Anche nell’Astigiano spuntano i pionieri della radio
Fino alla metà degli Anni ’70 l’unica radio era quella della Rai con i tre canali nazionali e l’informazione locale affidata al “Bollettino Padano”. I giovani seguivano anche Radio Montecarlo, soprattutto per la musica. Poi arrivarono le prime radio “libere” che trasmettevano in modulazione di frequenza. Fu una rivoluzione tecnologica e culturale. Una contagiosa esplosione di creatività. Tra le prime a Bologna Radio Alice, a Milano Radio Popolare e a Torino Radio Flash Orizzonte. A Bra c’era Radio Bra Onde Rosse, ispirata da un giovane Carlo Petrini, impegnato in politica, prima della nascita di Arci Gola, che porterà ad un’altra rivoluzione. Quel pullulare di piccole emittenti fu favorito da due sentenze della Corte Costituzionale, una del 1974 e l’altra del 1976, che decretarono l’abolizione del monopolio Rai e la liberalizzazione delle trasmissioni via etere di carattere locale. Qualche pioniere che già si dilettava come radioamatore diede vita alle prime emittenti. Bastavano poche apparecchiature: un giradischi, un microfono, un mixer, un trasmettitore e un ripetitore con un’antenna per diffondere il segnale. Le radio libere hanno rappresentato una ventata di novità per gli ascoltatori. Gli studi, spesso improvvisati, erano anche punti di ritrovo: c’era chi li frequentava per passione o passatempo (soprattutto negli anni della scuola), per altri “fare la radio” è diventato uno sbocco professionale. È stato delle esperienze maturate in quel periodo che alcune piccole radio sono cresciute, al punto di diventare gli attuali grandi network nazionali. È il caso di Radio 101 (nel 1975 era Radio Milano International), Rtl 102.5 (nata a Bergamo 1975, come Radio Trasmissioni Lombarde), Radio Capital (dal 1977 con il nome di Controradio Cormano), Rds (a Roma del 1978).
Nel 1975 i condomini negarono l’antenna sul tetto per far nascere Radio Asti
E che cosa succedeva in quegli anni nell’Astigiano? Nel 1975 Franco Musso aveva 40 anni. Radioamatore esperto, all’epoca dipendente delle Poste, tenta insieme a Ugo Dezzani, anch’egli appassionato di radio, di far nascere una emittente astigiana. La prima sede sperimentale è in un alloggio al terzo piano di un palazzo della Galleria Argenta, tra corso Alfieri e via Ospedale. Ricorda Musso: “A Bologna recuperai un trasmettitore da 60 Watt utilizzato dall’aviazione americana sugli aerei B-52. Perfezionammo il primo trasmettitore sulla frequenza 102,5 Mhz. Chiesi all’amministratore del palazzo di poter installare un’antenna sul tetto per iniziare a trasmettere dal 1 agosto. Ci fu un’assemblea condominiale che diede responso negativo: fu così necessario cercare un’altra sede e la nascita di Radio Asti venne rinviata”. Fu adattata una mansarda, di proprietà di Dezzani, nel palazzo al civico 289 di corso Savona. La mattina del 14 settembre 1975, da quei locali, Franco Musso ha pronunciato, con grande emozione, le prime parole immesse nell’etere dalla nuova emittente astigiana: “State ascoltando Radio Asti”. Incancellabile il suo ricordo di quel momento: “Era la domenica prima del Palio e alle 10 iniziai le trasmissioni avendo come primi ospiti una coppia di giovani che si erano appena sposati nella chiesa dell’Annunziata di Tanaro”. La prima pubblicità fu della torrefazione Ponchione di Asti, con sottofondo musicale il brano Tico Tico e le voci di Beppe Margarino (speaker di Portacomaro, voce storica della Rai piemontese) e di Edy Gotta. Radio Asti vive la sua stagione pionieristica ma dopo pochi mesi è al centro di una querelle tra i due fondatori Musso e Dezzani che porterà alla separazione in due distinte radio.
Dopo pochi mesi la scissione. Musso trasmette da Viatosto e Dezzani da Corso Savona
Come riporta Il Cittadino del 25 settembre 1976, ricordando il primo compleanno di Radio Asti, a febbraio del 1976 c’era stata la scissione tra i due pionieri della radio astigiana, Musso e Dezzani. Rimasto negli studi di corso Savona, Ugo Dezzani (che successivamente si sarebbe poi interessato anche di televisione) ha dato vita ad una radio parallela, una costola della prima emittente astigiana, con una “battaglia” tra i due sulla titolarità della denominazione originale. Identificata da tutti come Radio Asti-corso Savona, negli anni si è poi chiamata Radio Asti Doc. Franco Musso, con le apparecchiature che erano di sua proprietà, si è trasferito invece in un condominio a Viatosto, al civico 39 a pochi passi dalla chiesa dove è rimasto per una trentina di anni (ospitando poi anche la redazione di Asti di Primantenna). Questa radio è stata identificata dagli ascoltatori con il nome di “Radio Asti Viatosto”, pur mantenendo sempre il nome originale di “Radio Asti”.
Lo studio mobile su un furgone azzurro e quella diretta durante l’alluvione del 1994
Tra le sue prime trasmissioni si ricordano “Allegria e Barbera”, “Ditelo con un disco” e “Rock-Cafè” nel pomeriggio. In serata andavano in onda “Ballate con noi” e il “Notturno astigiano”, ma non sono mancate radiocronache dirette di gare sportive e altri appuntamenti, come il Palio o il Festival delle Sagre e la visita di Papa Giovanni Paolo II del 1993. Quegli eventi sono stati seguiti da Franco Musso con il suo studio mobile che era stato battezzato “Azzurro”, allestito su un furgone. Memorabili anche i giorni dell’alluvione del 1994 quando Musso, dando corrente elettrica al ripetitore di Vallarone, grazie ad un gruppo elettrogeno, riuscì a non interrompere la diffusione del segnale e mantenere una diretta di due giorni, utile per raggiungere e informare chi era rimasto isolato, ma poteva ascoltare la radio a transistor. Parallelamente alle trasmissioni radio, da Radio Asti sono nati altri progetti, come il trofeo di ballo liscio, nel 1977 il giornale “Radio Asti Tv” e la primissima edizione della StraAsti (camminata benefica, che si è svolta il 23 settembre 1978, poi ripresa con lo stesso nome dal Comune di Asti nel 1986 come corsa podistica). Tra i ricordi di oltre quarant’anni di attività, Franco Musso non dimentica di aver dato alla sua emittente un padrino e una madrina: Mal, il cantante dei Primitives, e Raffaella Carrà. “Conobbi Mal tramite amicizie comuni e scovai la Carrà al ristorante La Grotta, informato da un amico cameriere che mi avvisò della presenza nel locale della bionda presentatrice”.
