mercoledì 11 Dicembre, 2024
HomeSe ci pensoMio nonno un pioniere delle due ruote
Se ci penso

Mio nonno un pioniere delle due ruote

Velocipedi a motore e biciclette create dall’astigiano Florio. A Genova anche taxi e navi. Morì a soli 34 anni nel 1918

Ho un nonno pioniere del motociclismo che purtroppo non ho potuto conoscere. Ne porto il nome con orgoglio e mi piace rievocarne la vicenda imprenditoriale e umana che da Asti lo portò in Liguria. Ciò che ha realizzato in pochi anni di vita (morì a soli 34 anni nel 1918) è talmente straordinario da fare sì che la sua figura sia stata avvertita in famiglia come particolarmente vitale e, a suo modo, presente. Mio nonno era nato ad Asti l’11 febbraio 1884 da famiglia piemontese di tradizioni contadine. Suo padre, Lorenzo Florio, classe 1854, era stato il primo della famiglia a lasciare la terra per un lavoro del tutto nuovo a quell’epoca: faceva infatti il “guardiano delle Regie Ferrovie” cioè il casellante: nel 1880 il mio bisnonno Lorenzo, con la bisnonna Domenica, operava nella piccola stazione ferroviaria di Varigotti. Immagino la giovane coppia in quello stupendo borgo di marinai ancora non contaminato da cementificazione e sovraffollamento turistico.

Carta intestata della “Premiata Ditta di cicli e motocicli Luigi Florio”

 

Mio nonno Luigi crebbe pertanto a stretto contatto con quella rivoluzionaria macchina chiamata locomotiva a vapore. Dovette restarne alquanto affascinato se poco più che adolescente, complice una innata passione per la meccanica, riuscì a realizzarne un modellino perfettamente funzionate. Ricordo che da bambino – avrò avuto 6 o 7 anni – mio padre mi portò a fare visita a un anziano signore che in gioventù era stato amico del nonno e all’epoca gestiva con la famiglia un negozio di fiori ad Asti all’inizio di viale al cimitero (l’attuale viale Don Bianco). Fu quel signore a raccontarmi la storia del trenino in miniatura, della cui realizzazione era stato testimone. Il nonno aveva ad Asti un caro amico: si chiamava Giuseppe Connone (i suoi discendenti hanno perso una “n” nel cognome e si chiamano Conone), era figlio di un rinomato bottaio e fece anch’egli per circa 40 anni il bottaio in corso Alessandria. Fu quell’amico a presentare a mio nonno una sua bella cuginetta, Amelia, figlia di quell’Alberto Ercole che avrebbe dato il nome alle omonime Ferriere. Credo che tra i due sia scoccata subito la fatale scintilla. Sta di fatto che Luigi a 15 anni – non so dire se più per amore o per necessità – andò a lavorare alle “Officine Ercole”, allora in via Garibaldi, al piano terreno della casa a tre piani (l’attuale n. 15) in cui la famiglia Ercole viveva; l’anno prima, nel 1898, era prematuramente scomparso, a soli 50 anni, Alberto Ercole, e c’era bisogno di gente per aiutare la moglie Caterina e i quattro giovanissimi figli a mandare avanti l’attività.

Luigi Florio e Amelia Ercole in viaggio di nozze a Venezia nel 1913

 

Arrivò il servizio militare, che all’epoca durava circa due anni e portò il nonno prima ad Alessandria, nel 2° Reggimento di Artiglieria da Fortezza, dove venne premiato per avere inventato una speciale serratura di sicurezza ribattezzata “Sistema Florio Luigi”; quindi, nel 1903, a Sampierdarena, allora Comune autonomo dall’attigua Genova. Qui, in quella che era chiamata la “Manchester d’Italia”, il nonno venne a contatto con una realtà estremamente dinamica, nuove idee, sistemi produttivi innovativi, intensi traffici commerciali favoriti dalla presenza di un porto tra i più importanti d’Europa. Nonno Luigi capì che quello era il suo posto e decise che sarebbe rimasto a Sampierdarena anche dopo la naja per cercare di mettere a frutto le tante idee che gli frullavano in testa. Lo disse ad Amelia, che non la prese bene, ma seguì una promessa: se la sorte gli avesse arriso loro si sarebbero sposati e lei lo avrebbe raggiunto nella casa vicino al porto. Dovettero passare nove anni, ma alla fine il loro sogno si compì. Tra il 1904 e il 1913 il nonno diede vita a un incredibile turbine di iniziative che lo portarono dapprima a diventare concessionario per la Liguria della Casa francese Alcyon, produttrice di biciclette e “velocipedi a motore”, poi anche della Moto-Reve Italiana, quindi a impiantare egli stesso a Sampierdarena, nella centralissima via Cristoforo Colombo, una fabbrica di biciclette e motociclette marca “Florio”.

