Asti: il Caffè Italia, lo Speedy e molti altri. Ora riposo, e quel profumo di caffè appena fatto mi accompagnerà per sempre.
Carlangelo Moro
28 agosto1929 – 12 gennaio 2018
medico, ex presidente Croce Rossa
Sono sempre stato di poche parole, ma ciò non significa non avere idee. Ho creduto nella medicina, nella solidarietà (sono stato presidente della Croce Rossa astigiana) e nella politica. Le mie idee socialiste mi hanno portato in Consiglio comunale, quando la politica era fatta di cose concrete e di principio. Sono stato assessore e ho difeso le mie scelte. Non arringavo le folle, cercavo di ragionare. Ho lavorato in ospedale, da giovane medico a primario.
Da presidente della Croce Rossa ho vissuto il dramma e le ansie dell’alluvione del 1994 capendo quanto fosse importante essere organizzati e sempre pronti. Ho voluto fortemente la nuova sede di via Foscolo, accanto allo stadio. Ogni ambulanza che esce a sirene spiegate in soccorso di qualcuno è il segno che le mie idee sono ancora vive.
Pietro Patrisso
24 agosto 1936 – 13 dicembre 2017
avvocato
È vero. Sono uno di quelli che apparivano nei telegiornali d’epoca (con tutti i colori del grigio sgranato), con la valigia di cartone e l’aria dell’esule. Il mio treno proveniva da Avellino. Ho trovato ad Asti gente che ha apprezzato il giovanotto con tanta fame e tanta voglia di emergere: l’ingegner Angelakis, l’avvocato Marena, soprattutto il commendator Nosenzo. Ora siamo tornati insieme. Ho avuto la fortuna e, perché no?, la capacità di entrare a far parte di qual grande gruppo di imprenditori e sognatori, perché bisogna saper sognare in grande per creare una Unimorando o anche solo l’Asti T.S.C., per un paio d’anni terza squadra di football in Piemonte dopo Toro e Juve. Io combattevo le battaglie legali, e qualche merito so di averlo accumulato. Sono contento di esser diventato astigiano sul campo e viglianese d’adozione per aver costruito casa sul confine di Montegrosso, e di avere un figlio che continuerà la mia opera nello studio legale. Se la serenità nel salutare gli amici deriva dal bilancio positivo di un’esistenza, ebbene, io vi saluto sorridendo. In fondo l’ho fatto per tutta la vita, e so che quella sarà la parte di me che più ricorderete.
Giorgio Galeasso
10 febbraio 1933 – 19 gennaio 2018
Funzionario della Motorizzazione
Vi dicevo “Accosti a destra”. L’esame era finito. Cercavate nello specchietto retrovisore di incrociare il mio sguardo, nascosto dagli occhiali. Quante marce ingranate male, quanti stop saltati, frecce dimenticate e ripartenze in salita con il motore imballato. Volevate la patente. Uomini e donne, ragazzi appena diciottenni e casalinghe che fino ad allora avevano guidato solo il carrello del supermercato.
Vi iscrivevate all’esame come privatisti, oppure dopo aver frequentato le scuole guida, dove il mio nome era mormorato con timore e la mia figura di vecchio monarchico indicata con rispetto.
Toccava a me decidere se farvi uscire dal limbo del foglio rosa. Oggi siete migliaia a guidare grazie a quel mio sì. Rispettate il codice.
Umberto Ugaglia
6 agosto 1917 – 28 gennaio 2018
Filatelico
Non avrei mai pensato di vivere così a lungo. Sono arrivato ai cent’anni. Me ne sono andato serenamente, soddisfatto di tutte le cose che ho fatto nella mia lunga vita. Mi ha fatto piacere salutarvi tutti per l’ultima volta nella chiesa del Don Bosco, di fronte alla casa dove ho vissuto 26 anni con mia figlia Maria Grazia e mio genero Corrado, subito dopo la morte di mia moglie Pina. Sono sempre stato fiero di essere un ex allievo del Don Bosco e ho sempre fatto parte di quell’associazione di cui sono anche stato presidente per molti anni. Ho lavorato all’ufficio bolli automobilistici dell’Aci e ho sempre coltivato la grande passione per il collezionismo di cose astigiane, ma più ancora di francobolli, di cui possedevo esemplari rarissimi, alcuni anche unici.
Con passione ho animato per tanti anni l’Associazione Filatelica Astigiana con molti amici, che mi hanno voluto presidente e poi presidente onorario. Ora ho raggiunto Pina e con lei sfoglierò i tanti libri, i tanti documenti, le tante cartoline di Asti che ho raccolto per tutta la vita. Abbiate cura dei miei francobolli.