Piero Montanaro trasmette da Radio Asti Doc e trova anche l’amore della vita
Agli inizi degli Anni ‘90 Radio Asti, che aveva aggiunto al nome la parola “Cnr” (acronimo di Channel New Radio, un network di oltre cento emittenti per diffondere pubblicità in contemporanea, creato dalla milanese Sper), ha attivato una collaborazione con Radio Vaticana e Radio Svizzera Internazionale. In seguito l’emittente astigiana si è divisa in due reti: Canale Italia e Canale Europa. Il primo ospitava gli inserimenti pubblicitari con le trasmissioni che arrivavano dalla Sper e il secondo i radiogiornali di Radio Vaticana e Radio Svizzera Internazionale, con trasmissioni realizzate negli studi di Asti, compresi i notiziari locali. Entrambi i canali avevano una copertura regionale con due ripetitori: uno sulla collina di Vallarone e l’altro al Bricco della Forca, ai Caffi di Cassinasco. A metà degli Anni ‘90 Radio Asti ha lasciato la storica sede di Viatosto per trasferirsi in Via Bianca Lancia di Agliano 19, in cima a corso Dante: un graduale trasloco durato dal 1994 al 1996 senza che gli ascoltatori se ne accorgessero, senza interruzioni di segnale. “In quell’operazione sono stati spostati circa settemila dischi a 33 giri, cinquemila 45 giri e oltre tremila compact disc” cita a memoria Musso. Nel 2000 l’emittente ha dovuto interrompere le trasmissioni, ma Franco Musso, affiancato dall’instancabile Marina Rissone, ha continuato a dare vita a Radio Asti (oggi diventata associazione culturale) sul web con il sito www.radioasti.it in cui sono pubblicate notizie del territorio. “Purtroppo la nascita di grossi network con forti capitali alle spalle ha portato gradualmente alla chiusura di centinaia di emittenti private. La nostra storica frequenza 102,5 Mhz ha iniziato ad essere “coperta” da un’emittente con un segnale potentissimo. Per contrastarla e continuare a coprire l’intero bacino di utenza dovevamo aumentare la potenza con costi troppo elevati. Fu una battaglia persa in partenza: gli alti costi di gestione, la diminuzione degli spazi pubblicitari, la mole di burocrazia sempre più pressante ci ha costretti a chiudere l’emittente radio, ma abbiamo trovato un mondo nuovo: quello del web”. Tra le tante voci, giovani e meno giovani, che in quasi quarant’anni si sono alternati ai microfoni di Radio Asti, Musso ricorda: Tiziana Biestro, Beppe Valpreda, Beppe Margarino, Fabio Poggi, Gianni Basso, Paolo Mosto, Gianni Menino, Franco Francia, Ferruccio Minetti, Carlo Castellazzo, Adriana Chiola, Simona Valente, Graziella Callegher, Walter Remondino, Piero Fassio, Marco Riva, Silvio Ciuccetti, Giampiero Giordano, Edy Gotta, Alberto Duval (oggi giornalista del Tg5), Marina Rissone, Piera Medico, Alessandra Domeniconi, Gianni Bazzaro, Piero Bazzaro, Fulvio Ferrero, Oriana Pavia, Cesare Ivaldi, Walter Giaccone, Giorgio Gianuzzi, Mauro Robbione, Feliciano Gaggioli, Domenico Gazzera, Paola Gaetano, Sergio Boano, Roberto Baracco, Nuccia Scoglia, Silvia Masoero, Enzo Fiorenzo, Maurizio Ruffa, Roberto Scaglione, Giorgio Brondolo, Alberto Bazzano, Walter Vignale, Claudio D’Agostino, Claudio Campia, Maurizio Dogliotti, Matteo Esposito, Valentina Porcellana, Marco Rossino, Barbara Burzi, Silvia Musso. Non va dimenticata la presenza in quegli di studi di un giovane Giorgio Faletti che presentava brani musicali intervallandoli con le battute della verve che lo renderà famoso. Come si è detto, dagli studi di studi di corso Savona mandavano invece in onda le trasmissioni di Radio Asti Doc. Tra i collaboratori c’era anche Piero Montanaro, oggi cantautore e presentatore televisivo, che ha iniziato la sua carriera artistica proprio in quel modo. “Era un terreno vergine e non c’erano modelli di riferimento perché siamo stati tra le prime radio in Italia – ricorda Montanaro -. Prima della divisione delle due radio mi occupavo della trasmissione “Tilt” con musica italiana e inglese, ho poi condotto “Hit parade astigiana” al sabato pomeriggio, in cui segnalavamo le vendite dei dischi nei negozi della città, e tanti altri programmi che ci siamo inventati. È stata una bellissima esperienza, soprattutto per il legame che si era creato con gli ascoltatori: venivano a trovarci negli studi”. E’ stato proprio tra quegli ascoltatori che Piero Montanaro ha conosciuto Germana Borgo, divenuta, prima collega nella condizione del gioco radiofonico “Maratona quiz” e poi sua moglie. Tra le curiosità – ricorda Montanaro – anche la soluzione trovata allora per poter rendere automatiche le trasmissioni notturne no stop: “Avevamo utilizzato un’autoradio con l’autoreverse che faceva ripartire la cassetta dal secondo lato, al termine del primo. Era tutto da inventare, sia per la parte tecnica che per i programmi”. Tra gli altri interpreti di Radio Asti Doc si ricordano, negli anni, anche Claudio Parodi (ai notiziari), Antonio “Dudù” Bocca, Gabriella Forno, Gigi Caruzzo, Nadia Garello, Roberto Venturini, Remo Salasco, Ugo Nigido, Livio Musso, Carlo Franco, Bruno Accommasso, Daniela Ferraris, Serena Schillaci, Daniela Silvestrin, Giovanna Lentini, Vincenzo Serena, Moris Bellussi, Patrizia Porcellana, Andrea Penasso, Roberta Mogliotti (nota poi come cantante con il nome di “Andrea Mirò”), Giuseppe Pio, Sandro Casoli, Giorgio Bramafarina, Antonello Catalano, Isidoro Albergucci e Piero Sannazzaro. In quella radio iniziarono le loro carriere anche Vanni Cornero, diventato poi giornalista a La Stampa, Giulio Morra (oggi fotografo, allora impegnato per i notiziari) e Massimo Cotto, oggi assessore alla Cultura ad Asti, giornalista e critico musicale che proprio nelle radio continua la sua carriera. In tempi più recenti sono poi approdati a Radio Asti Doc collaboratori come Betty Martinelli e Salvatore “Tatoo” Stella che avevano già lavorato in precedenza con altre emittenti.
