Michele Miravalle, astigiano, avvocato e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, è anche coordinatore nazionale dell’Osservatorio sulle condizioni detentive dell’associazione Antigone. Il titolo, soltanto all’apparenza colloquiale, della sua monografia svela un universo complesso: quello degli ospedali psichiatrici giudiziari (chiusi per legge dal 31 marzo di quest’anno) e dei “folli-rei” che li hanno abitati. La storia degli ospedali psichiatrici giudiziari è ricostruita in modo estremamente analitico, che ben evidenzia il loro carattere di istituzione totale e segregante, difficilmente compatibile con le esigenze di una piena tutela della salute e della personalità individuale (come rilevato dalla Corte costituzionale già nel 2003).
Di particolare interesse è il Capitolo III, dedicato alle prospettive ordinamentali che si delineano dopo la chiusura degli Opg, sollecitata anche dalle accorate denunce pubbliche della Commissione Marino (2010-2011) e anticipata dalla costituzione, su base regionale, di REMS (Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza). La problematica dei folli-rei è analizzata nel suo essere «un microcosmo, perso nel macrocosmo delle istituzioni penitenziarie». La reputazione di un’intera società deriva anche dal grado di consapevole elaborazione delle esigenze rieducative e di cura ineliminabili anche in situazioni-limite che se richiedono istituzioni in qualche misura segreganti, allo stesso tempo rifiutano il loro trasformarsi in istituzioni violente e disumane.