Il volume I giochi della vita è l’ultimo frutto di un lavoro durato più lustri sul ritrovato
archivio folklorico dello studioso braidese di cultura popolare Carlo Euclide Milano.
Un recupero che ha permesso di riportare alla luce un complesso patrimonio di saperi orali e gestuali non più presente tra le ultime generazioni perché, al trascorrere del Millennio, le conoscenze che appartenevano all’oralità contadina della tradizione sono andate perdute, abbandonate all’oblio.
Il ricercatore Agostino Borra, dopo aver organizzato, analizzato e pubblicato alcuni volumi tratti dall’archivio dello studioso sulle tradizioni e i canti popolari: Un giardino di folk-lore, 2001, sulle feste popolari: Raggi di sole, 2005, sui proverbi, le superstizioni, gli scongiuri, gli amuleti e le leggende: Proverbi, superstizioni e leggende della Provincia di Cuneo, 2011, ora con quest’ultimo lavoro affronta il tema materiale e immateriale del gioco infantile e adulto, delle filastrocche e delle conte, delle ninne nanne.

Quello dei giochi popolari è dunque un lavoro prezioso da cui traspare la passione dello studioso che coltiva, oltre l’interesse per i dati di cultura della tradizione, anche il frutto dei suoi trascorsi di maestro elementare di collina. Di insegnante che sente l’impegno e la pedagogica comprensione del gioco, nelle pratiche e nelle forme dell’educazione quale tratto indispensabile di un progetto didattico di formazione, di un patrimonio da riportare alla luce e da rivalorizzare.
Il volume raccoglie i giochi infantili tradizionali, le filastrocche, le conte e i sorteggi per la scelta dei ruoli, i giochi ‘adulti e non’ delle feste patronali e campestri, ma anche i ‘giochi linguistici’, quelli che solo gli artisti, le persone creative sanno eseguire, guidati come i bambini dalla fantasia e infine le ninne nanne, quasi formule magiche di trasmissione della cultura popolare e di comunicazione orale.
Agostino Borra sistematizza e organizza criticamente il vasto patrimonio folklorico, frutto di una vita di lavoro dedicato alla cultura popolare e completa gli appunti di Milano con un’indispensabile, ampia e attenta serie di note esplicative relative ai singoli giochi e alle conte tra bambini, i veri attori della comunicazione orale e gestuale.
Una strada di conoscenza e di memoria cogente a quella affrontata e percorsa a Pippo Sacco con la sua lunga quanto preziosa ricerca di terreno nell’Astigiano, sul complessivo quadro dei patrimoni materiali e immateriali relativi al gioco: Tre civette sul comò. Come si divertivano i ragazzi di un tempo, edito da Astigiani dicembre 2018.

Un patrimonio che comparato con quello analizzato da Borra permette un originale raffronto relativo ad un territorio d’indagine più vasto, al fine di definire somiglianze e diversità delle popolari culture delle colline del Piemonte meridionale e non solo.
Sono lieto d’aver scritto la prefazione sia a Sacco sia a Borra, un impegno che mi ha permesso di reimparare, di riappropriarmi di un patrimonio di conoscenze orali abbandonate al margine dell’esistenza.
Un percorso, un gioco che, come ricorda Beppe Fenoglio in Un giorno di fuoco, dovrebbe riportarci a sporcarci la faccia per “prendere con la lingua uno scudo d’argento appiccicato al fondo sporco di una casseruola sospesa ad un filo”, per farci ritornare bambini di un tempo con il bisogno di giocare sul teatro della vita quel ‘gioco profondo’ che va interpretato anche giocando al passato, alla memoria.











