Dopo quasi vent’anni dalla nascita, l’emittente di corso Savona ha vissuto un’integrale trasformazione. Pur continuando a collaborare ancora per qualche anno, nel 1994, due anni prima della sua scomparsa, Ugo Dezzani ha ceduto l’emittente. E’ stata acquistata dai Salesiani che, dopo averla lasciata ancora qualche mese in corso Savona, hanno poi trasferito la sede nel palazzo del Don Bosco, per anni convitto e scuola, oggi sede dell’Asl. L’emittente si è provvisoriamente chiamata Radio Asti Progetto Doc. Artefice dell’operazione l’allora direttore dei Salesiani di Asti don Elio Scotti che si avvalse di Roberto Gallesio. “Da anni frequentavo l’oratorio del Don Bosco, mi occupavo di teatro ed ero presidente del Cinecircolo, i Salesiani mi avevano affidato l’incarico di seguire la nascita dell’emittente. L’idea era di creare una radio giovane e fresca, seguendo il credo salesiano, senza però creare un’emittente ecclesiale, come poteva essere Radio Maria – ricorda Gallesio. – Il nome iniziale intendeva mantenere un legame con quello storico della radio. Dopo serate e nottate per sceglierne uno nuovo, dalla pubblicità di un negozio di via Carducci che si chiamava “Primar piastrelle” mi era venuta l’idea del nome “Primaradio”. È stato accettato ed è diventato il nuovo nome della nostra emittente: esisteva già una Primaradio in Puglia, ma sapevamo che non ci saremmo dati fastidio”. A settembre 1994 l’emittente ha quindi assunto il nome di Primaradio. A novembre con l’alluvione segue da vicino il dopo alluvione, considerando che proprio al Don Bosco si organizzò il centro sfollati della Protezione Civile. Nello stesso cortile del Don Bosco, il 6 luglio 1995, Primaradio ha organizzato il primo concerto di Danilo Amerio nella sua città. In seguito alla cessione all’Asl dell’edificio che si affaccia su via Conte Verde, nel 1999 Primaradio si è trasferita in un’altra ala della struttura, nella palazzina di corso Dante. Primaradio è rimasta l’unica emittente attualmente presente in città. Dal 2003 in collaborazione con la radio diocesana torinese Radio Proposta manda il segnale a Biella, Torino, Alba, Cuneo e parte della provincia di Alessandria. “Abbiamo dato molto rilievo all’informazione regionale – ricorda Betty Martinelli che fino a pochi mesi fa si è occupata della redazione di Primaradio, dopo essere stata per anni voce di trasmissioni musicali anche in altre emittenti locali -. Dal 1994 a oggi sono passati da quei microfoni molti personaggi di rilievo come Giorgio Faletti o il procuratore Caselli, mentre la presidente Bresso ci aveva scelti per una trasmissione mensile della Regione Piemonte. Ho iniziato a lavorare nelle radio negli Anni ‘80 in un gruppo innovativo mosso da passione, amore e voglia di fare: mi sono occupata di tutto, dalle trasmissioni ai jingle pubblicitari”.
I salesiani acquistano Radio Asti Doc e nasce Primaradio
Pur cambiando proprietà e denominazione, quell’emittente continua tuttora a trasmettere programmi nati ai tempi di Radio Asti Doc. È il caso di Punto Sport, la trasmissione sportiva che Giuseppe Pio cura dal 1989, o di “La domenica andando alla radio” che Salvatore Stella “Tatoo” conduce alla domenica mattina, e sono molti i collaboratori che hanno continuato la loro attività tra le due radio, come Isidoro Albergucci (che ha ricoperto anche incarichi amministrativi) e Piero Sannazzaro. È approdato invece da Radio Asti, in cui ha iniziato a collaborare come disk jockey e speaker mentre ancora andava scuola, Marco Rossino, oggi tecnico fonico di Primaradio: “Sono arrivato a metà degli Anni ‘90 quando Primaradio era il punto di riferimento per tanti giovani astigiani. Arrivavano centinaia di telefonate ogni giorno per richieste musicali, dediche o saluti In quegli anni abbiamo anche organizzato feste per le scuole nelle discoteche della città”. Tra gli altri collaboratori che si sono alternati ai microfoni o al banco di regia dell’emittente salesiana, ci sono stati Alessandra Domeniconi, Erika Di Martino, Roberto Cherchi, Luca Massari (nome d’arte di Flavio Bosso), Luca e Paolo D’Andrea, Michela Mazzetta, Gianni Colelli e Giacomo Doglione (diventato poi disc jockey in discoteche romagnole). Hanno fatto parte della redazione giornalistica di Primaradio Barbara Zennaro, Mirko Rossi, Catia Cantino, Claudio Rosmino (oggi giornalista della tv Euronews a Lione), Valentina Porcellana, Riccardo Santagati, Gabriele Massaro, Manuela Macario, Chiara Iannaccone, Marianna Natale ed Enrico Panirossi.
