Quando Gino Ferraris, trombettista eclettico, entrò a far parte della Banda musicale “Giuseppe Cotti” di Asti, diretta da Ezio Baroncini, aveva 10 anni.
Ora ne ha 78.
Questo vuol dire che nel 2015, quando avrà tagliano il traguardo dell’ottantina , festeggerà (e sarà festeggiato) settant’anni di appartenenza alla gloriosa formazione, con l’intento di appendere al chiodo tromba e cornetta il più tardi possibile. Le premesse sono buone, giacché Gino gode di ottima salute e, ancora oggi, suona con l’entusiasmo del neofita. Ad avviarlo allo studio della musica fu il maestro Giovanni Bosi, nel 1943. Dopodiché si iscrisse all’Istituto Verdi di Asti. L’inizio dell’attività da strumentista, coincise con l’apertura di una miriade di “dancing” nel territorio astigiano.
Era il 1951 e gli italiani, appena usciti da una guerra disastrosa, avevano una gran voglia di ballare. Il primo ingaggio fu alla “Fontana”, di Isola d’Asti e subito dopo eccolo nell’orchestra che si esibiva da “Bianco”, a Costigliole d’Asti. Con il maestro Rosani, tra il 1953 e il ’55 fece le stagioni invernali alla “Bocciofila” di Asti, con sede in un elegante edificio di via Massimo d’Azeglio all’angolo con via Antica Zecca, che venne abbattuto nel periodo in cui imperversava la speculazione edilizia. Nell’epoca della “rinascita” musicale astigiana, Gino Ferraris fece squillare tromba e cornetta nei locali più alla moda: dalla “Palmarosa” ai “Ferrovieri”; dal Circolo dei “Socialisti” agli “Alpini”. E con musicisti di fama: Nino Virano, Marcello Arri, Mario Rustichelli, Mario Monteregge, Nando Tirelli, i fratelli Marozzi, Carlo Manina, Piero Fassio, Alfredo Masperone, accompagnati, in varie occasioni, dalla voce di Enzo Carbone. Con l’orchestra di Lorenzo Gardino, arrivarono anche le incisioni per prestigiose case discografiche come “Durium”, “Arpeggio”, “La voce del padrone”. Magici, per la sua carriera, furono gli anni ’60, che ebbero inizio nel gruppo del grande Aspar Rovero, batterista di Cinico Angelini. Con Aspar suonò nei circoli più esclusivi di Torino e in quei locali – “Arlecchino”, “Club 84”, “Castellino danze”, “La perla” – in cui passarono intere generazioni di ballerini tornesi. Uno dei ricordi più belli conservati dal trombettista astigiano, è legato al Veglione di Carnevale all’Hotel Principi di Piemonte: “Un ambiente che non conoscevo. Prima di cominciare mi sentivo in soggezione. Ma una volta partiti sprigionammo faville”, confessa.
In seguito entrò alla Rai. Con l’orchestra di Gaetano Gimelli, partecipò a 40 puntate della trasmissione televisiva “Tutti in pista”. Lavorò anche con Giovanni Fenati, William Galassini e Vantellini in “Quattro passi tra le note”. Con le orchestre della Rai, accompagnò cantanti famosi, a cominciare dal “Duo Fasano” . Poi vennero Johnny Dorelli, Corrado Lojacono, Nella Colombo, Tonina Torrielli, Isa Barzizza e tanti altri. “Col passare degli anni, gli impegni si infittirono. Ci fu un tempo in cui dormivo con la valigia pronta e la tromba chiusa nella custodia, ai piedi del letto. Ma a dire il vero non ho mai voluto fare il professionista a tutto tondo. Perché ho passato trent’anni della mia vita alla Way Assauto e in quel periodo ho dovuto “giostrare” gli orari, suddividendoli tra musica e impiego”, racconta. In realtà, il professionista di famiglia è il figlio Massimo, che suona il clarinetto nell’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova. Gino Ferraris nel 1990 ha ricostruito – e dirige tutt’ora- la banda musicale di Villafranca d’Asti; per questo suo merito il Comune lo ha nominato cittadino onorario.
“La musica è tutta bella. È il mezzo espressivo che più colpisce a fondo l’animo umano. Ma se devo esprimere una preferenza, allora vado sul jazz, che elettrizza chi suona e chi ascolta. Faccio parte della Mobil Swing Band. E una delle più grandi soddisfazioni è quella di aver suonato con Gianni Basso. Col jazz, anche se ci si può sbizzarrire in libertà negli assolo, è pur sempre un gioco di squadra, che per produrre un grande effetto di insieme, ha bisogno di coesione e affiatamento tra gli strumentisti. E far parte di un collettivo che esprime creatività, mi piace”.