L’Associazione J’Amis d’la Përa ha appena compiuti i cinquant’anni e con uno sforzo collettivo e generoso di molti nasce un libro. Il volume parte da un documento dattiloscritto su carta intestata “Porta Turin – J’Amis d’la Përa” uscito dal crutin del Bar Rio a Porta Torino, dove si ritrovavano alcuni personaggi «che ben rappresentavano il variegato e stratificato tessuto sociale della zona». L’intento dell’associazione era quello di risvegliare negli associati una coscienza umanitaria diretta ad aiutare persone, comunità ed enti che vivevano e operavano in particolari disagiate condizioni. Tutti gli astigiani conoscono bene la Compagnia Teatrale “Angelo Brofferio” che è una delle gemmazioni importanti dell’Associazione sul finire degli anni Settanta, ma forse non tutti sanno bene quello che, secondo gli obiettivi del 1958, J’Amis hanno fatto per Asti e continuano a fare, felici di farlo.
Non per niente i soci anziani ricordano ai soci giovani i fattori fondamentali del fare parte del sodalizio: silenzio e lavoro. Nel 1969 il lavoro di tutti i soci rimetteva a nuovo l’opera pia “Casa di Nazareth”, e poi borse di studio, importanti e costose attrezzature per l’Ospedale e la Casa di Riposo, contributi in denaro a molte comunità. Ma torniamo alla Compagnia Teatrale e pensiamo a Emanuele Pastrone. Il libro, già di per sé carico di belle, emozionanti foto, non risparmia le foto di Falamoca, il grande Pastrone, bello in ogni immagine. Il presentatore diceva, all’inizio di ogni spettacolo: «Voi non lo conoscete, ha gli occhi belli… chi? Pastrone Emanuele da stasiun». Il libro è completo di nomi, presidenti, premiati dell’Ordin d’la përa, attori, registi, e ha un corredo emozionante di articoli di membri del sodalizio, soprattutto uomini e donne di teatro (Luciano Nattino, Gian Porro, Enrica Cerrato), amis perdutamente innamorati di quel mondo.