Nel 1976 comincia a trasmettere anche Radio Monferrato
Torniamo al 1976. Mentre la “due” Radio Asti si stavano organizzando per continuare a trasmettere separatamente, negli stessi giorni si preparava a nascere una nuova emittente: Radio Monferrato. Sulle pagine del Cittadino del 7 febbraio 1976 si leggono le dichiarazioni di Guido Viotti, il futuro direttore responsabile della radio che avrebbe iniziato le trasmissioni il 15 febbraio: “Non vogliamo limitarci a trasmettere musica, vogliamo cercare di dare all’ascoltatore una vera e propria educazione musicale”. Radio Monferrato era inizialmente legata al Circolo Culturale Kennedy, che faceva capo all’Unione Industriale di Torino, presente anche ad Asti con sede in corso XXV aprile. Negli stessi locali era ospitata la sede della radio, dove si sono svolti i provini, ma gli studi erano all’inizio di via Carducci (dove oggi si trova la Società di San Vincenzo de Paoli) e un ripetitore era posizionato a Mongardino. 103,4 Mhz la frequenza su cui trasmetteva l’emittente che aveva come logo il profilo di un galletto. Guido Viotti, oggi produttore di vino a Castel Rocchero, ricorda che Radio Monferrato si era avvalsa anche della collaborazione di Enzo Tortora per i giornali radio e per una rubrica quotidiana. Impegnati in quell’emittente ci sono stati anche Gigi Caruzzo e Monica Totolo che conducevano la trasmissione serale “Abat-jour” in cui venivano lette alcune delle numerose lettere degli ascoltatori. “Il primo di aprile avevamo annunciato per scherzo che c’erano stati avvistamenti ufo a Viatosto. Molte persone ci avevano creduto e sono andate in auto a verificare: solo dopo abbiamo svelato che si trattava di un “pesce d’aprile” – ricorda Gigi Caruzzo, poi passato a trasmettere con Radio Asti Doc -. Mi occupavo anche di una trasmissione di musica moderna e liscio”. Tra gli altri collaboratori di Radio Monferrato si ricordano anche Beppe Margarino (voce del giornale radio), Gabriella Forno, Silvana Ferraris e Claudio Binello. Rappresentante della proprietà era l’avvocato torinese Carlo Ludovico Vergano, si occupavano di marketing e pubblicità Gianpaolo Riccio ed Edmo Pia, diventati poi responsabili dell’emittente sul finire degli Anni ’70, quando gli studi si erano intanto trasferiti in via Bonzanigo 4.
Per insonorizzare la sala di registrazione si usavano i portauova in cartone
“Eravamo ai primordi e c’era molto entusiasmo perché si iniziava un nuovo capitolo. Siamo stati tra i pionieri – aggiunge Guido Viotti -. Abbiamo creato da soli la radio, inventando quasi tutto. Avevamo fatto incetta di portauova in cartone pressato per insonorizzare la sala di registrazione”. Dopo alcuni anni, Radio Monferrato si è temporaneamente unita a Radio Asti Doc per dare vita a Radio Asti Monferrato, ma il matrimonio via etere è durato poco. Ritornata autonoma, sul finire degli Anni ’80, Radio Monferrato è stata acquisita dall’assicuratore Gianni Franzoso, già fondatore di Radio Golden Boys e, prima ancora, radio amatore che si dilettava con le ricetrasmittenti Cb. La radio, che era ospitata all’ultimo piano del palazzo di via De Gasperi 2, dove Franzoso aveva l’agenzia, venne completamente automatizzata, in grado di trasmettere 24 ore su 24, comandata da un computer, con il solo interevento di un tecnico. Franzoso ha poi ceduto verso la fine degli Anni ’90 Radio Monferrato al gruppo di Radio Valle Belbo. Gli studi si sono trasferiti prima in corso Gramsci per poi andare a Canelli, insieme a Radio Canelli, cui si è unita. Il 1 dicembre 1976, alle 10, in uno sgabuzzino di corso Cavallotti 36, dietro al negozio di elettrodomestici di Remo Argenta, il finanziatore del progetto, ha iniziato intanto a trasmettere la quarta emittente della città di Asti: Radio Flash. La sua nascita è stata festeggiata da un aereo che ha sganciato sulla città 50.000 volantini.
Nasce anche Radio Flash che ospita un semi sconosciuto Vasco Rossi
“Sono stato e sono ancora radioamatore – racconta Gioacchino Di Sabato, ideatore e fondatore di quell’emittente, diventato poi comproprietario della società che l’ha acquisita -. Ascoltavo la radio, ma il sistema dell’epoca non mi piaceva. Pensavo che una radio dovesse avvicinarsi il più possibile a quello che voleva la gente: un’emittente non asettica, aperta alle telefonate e agli ascoltatori che volevano venire in studio. È stato scelto quel nome perché era immediato e dava l’idea che la radio intendeva illuminare Asti”. Nei primissimi giorni di attività, Radio Flash si è distinta tra le altre emittenti cittadine per aver scoperto in anteprima un caso di salmonellosi in città e, intorno a metà degli Anni ‘80, è stata scelta per il collegamento con la trasmissione Rai “3131 Radio Notte” in cui, ad ogni puntata, venivano trasmessi per due ore i programmi di una diversa radio privata. In corso Cavallotti non erano soltanto ospitati gli studi di Radio Flash, ma c’era anche un ripetitore da 10 watt, in grado di diffondere il segnale sulla città. Un nuovo ripetitore, in grado di coprire tutta la valle del Tanaro fino ad Alba, è stato poi installato a Rocca Schiavino, nei pressi di San Marzanotto, località che, dopo circa un anno dalla nascita di Radio Flash, ha ospitato gli studi per un altro anno ancora. Un ulteriore ripetitore è stato poi installato tra il 1979 e il 1980 a San Donato di Mango, utilizzando un antenna di 35 metri. Dalla fine del 1977 Radio Flash si è trasferita definitivamente nei locali al piano terra di via Valence 20, dove attualmente si trova una pizzeria da asporto. Parallelamente ai programmi e ai collegamenti dallo studio mobile, Radio Flash ha organizzato numerose altre iniziative, come le gite in pullman, serate alla discoteca Dixie di Isola (oggi Mediterraneo) e sponsorizza anche una sua squadra di calcio. Tra gli ospiti passati da quegli studi anche Little Tony e un giovanissimo e ancora semi sconosciuto Vasco Rossi. Tra i vari collaboratori di Radio Flash: Beppe Giannini (si occupava di sport, prima di condurre trasmissioni sportive in televisioni locali), Lavinia Saracco, Enza Andriuolo, Piera Medico, Paolo e Tonino Comito, Francesco “Dj Cico” Buffa, Franco “Franz” Chezzi, Pasquale “Paki” Sacco, Brunello Pasero, Paolo Saracco, Barbara Burzi, Giampaolo Cipolla, Filippo Pinsoglio, Angelo Firrigno, Federico e Domenico Lodato, Roberto Ferretto, Michele Martinetti, Salvatore Ragusa, Filippo Francioso, Alberto Marello, Daniela Silvestrin, Beppe e Giovanni Manetta, Franco Battista e Claudio Turretta. Anche Massimo Cotto ha avuto una breve collaborazione con l’emittente. Radio Flash, come tante altre emittenti locali, si è trovata in difficoltà nel 1990 in seguito alla promulgazione della cosiddetta Legge Mammì che ha imposto nuove e complesse regole sulla comunicazione radiotelevisiva, difficili da seguire per le piccole realtà. Nel 1992 gli studi sono stati trasferiti da via Valence alla mansarda di via De Gasperi 2, dove erano già presenti da qualche anno gli studi automatizzati di Radio Monferrato. Successivamente, nell’aprile del 1993, l’emittente è stata venduta a Cesare Grassi (era stato in precedenza tra i proprietari di Radio Canelli) che nel marzo 1994 ha trasferito gli studi in viale Partigiani, all’angolo con via Fantaguzzi. Tra i collaboratori della rinnovata emittente, Claudio e Betty D’Agostino, Claudio Rosmino, Gaetano Pinelli, Gianni Cortese, Luca Vinci e Flavio Bosso. Pochi mesi più tardi Radio Flash ha però interrotto le trasmissioni definitivamente. Gianni Franzoso che – come si è visto – aveva rilevato Radio Monferrato, in precedenza, alla fine degli Anni ’70 era stato tra i fondatori di Radio Golden Boys con studi in Recinto San Quirico. Utilizzava un potente ripetitore da 500 Watt. Fu installato su un traliccio a San Marzanotto. Ricorda Franzoso: “Una quarantina di ragazzi venivano in radio per divertirsi e perché allora ci si sentiva importanti nel far sentire per radio la propria voce. La nostra era una realtà senza scopo di lucro: cercavamo pubblicità giusto per pagare le spese di gestione”.
Radio Golden Boys e Radio Uno trovano spazio tra i giovani
Tra i giovani di quell’emittente c’era anche Enza Andriuolo, poi diventata presentatrice su emittenti televisive locali di trasmissioni dedicate alle auto. Radio Golden Boys è stata poi ceduta ad Alex Costa, titolare di un negozio di jeans in piazza San Secondo, che, insieme a Walter Fornaca, Paolo Spiletti, Antonio Sutera Sardo, Paolino Falcone, ha creato nel 1984 Radio Uno. Dopo un anno dall’inizio delle trasmissioni, Radio Uno ha acquisito e inglobato Radio Hit (esistita per poco tempo con studi in viale Pilone) e Radio Club 80 (nata nel frattempo). Del gruppo iniziale di proprietari è rimasto solo Walter Fornaca, al quale si è unito Elio Silengo. Nel 1980 era appunto sorta una nuova emittente astigiana: Radio Club 80: fondata da Davide Chiarolanza, appassionato di jazz, con i primi studi in una cantina di via Goltieri poi in via Aliberti. “Avevamo deciso di dare Radio Club 80 una precisa identità musicale – commenta Claudio Boggero, tra i primi a far parte dello staff dell’emittente -. E’ stata una palestra e un punto di ritrovo per tanti”. Gli speaker e i dj di Radio Club 80 avevano deciso di adottare un cognome “d’arte”, pur mantenendo il nome anagrafico. Una scelta, questa, per creare personaggi liberi dalla loro reale identità in un città in cui tutti si conoscono. È stato così che Claudio Boggero è diventato Claudio Maravaldi, Paolo Cagno si è chiamato Vanzina, Fausto Pellegrino ha preso il cognome Ferreri, Betty Martinelli si è fatta chiamare D’Amico, Gianna Vitello è diventata Reverberi, Flavio Negro ha assunto il cognome Altieri, Sergio Argenta è diventato Venturi, Enza Andriuolo si è chiamata Boselli, Gianni Cortese è diventato Avena ed Erman Gianti è diventato Brunati. Semplici soprannomi invece per Salvatore Stella che è diventato “Tattoo”, Anna Crudo “Bamby”. Tra gli altri collaboratori di Radio Club 80 si ricordano poi Paolo Barco, Maurizio Russelli, Angelo Viarengo e Marco Mazzucco. Dall’esperienza di Radio Club 80, unita ad altre emittenti, è nata appunto Radio Uno. Si trovava in corso Alfieri 296, tra piazza Roma e via Incisa, nell’edificio in cui c’era il negozio Walter Foto, di proprietà dello stesso Walter Fornaca, uno dei titolari dell’emittente. Radio Uno era dotata di un ripetitore installato a Loazzolo e di un altro a Valle San Pietro, con segnale sulle frequenze di 97,100 e 93,450. L’emittente organizza serate alla discoteca Crazy di Vigliano (oggi Symbol) e crea il “Radio Uno Dance Tour” (una delle prime discoteche mobili). Tra le trasmissioni più importanti di Radio Uno, cui sono approdati diversi collaboratori di Radio Club 80, si ricordano ancora “Scusi, la radio è libera? No, è occupata” con giochi e occasioni per prendere in giro altre radio, “Amigo Notte”, “Music Busters” con richieste musicali.
A Radio Club 80 tutti avevano un cognome d’arte
Tra gli animatori Antonello Catalano. Il notiziario era affidato ad Anna Gagliardi, futuro volto televisivo di Tai9. Radio Uno e’ stata anche la prima emittente a coinvolgere le scuole con la trasmissione “Gessi” condotta da Enrico Cico, oggi insegnante al Liceo Classico Alfieri. “Molti pensavano che il nome fosse americano, ma in realtà intendevamo i gessetti che si usano a scuola per scrivere sulla lavagna – ricorda Cico che ha poi collaborato con Primaradio per ventuno anni e ora trasmette dagli studi di Radio Vega -. Ho iniziato a lavorare in radio nel 1985 e ho vissuto tutta la parabola evolutiva delle radio, rendendomi conto di quanto siano cambiate negli anni”. Nata a Radio Club 80, è poi continuata sulle frequenze di Radio Uno la trasmissione “Rock Reportage”, condotta da Flavio Altieri e poi da Gigi Gai, dedicata alle novità della musica internazionale. Oggi Gigi Gai conduce quella stessa trasmissione a Primaradio. “Quando arrivarono Deejay, 105, Montecarlo e le altre grosse emittenti, non ce la facevamo più a stare al loro passo, soprattutto per la loro potenza economica, nel presentare le novità” commenta Claudio Boggero. Radio Uno nel 1996 è stata assorbita dal gruppo di Radio Valle Belbo che era nel frattempo nata, ma diversi speaker e dj hanno continuato a lavorare ad Asti con altre emittenti. Altri collaboratori di Radio Uno sono stati Franco “Delimirani” Monreale, Alex “Canciani” Cortese, Alessandra Domeniconi, Marco “Palmito” Masseroni, Daniele Brusa e Roberto “Claudi” Cherchi.
Radio Amica Astigiana specializzata in musica napoletana
Tra i nomi che emergono nel variegato panorama delle radio astigiane c’è anche “Franco Primo”, nome d’arte di Franco Semeraro. Pugliese di origine, è stato fondatore e proprietario di Radio Amica Astigiana, emittente che dal 1985 trasmetteva musica napoletana, in particolare canzoni di Tony Marciano, Nico D’Angelo, Mario Merola, Sal Da Vinci e Gigi Finizio. Diventata punto di riferimento per la comunità meridionale presente in città, l’emittente aveva gli studi in via Asinari 8 e ripetitori a Mongardino e a Pietra Marazzi, in Provincia di Alessandria, che le permettevano di essere ascoltata anche fuori regione. “Trasmette Napoli” era la trasmissione più seguita, condotta da Franco Primo. Tra i collaboratori, Ezio Colagrossi, collaboratore del settimanale “Gazzettino & Corriere Nuovo” e Piero Bosia per lo sport. Nel 1998, pochi mesi prima della sua scomparsa, Franco Semeraro ha ceduto le frequenze di Radio Amica Astigiana a Giovanna Lentini, storica collaboratrice di Radio Asti Doc. E’ nata così, per alcuni mesi, Radio Futura, con studi in via Rossini, passata poi con le frequenze a Radio Super Cuore di Torino, ora Radio Fantastica.
Radio Clima ha portato Gianni Morandi al Politeama
Un’altra emittente nata dall’esperienza di Franco Semeraro è stata Radio Clima che ha avuto i suoi studi in corso Alfieri 13, di fronte al Battistero e poi in via Varrone. Ha trasmesso per qualche anno a cavallo tra gli Anni ’80 e ’90. Presentava trasmissioni musicali con le immancabili dediche e giochi dedicati ai bambini. A ricordare quell’esperienza è Filippo Capra, parrucchiere, che è stato tra i sostenitori dell’iniziativa: “Mi piaceva il discorso delle radio ed ero stato convinto da Salvatore Piccicuto ad interessarmene. Abbiamo organizzato eventi e concerti, portando al Politeama Gianni Morandi. Il nome della radio intendeva far capire che ascoltandola ci si trovava in un bel clima”. Gli esponenti politici non hanno mai partecipato direttamente alla gestione delle radio tranne l’esperienza di Radio Valentina, che ha trasmesso in città nel 1979. Faceva riferimento al partito della Nuova Sinistra Unita, con studi in via XX settembre. Mandava in onda principalmente musica e dava spazio ai temi politici della sinistra ed era affidata a Carlo “Carlone” Colombaro. Al momento della chiusura, l’antenna di Radio Valentina è stata trasportata a Rocchetta Tanaro per essere utilizzata nel 1981 dalla scuola media del paese. Per qualche mese gli alunni hanno dato vita a Radio Sangue di rapa, una loro iniziativa didattica nata dall’idea degli insegnanti Delmo Gamba, radioamatore, e Gianfranco Miroglio, giornalista ed esponente politico. Durante la mattinata gli alunni si alternavano ai microfoni leggendo e commentando le notizie dei quotidiani e novità sulla vita del paese. Il segnale di Radio Sangue di rapa veniva trasmesso sulla frequenza di 99,800 Mhz in un raggio di dieci chilometri. L’emittente scolastica di Rocchetta Tanaro va inserita nel vasto panorama delle radio che si sono sviluppate in altri centri della provincia. Importante ancora oggi sono le radio del sud dell’Astigiano: la prima a nascere è stata Radio Canelli, il 23 novembre 1975, pochi mesi dopo la nascita di Radio Asti. Alle 11 di quella domenica mattina l’emittente ha iniziato con queste parole: “Qui Radio Canelli che trasmette in modulazione di frequenza 103 megacicli. anno così inizio le nostre trasmissioni ufficiali sperando che tutti i canellesi siano davanti ai loro apparecchi radio, pronti ad ascoltarci ricompensando con la loro attenzione le molte settimane di lavoro e di sacrificio che la preparazione dei nostri programmi, peraltro modesti, è costata a noi organizzatori e ai nostri volenterosi collaboratori […] La nostra soddisfazione è anche la vostra e cioè poter dire: anche Canelli ha la sua radio e funziona!”.