L’impresa ebbe successo e aprì un ufficio anche nel centro di Genova, in piazza del Seminario. Fu tra i promotori nel capoluogo ligure di uno dei primi servizi taxi e divenne anche armatore di una nave mercantile. A testimonianza di questi memorabili anni conservo una grande medaglia con effigie del re Vittorio Emanuele III con cui il nonno nel 1908, a soli 24 anni, fu premiato quale vincitore del “Grand Prix” all’Esposizione Internazionale delle Industrie che si tenne in quell’anno a Genova. Vi aveva preso parte con i suoi “velocipedi”. Alcuni di questi mezzi erano venduti nell’Astigiano. Dal libro di Remo Gianuzzi Castagnole Lanze dai Romani ai giorni nostri, edito nel 1977, ho appreso, non senza commozione, che nella locale frazione di San Bartolomeo «la bicicletta “vera” sarebbe arrivata esattamente il lunedì di Pasqua del 1909: ne arrivarono contemporaneamente ben sette esemplari da Genova-Sampierdarena ed erano marca Florio» (opera citata, pag. 402). Insomma, nel giro di pochi anni il nonno aveva fatto fortuna. Il sogno d’amore poteva dunque realizzarsi: Luigi e Amelia si sposarono ad Asti, in San Secondo, il 18 settembre 1913. Giuseppe Connone fu un loro testimone di nozze. Dopo il banchetto partirono per il viaggio di nozze a Venezia. Da quel giorno smisero di darsi del lei (come allora si usava tra fidanzati) e “misero in cantiere” mio padre Enzo, il loro unico figlio, nato a Sampierdarena undici mesi dopo.

Mio padre a tre anni si portava nel letto, insieme all’orsacchiotto, anche la pompa della bicicletta che il babbo gli aveva fabbricato; pare che la mamma non gradisse ma papà Luigi, al contrario, ne fosse fiero. Arrivò la Grande Guerra e il nonno Luigi fu esentato dall’arruolarsi: la sua fabbrica serviva alle produzioni belliche. Di quel terribile conflitto egli non vide la fine, stroncato il 7 luglio 1918 dalla spagnola, la micidiale epidemia che tra il 1918 e il 1920 fece nel mondo oltre 50 milioni di vittime. Mia nonna Amelia aveva chiamato a consulto i principali luminari dell’epoca tra i quali, da Bologna, il celebre prof. Augusto Murri, medico personale del re. Non servì a nulla. Rimasta vedova, poco più che trentenne, con un figlio che ancora non aveva compiuto 4 anni, nonna Amelia decise di liquidare le attività genovesi e di fare ritorno ad Asti, dove tornò a vivere nella casa di via Garibaldi e a occuparsi per alcuni anni delle Ferriere insieme a sua madre e ai suoi tre fratelli Michele, Marte e Ida.

La medaglia “Grand Prix” vinto da Florio nel 1908 all’Esposizione Internazionale delle industrie di Genova

 

Spesso mi sono chiesto quante cose mi avrebbe potuto raccontare e insegnare mio nonno se lo avessi conosciuto, e quali traguardi egli avrebbe potuto raggiungere: forse il marchio Florio sarebbe diventato famoso come quello di altre Case motociclistiche come Guzzi, Gilera o Ducati… Di lui mi è rimasta la passione per le due ruote che rivedo già nei suoi bisnipoti Lorenzo ed Enea, i miei due figli di 9 e 7 anni.

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

[starbox]

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Propongo la mappa dei ciliegi in fiore

Quanta bellezza ci regala il nostro territorio nelle varie stagioni. Avete presente quando in primavera incominciano a fiorire i ciliegi? Mille batuffoli bianchi con...

Sul calendario Gennaio-febbraio-marzo 2019

13 gennaio Impresa alpinistica per l’imprenditore canellese Ssergio Cirio, presidente dell’azienda enomeccanica Arol. Insieme alla guida alpina di Cervinia François Cazzanelli, conquista la cima del...

Accadde nel primo trimestre 2009-1919

2009 7 gennaio - chiudono i cinema Politeama e Ritz di via Ospedale. 25 gennaio - si è spento a 86 anni l’enologo Adriano Rampone, per...

La Collina di Spoon River

Gianluigi Faganelli Genova 22 novembre 1933 – Cocconato 24 luglio 2018 Geologo e insegnante di scienze Una laurea in Geologia e la passione per le scienze naturali...

L’acciugaio che lasciò il diploma nel cassetto

Quando sei l’ultimo di una dinastia, diventi oggetto di un sentimento misto di ammirazione e affetto. La dinastia di Mario Delpuy era quella degli...

Don Giuseppe Bolla, “Monsignore ma non troppo”

Moncalvo ha avuto per 22 anni un parroco che i più anziani ricordano ancora oggi. Don Giuseppe Bolla aveva un sorriso dolce e un...

Il misterioso manoscritto del prestigiatore

In una stanzetta al fondo dei locali al pian terreno di Palazzo Alfieri, che oggi, dopo il restauro, ospitano la Fondazione Guglielminetti, oltre 30...

Amare una città, amare il mondo. Piccoli racconti di gentilezza

In tutti i racconti di Giordanino affiorano storie del passato e storie di quotidianità. Ama Asti, le terre che stanno intorno e ama sicuramente...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE