martedì 2 Dicembre, 2025
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Se ci penso

Il designer che raccontava la storia a colori

La vita e le passioni di Alessandro Porta

Per mio papà Sandro il disegno era vita. Così lo voglio ricordare. Vivo e sorridente davanti alle sue opere che parlavano e parlano per lui e di lui.

E’ passato poco più di un anno da quando se n’è andato, il 3 maggio 2018, dopo quattro mesi di terapia intensiva al San Raffaele di Milano. Non poteva più disegnare ed era triste, ma non ha smesso di sorridere a mia madre, a me, a mio fratello Cesare e a
mia sorella Eleonora.

Aveva tante passioni, ma un unico mestiere che adorava: fare il designer, e quel lavoro lo intraprese dall’età di diciassette anni fino a quando il suo cuore si ammalò, quindi fino a settantatré anni. Il disegno, quindi, possiamo dire che è stato il suo pane quotidiano.

E se al lavoro, prima in Fiat e poi da Giugiaro, si occupava di disegni di veicoli che poi prendevano forma – principalmente prototipi di mezzi che venivano poi messi in produzione e altri progetti per i saloni internazionali – a casa, il disegno invece lo aiutava, in un certo senso, a scaricare la tensione.

Una Lamborghini Miura interpretata dalla matita di Alessandro Porta

Per finire certe tavole ci volevano mesi di lavoro

 

Quasi tutte le sere, lui si metteva al tavolo da disegno e creava. I suoi temi erano tanti, spaziavano da scene agricole, a camion, treni, aerei, navi, ma anche episodi di guerra, ritrovamenti di fossili, monumenti chiese, immagini dal futuro.

Su un pannello di compensato stendeva un foglio di carta Canson, lo fissava, lo bagnava e poi partiva con il suo dipinto. Alcune tavole ci metteva dei mesi a finirle, altre erano più veloci, dipendeva dal tipo di illustrazione e dall’estro che lo guidava.

Sviluppò, con il tempo, una tecnica diciamo più artistica, con pennellate più veloci e con risultati più suggestivi; le chiese romaniche, ad esempio, ne sono la prova evidente,
perché i soggetti rendevano possibile un’interpretazione più libera, mentre altri soggetti li affrontava, ovviamente, con maggior precisione stilistica e pittorica.

Con i suoi disegni ha riportato in vita animali estinti, ricreando immagini di epoche preistoriche; ma ciò che lo rendeva unico era la sua immensa immaginazione, sapeva
ambientare e ricostruire le scene con grande precisione senza perdere la “visione”.

Anche negli studi per dar vita a macchine e trattori del futuro, con ambientazioni talvolta dai cieli inquietanti, si avverte sempre la sua serenità di fondo.

Mio padre era affascinato dai motori, essendo un perito meccanico ne capiva parecchio e aveva una notevole esperienza motoristica. La sua competenza a 360 gradi lo portava a smontare e riparare motori automobilistici, ma sapeva aggiustare anche moto, trattori ecc. Per lui riparare qualcosa rappresentava una sfida con se stesso, una sfida che vinceva quasi sempre, anche grazie alla sua testardaggine e caparbietà.

Aveva un rapporto molto forte con la campagna e la terra astigiana, per questo amava i trattori e i mezzi agricoli, ne era affascinato perché gli ricordavano la sua infanzia. Non a caso spesso raccontava che da piccolo si costruiva giocattoli di legno, anche perché una volta i pochi giocattoli erano realizzati o dai genitori o dagli stessi bambini.

E sempre da piccolo sognava di guidare i trattori, e quando fu grande ne collezionò un
grande numero. Li puliva spesso, se ne prendeva cura quasi avessero avuto un’anima… e forse un’anima ce l’avevano davvero.

 

Per saperne di più 

IL DESIGN NEL DNA – Blog dedicato alle opere del designer Alessandro Porta, curato dalla figlia Floriana. http://alessandroporta.wordpress.com

 

 

L'AUTRICE DELL'ARTICOLO

Floriana Porta
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Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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