1975: Radio Canelli. Cronaca locale e liscio con Franco Denny
A pronunciare queste parole Adriano Traversa a nome del gruppo di sette soci fondatori completato da Giancarlo Peisino, Franco Murittu, Gianfranco Campopiano, Carlo Quaglia, Angelo Cagnolo e Franco Fabiano. Sulle pagine de “La Gazzetta del Popolo” del 11 novembre 1975 che annunciava l’imminente apertura dell’emittente, si legge una dichiarazione di Carlo Quaglia: “Non abbiamo una lira, tutto quello che si è fatto sino ad ora ce lo siamo pagati di tasca nostra; in seguito punteremo a pareggiare il bilancio con le elargizioni che cominciano ad affluire, con un contributo del Comune e di altri enti e con la pubblicità. […] Non faremo assolutamente politica, ma ci occuperemo di questioni amministrative mediante una nostra rubrica speciale denominata microfono comune “. Racconta oggi Franco Denny Campopiano, voce storica di Radio Canelli, unico rimasto del gruppo di fondatori, che parla da quei microfoni da quasi 41 anni: “Non abbiamo mai cambiato il nostro stile. Ho superato le tredicimila trasmissioni in cui ho avuto tantissimi ospiti: tutte le principali orchestre italiane di liscio sono passate da noi e hanno avuto grande successo le “veglie” che organizzavamo al sabato sera, negli Anni ’70 e ’80, alla discoteca Gazebo”. Insieme a Franco Denny importante l’attività che negli anni ha svolto Luciano Bazzano, disc jockey e factotum. Tra i vari collaboratori che negli anni si sono alternati ai microfoni e alla regia di Radio Canelli si ricordano Susy Grasso, Maria Grazia Ivaldi, Carla De Paolini, Nino Perna, Walter Verdino, Walter Tardito, Renzo Albenga, Fiorella Rossi, Romano Savina e Gianfranco Ferrero, ma ci sono stati anche personaggi che si sono poi affermati come lo scrittore Marco Drago e Danilo Sacco, ex cantante dei Nomadi.
È cresciuto il gruppo di Radio Valle Belbo
Prima sede degli studi dell’emittente canellese sono in via Alfieri 1; dopo qualche anno l’emittente si è trasferita in via Michele Pavia, nel 1987 in via Roma, poi in viale Indipendenza e dal 2002 trasmette dagli attuali studi di via Buenos Aires. Da quel gruppo iniziale di sette fondatori nel giugno 1976 si è staccato Franco Fabiano che a Cassinasco ha dato vita a Radio Valle Belbo con studi nel palazzo dove oggi si trova lo storico locale di musica “Il Maltese”. Insieme a Fabiano c’era anche Piero Carosso, oggi titolare dell’emittente che ha gli studi a Santo Stefano Belbo, a pochi chilometri da Canelli, ma è ascoltata anche nel Sud Astigiano. Nel 1992 Radio Canelli è entrata nello stesso gruppo di Radio Valle Belbo che ha poi acquisito anche l’astigiana Radio Monferrato approdata a Canelli, con studi in viale Indipendenza a fianco di quelli di Radio Canelli. Le due emittenti sono state unite nel 2007 con l’attuale denominazione di Radio Canelli Monferrato. Anche Nizza Monferrato nel 1975 ha avuto la sua radio. Il giorno di Santo Stefano di quell’anno, nel retro del negozio di elettrodomestici di Rodolfo Mastrazzo (responsabile insieme a Beppe Chiodi con Marco Aliberti direttore editoriale), sono andate in onda le prime trasmissioni di Radio Nizza, su frequenza di 91 Mhz. Dopo qualche anno le strumentazioni sono state trasferite nella villetta della nonna di Gianni Quaglia, uno dei collaboratori, e nel 1979 hanno trovato spazio nella mansarda di Palazzo Crova dove la radio è stata ospitata fino all’anno successivo, quando ha cessato di trasmettere. “Le prime trasmissioni duravano 45 minuti ed erano realizzate da una squadra di persone. In questo modo, a rotazione, si copriva la settimana – ricorda Eugenio Carena -. Le dirette notturne erano totalmente improvvisate: si metteva musica e si leggeva. Per le primissime trasmissioni abbiamo utilizzato un giradischi in riparazione di proprietà di un cliente del negozio che ci ospitava. Dopo averlo fatto attendere a lungo, fingendo che non fosse ancora sistemato, siamo poi riusciti a comprare due piatti”. Tra gli altri giovani interpreti di Radio Nizza ci sono stati anche Carlo Orione, Venerina Mutton, Franco Milano, Pierpaolo Caruzzo, Beppe Pero, Marika Bua, Graziano Bono, Pierluigi Cantarella, Tonino Quasso, Tonino Mastrazzo, Pinuccio Do, Adriano Francia, Domitilla Verri e Antonella Rossi. Alcuni di loro hanno poi continuato le loro attività con altre emittenti della zona. A Nizza Monferrato pochi anni dopo la chiusura di Radio Nizza è nata Radio Vega, costola di Radio Canelli. Un gruppo di collaboratori della prima emittente canellese si era infatti staccato per dare vita ad una nuova radio che ha iniziato la sue trasmissioni il 1 giugno 1981. Inizialmente ospitata appunto a Nizza Monferrato, in viale Umberto I, Radio Vega nel 1983 si è trasferita in piazza Gancia a Canelli. Il nome dell’emittente nelle zone di Asti, Alessandria e Alba, è stato scelto durante una serata ale “Pop Corn” di Bubbio dagli ascoltatori che hanno votato una rosa di nomi possibili. “Siamo stati sempre attenti all’informazione che è il nostro fiore all’occhiello – ricorda Angela Averame, titolare e speaker di Radio Vega, presente fin dagli inizi e ancora oggi in attività -. Pur essendo indipendenti siamo stati in contatto con politici o altre personalità, dando spazio a tutti, prima ancora che si parlasse di par condicio”. Radio