mercoledì 23 Aprile, 2025
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Faldone Aperto

Quei primi Natale di pace con i fichi secchi

Nel 1945 e ’46 pacchi dono ai poveri e ai bambini

L’Archivio storico comunale di Asti custodisce, tra le decine di migliaia di documenti e fotografie, un manifesto e alcune immagini che rimandano al primo Natale di pace dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Siamo nel 1945 e anche ad Asti la povertà è diffusa. Il Comitato di Liberazione nazionale, destituita l’autorità fascista, aveva nominato sindaco l’avvocato Felice Platone, che fin da subito sollecitò il concorso di tutti i cittadini e si mosse per far fronte alla grave emergenza assistenziale rappresentata dai senza lavoro e dagli sfollati. Persone e famiglie cui la guerra ha tolto tutto.

Il sindaco Felice Platone istituisce il comitato “Asti-Natale”

 

Nel contesto di queste iniziative, si inserisce l’istituzione da parte dell’Amministrazione comunale del “Comitato Asti Natale” cui vennero chiamate a partecipare persone di ogni
credo politico allo scopo di dar vita a una manifestazione di illuminata solidarietà umana […] destinata a portare un sorriso pur nelle case più povere in occasione del Natale.

È il 27 novembre 1945 e nasce, con unanime consenso della giunta, “Asti- Natale”, la festa natalizia per i bimbi, i vecchi e le famiglie bisognose. Le persone da assistere, si scrive nel verbale dell’incontro, saranno circa 3600 (su una popolazione di poco più di cinquantamila abitanti).

Si provvederà inoltre a offrire derrate alimentari agli Istituti di assistenza e beneficenza perché il pranzo di Natale dei loro assistiti sia migliore.

Momenti della consegna dei pacchi dono del comitato Asti Natale negli Anni 45 e 46 (Archivio Storico del Comune di Asti)
Momenti della consegna dei pacchi dono del comitato Asti Natale negli Anni 45 e 46 (Archivio Storico del Comune di Asti)

Ci sono 3600 persone da assistere con cibo, legna, carbone

 

I bambini riceveranno dolci, giocattoli “modesti” e indumenti. Sono coinvolti nella raccolta il Governo militare Alleato, la Camera del Lavoro, l’Unione Industriale, l’Associazione Commercianti, i Coltivatori diretti, gli Istituti bancari, l’Amministrazione Provinciale, il Ministero dell’Assistenza Post-bellica, il Consorzio Agrario Provinciale e numerose altre
associazioni di categoria.

Alla colletta pubblica rispondono anche singoli cittadini, commercianti di generi alimentari (pasticcerie, macellerie, salumerie), di indumenti, di calzature, di stoffe, titolari di note industrie locali (a nome proprio e per conto della loro azienda), artigiani e ordini professionali.

Nei pacchi viveri pochi etti di pane, pasta, frutta e una manciata di noci

 

Nella nota predisposta a consuntivo dell’iniziativa si legge che la distribuzione, a cura dell’Ente Comunale di Assistenza, ha compreso 2550 pacchi viveri. La loro composizione, riletta oggi, va a comprendere l’estrema emergenza di quei mesi: 3 etti di pane, 3-4 etti di riso o pasta, un etto e mezzo di salumi, mezzo chilo di pere o mele, un etto di noci e/o altrettanti di fichi secchi e/o cioccolato.

Fu anche distribuito un numero non precisato di pacchi con giocattoli, dolci, quaderni
e abiti ai bambini degli asili infantili e delle scuole. Nell’elenco troviamo anche vino, carne,
uova, frutta, zucchero e tabacco ai ricoverati presso gli enti caritatevoli, 650 paia di zoccoli di varie misure per gli indigenti, legna da ardere e carbone da riscaldamento.

Per il pranzo di quel Natale 1945 l’Ente nazionale Assistenza Lavoratori ha ospitato 150 senza tetto, mentre 15 bambini, segnalati dall’Amministrazione Comunale, sono stati ospiti alla mensa ufficiali della Caserma Colli di Felizzano.

Complessivamente le elargizioni in denaro sono ammontate a lire 717.493,55 lire. Il successo di quella prima edizione di “Asti-Natale” e la rinascita sempre più tangibile, fanno sì che il sindaco Platone, confermato nella carica  con le elezioni della primavera del 1946, elogiando la manifestazione e “le più ampie possibilità realizzatrici”, la riproponga anche per il Natale del 1946.

Nel 1946 un veglione all’Alfieri per raccogliere fondi

 

In questa occasione, la distribuzione di combustibile sarà maggiore rispetto all’anno precedente: verranno raccolti e assegnati alle famiglie in stato di necessità complessivamente 20 quintali di “mattonelle” (di cui metà ricevuti in regalo e metà pagati a un prezzo di favore) e 25 quintali di legna (di cui 10 acquistati a prezzo ridotto).

“Asti-Natale” del 1946 vedrà anche un veglione di beneficenza al Teatro Alfieri la sera del 21 dicembre. La voglia di ballo, di divertimento e di momenti di allegria indicano che la catastrofe della guerra si sta assorbendo e ad Asti, come altrove, la vita sta ricominciando a scorrere.

La vendita dei biglietti, promossa al motto “la luce del sorriso su ogni volto di bimbo”, si chiude in pochi giorni. L’orchestra Cetra, diretta dal maestro Beppe Moietta, anima la
festa: un successo, il Teatro Alfieri è gremito e la partecipazione altissima.

Gli utili netti ammontano a lire 95.350. I pacchi famigliari (comprensivi di viveri, indumenti e giocattoli) sono 2000, i doni per gli indigenti ricoverati in ospedale e negli istituti assistenziali 830. Il pranzo natalizio viene offerto a 140 poveri e i bambini, ospiti degli ufficiali del 21° Reggimento Fanteria “Cremona”, sono solo 8 (la metà dell’anno precedente).

Vengono anche distribuiti 90 “pacchi di sollievo” ai bimbi ricoverati nel reparto pediatrico dell’ospedale e ai ricoverati per tubercolosi. Circa altrettanti sono i doni per l’Educatorio di Buttigliera. I proventi delle donazioni in denaro per il Natale del 1946 ammontano a lire
756.646,30.

“Asti-Natale” proseguirà ancora per anni, tessendo un filo di solidarietà che non si è più spezzato.

L'AUTRICE DELL'ARTICOLO

Barbara Molina
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