Giuseppe Nosenzo
3 maggio 1923 – 8 febbraio.2018
Industriale
In fondo me l’aspettavo, di decollare dalla mia collina della Laverdina e godermi galleggiando la mia città dall’alto. Eccoli i capannoni della ex Morando, proprio di fronte. Lì arrivai coi pantaloni corti spingendo un carretto, e da disegnatore apprendista, lavorando sodo, divenni capo-azienda, con un ufficio tecnico capace di sfornare specialisti ricercati anche all’estero. Costruivamo macchine per fare i mattoni e sui mattoni si regge il mondo. E un po’ più in là il rione Torretta, la parrocchia dove giocava una squadretta di calcio che, appena in grado, aiutai un anno dopo l’altro, e che vinse campionati fino ad assorbire l’Asti e giocare in serie C1. Noi della Torretta vincemmo anche per due volte il Palio, ed io che ero il rettore conservai il drappo che ho voluto accanto ad altre opere d’arte.
Ho lottato e patito. Avevo accettato di candidarmi a sindaco quando pensai che la mia esperienza di imprenditore potesse giovare alle causa di una città come Asti, che viveva le prime incertezze della crisi. Ma la politica non era cosa per me.
Ho cercato di dar vitalità al nostro territorio fondando giornali, radio e trasformando un mio capannone in studio televisivo. Ho aiutato il teatro dialettale e fatto vivere associazioni. Ora tutto è passato.
Ritroverò i compagni di cordata di una vita, amici prima che collaboratori: l’ing. Anghelakis, l’avvocato Marena, il fido Lucotti, il masseur “lupo” Nosenzo, il gentilissimo Benetti, il vulcanico Lachello, e poi ancora Ughetto Perosino, Pietro Patrisso e tanti altri.
Tanti mi ricorderanno come il “cumenda”. Ricordatemi per ciò che ho fatto. Regalo la mia passione e il mio entusiasmo a tutti gli astigiani.
Fabio Imerito
26 settembre 1937 – 20 dicembre 2017
Imprenditore del settore energetico
Ho lavorato, coltivato le amicizie, l’orto e la campagna con la stessa passione. Hanno detto, per raccontarmi, che la mia vita è stata un quadro arcobaleno. Avevo modi dire e piccoli riti che ho sempre rispettato con gli amici. Il caffè al bar mai di lunedì; per andare a cenare al ristorante bisogna passare il Tanaro; l’acqua della piscina, debitamente controllata, deve essere 27,3 gradi; in estate non fa mai troppo caldo….io il golfino me lo porto sempre dietro, non si sa mai …
Ho amato la vita, la mia famiglia, il mio giardino della casa di Valmanera. Pettinavo il prato come i miei capelli e ho preso la vita dal verso giusto.
Bruno Binello
12 marzo 1939 – 5 febbraio 2018
Elettricista
Dicevo che la lunghezza dei cavi elettrici che avevo messo nei miei impianti era di almeno mille volte il giro del mondo. Ho lavorato tanto e amato il mio lavoro. Ho cominciato presto: a 19 anni già avevo la mia ditta, anche se la mamma avrebbe voluto per me un posto fisso all’Enel.
Ha avuto molte passioni: il ciclismo e il calcio. Ho pianto da banbino quando è caduto a Superga il mio grande Toro. Ho creduto nell’Asti calcio e ho aiutato la società. Mi sono appassionato di Palio e sono stato rettore del rione San Paolo per cinque anni, senza però aver mai avuto la soddisfazione di alzare il drappo al cielo.
Ho scelto di riposare per sempre a Revigliasco vicino a mia madre e a mio padre che vidi per la prima volta solo a sei anni, quando tornò dalla prigionia ed è sempre stato il mio eroe.
Nel cielo di Revigliasco, a fine estate, passano stormi vocianti di uccelli migratori. Volano alti. Io sarò tra loro.
Emilio Voglino
20 febbraio 1951- 7 marzo 2018
insegnante
Io ero quello che appare sorridente nelle foto accanto a mio fratello Vittorio. C’ero quando fu eletto deputato per il partito Popolare e gli ero accanto, guardandolo con gioia, in quel giugno del 2002 quando gli astigiani lo elessero a loro sindaco. Noi siamo sempre stati una famiglia unita, fin da quando io, ancora ragazzo, giocavo con i miei amici di via Gandolfino Roreto e lui già studiava all’Università. Mio fratello divenne preside e ho insegnato anch’io Lettere e Storia alla Gatti, alla Jona e al Gauss. I miei alunni mi hanno voluto bene e io a loro.
Aldo Melle
26 maggio 1924 – 7 marzo 2018
Veterinario
Sono nato a Torino dove ho studiato veterinaria, ma mi sono trasferito ad Asti per iniziare la carriera in uno studio e poi diventare amico dei cani che ho curato in tanti canili della provincia. Gli animali sono stati solo una parte della mia vita: mi sono dilettato con la scultura, ho scritto canzoni, suonato la chitarra, recitato e scritto poesie, tutto con e per gli amici, durante le tanto amate cene insieme a loro.
Ricordatemi con i miei versi che vi lascio:
La foglioletta recisa
Giace la foglioletta
nel suo color primiero:
la percosse il vento
nel suo mistero:
ancor la rimuove,
ma dolcemente
come l’umana mente
di una verde vita
per la triste sorte
ricordandone la morte.