Vega ha interrotto le trasmissioni nel 2008, riprendendole con lo stesso marchio dallo scorso anno dai nuovi studi di Canelli. “Dopo una settimana che avevamo ripreso le trasmissioni siamo stati invasi da messaggi dei nostri ascoltatori che ci hanno dato la spinta per continuare” aggiunge Angela Averame. Anche Radio Vega, negli anni, ha organizzato eventi, tra cui il concorso canoro riservato ai dilettanti “Non saranno famosi” che si è svolto a Canelli a partire dal 1987. Tra le voci di Radio Vega si ricordano, tra gli altri, Nicoletta Balbo, Roberto Scaglione e Renzo Albenga con le presenze di Nicola Maria Fioriti, poi alla Rai, e di Maurizio Di Maggio, poi a Radio Montecarlo. Sempre sul finire degli Anni ‘70 è sorta invece a Mombaruzzo un’emittente che si chiamava Radio Pam, acronimo di Radio Popolare Alto Monferrato, che veniva ascoltata nella zona di Nizza Monferrato, a sud della provincia. Di notte e in alcune ore della giornata ritrasmetteva il segnale di Radio Popolare Milano. Fondatore dell’emittente, esistita fino al 1983, è stato Carlo Satragni e tra i collaboratori si ricordano Paolo Frumento, Sergio Perazzo, Fulvio Lavina (attuale responsabile della redazione di Asti de La Stampa), Angelo Tocco, Aldo Capra e Catterina Simonelli. Trasmetteva sulla frequenza di 88,8 Mhz. Sempre nel 1975 sono iniziate le prove tecniche per dar vita a Radio Antignano Express. “È stata un’avventura: eravamo ragazzi e abbiamo cominciato trasmettendo solo in paese. Cambiando trasmettitore per aumentare il raggio diffusione, siamo arrivati fino a 30 Km – ricorda Rino Ferroni che ospitava gli studi nella sua abitazione in paese -. Abbiamo smesso quando sono subentrate spese che non eravamo più in grado di sostenere”. Tra i collaboratori, Attilio Marzullo, Fausta Gerbo, Mauro Torchio e Lovisone che mandavano in onda musica rock, liscio e notizie. Ispirato dall’esperienza di Antignano, anche San Damiano ha avuto la sua radio. Era stata fondata nel 1975 da Giovanni Montrucchio, titolare di un negozio di strumenti elettronici in via Garibaldi, che proprio nei locali della sua attività aveva iniziato gli esperimenti di trasmissione. Era stato stimolato dall’antennista Bruno Tenna che era venuto a conoscenza appunto dei tentativi pionieristici di dare vita a Radio Antignano Express. Radio San Damiano, che trasmetteva sui 90,500 Mhz, soltanto alla sera, si è spostata nei locali delle parrocchia dei Ss. Cosma e Damiano nel 1979 con l’intervento del parroco don Secondo Borio. L’inaugurazione è avvenuta il 15 aprile 1979, giorno di Pasqua, quando è stata mandata in onda la messa. Tra i collaboratori della radio che trasmetteva per mezza giornata ci sono stati Walter Valle (poi sindaco di San Damiano), Eros Tarasco (si occupava di una trasmissione con poesie in piemontese), Gianni, Maria Rosa e Paolo.
Radio Nizza è durata solo 4 anni poi nel 1981 è nata Radio Vega
Da Radio San Damiano, che ha cessato di trasmettere nel 1982, è nata l’emittente televisiva Trsd, acronimo di Tele Radio San Damiano. A Costigliole, nel 1976, è invece esistita per pochi mesi un’emittente del tutto amatoriale: Radio Costigliole Emittente Contadina, il suo nome, era gestita da Ciccio Cornara, anch’esso impegnato nelle trasmissioni, che ospitava nella sua abitazione gli studi. Ha avuto come collaboratori Filippo Romagnolo, Giovanni Ruffa, Fiorenzo Nigrotti, Gino Risso e Gianfranco Miroglio che aveva l’incarico di direttore responsabile. Radio Alfa Center è stata invece l’emittente di Mombercelli, fondata nel 1977 da un gruppo di giovani amici che si era autotassato. Tra di loro: Fausto Ciancio “Fausto Superstar” (si occupava di disco music con dischi che recuperava sul mercato di Genova dove studiava), Gian Carlo Ottaviano, Valter Valenzano e Luigi Gagliardi “Gino Folk” (presentava la trasmissione “Il processo del lunedì”, sostenendo che la Rai avesse poi copiato il nome del suo programma). Gli studi erano in Vicolo San Sebastiano da cui venivano trasmessi i segnali sulle frequenze 92,600 mhz e 95 Mhz (poi acquisita da Radio Flash) che arrivavano in buone parte delle province di Asti e Alessandria. Dopo alcuni anni di attività l’emittente è stata rilevata dalle proprietarie di un negozio di stoffe che l’hanno trasferita nella loro abitazione in via Bogliolo per trasmettere essenzialmente musica. Si ricevevano invece nella parte nord della provincia di Asti le trasmissioni di Radio Grande Famiglia, emittente che trasmetteva dalla canonica di Cerrina, località a pochi chilometri da Moncalvo. Ha iniziato a trasmettere il 13 gennaio 1979 ed era gestita da don Giuseppe Ferrando, che era anche voce dell’emittente. Tutte queste numerose esperienze, grandi e piccole, hanno interessato per oltre 40 anni centinaia e centinaia di persone, non solo come ascoltatori, ma come protagonisti di un mondo che si è evoluto. Le radio sono passate dall’era pionieristica a quella professionale, la nuova evoluzione dettata dalla tecnologia è la nascita delle web radio che non diffondono onde radio, ma dati sulla rete internet. La prima di Asti, attiva dal 2010, è Radio Dancefloor 90 sviluppata e gestita da Marco Rossino che si basa sulle esperienze maturate a Radio Asti e Primaradio. www.radiodancefloor.it è l’indirizzo sui cui sintonizzarsi.