mercoledì 4 Ottobre, 2023
HomeUn quadro una storiaNuotatori di collina di Mino Rosso
Un Quadro una Storia

Nuotatori di collina di Mino Rosso

Il bronzo si fa movimento e racconta emozioni ancestrali

Per i piemontesi di Monferrato e Langa il richiamo del mare si annida in ancestrali ere paleontologiche, tanto da riemergere, di tanto in tanto, tra le prosciugate righe di Pavese e le note di Paolo Conte. Per Mino (Gelsomino) Rosso, nato a Castagnole Monferrato nel 1904, lo stupore della conoscenza è l’esistenza stessa: nel 1926 plasma nel gesso “corpi plastici” che ripropongono la ricerca simultanea della vita moderna, del nuovo gusto estetico d’avanguardia, rivalutando l’aspirazione originaria di Boccioni alla scultura “in movimento”. 

Con Tullio D’Albisola, a Chiavari (1931), Mino Rosso espone sculture insolite, superando l’inclinazione ai primitivi coltivata dai cubisti, tentando la compenetrazione di figura e ambiente, alla ricerca di una struttura architettonica, permeata di realtà e natura. La sua sensibilità segreta sa individuare ciottoli sul greto del Po, cogliere pietre dalle forme erose, macerarle negli acidi fino a ritrovare il verde sorgivo, modellare argille, plasmare legni, stagliare bassorilievi. Accanto a Fillìa, Ugo Pozzo, Oriani, Alimandi e Diulgheroff, a Torino frequenta la cerchia della seconda generazione futurista, esponendo nelle rassegne itineranti e soggiornando a Parigi, ove operano Severini e Prampolini.

Dalle partecipazioni alla Biennale di Venezia (1928-1940) alla Quadriennale romana (1935), Mino Rosso rielabora con autonomia la lezione futurista del primo Novecento, approfondendo le soluzioni dei sovietici Zadkine e Archipenko: la sintesi geometrica dei primi bronzi gradualmente pare solidificarsi organicamente. I suoi Nuotatori in gara, esposti a Roma nel 1933 (e in numerose altre mostre a Torino e all’estero), anticipano e attraggono le generazioni degli anni Cinquanta, le tendenze d’astrazione espressionista e le esperienze gestuali, da Mastroianni a Somaini. La pittura affiora in maturità, alle soglie degli anni Quaranta e nel decennio Cinquanta, quando Mino Rosso lascia trasparire dal disegno la prospettiva interiore delle cose, della natura, della realtà, non più costrette da linee e piani, ma lievemente increspate su superfici monocrome, come impronte lasciate sul foglio dal fiore essiccato. La pittura di Mino Rosso fluisce dal ricordo, immagini dell’infanzia, fantasiosa e irrequieta, momenti mai dimenticati, confidati agli amici del caffè “Patria”, la sera, prima di tornare allo studio.

Scrive Giovanni Arpino su Il Giorno del 20 ottobre 1963: «Un giorno, quando tutti avranno motori e asfalti e la casa e il frigo e la bignola della domenica, allora ciascuno dovrà ritrovare il suo sentiero nel bosco, da solo. Sarà difficile, perché è più difficile resistere e capire quando c’è il benessere che in tempi di miseria, ma bisognerà farlo. Ciascuno dovrà scoprire la sua passeggiata personale, i suoi pensieri solitari per quel sentiero nel bosco, rivivere magari la bellezza di torcersi una caviglia, legarla con un fazzoletto o scoprire un fungo. Allora, quando ci sarà ordine dappertutto e l’uomo sarà in pari, allora sì che ciascuno dovrà rimettersi alla ricerca del suo mistero, piccolo o grande, e ritrovare gli accordi del cuore». 

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Quelle olive nel canestro fecero scoprire Asti al mondo del basket

I ricordi di un inviato speciale al seguito di quei matti della Saclà   Olivolì Olivolà… Oliva Saclà! .  Quando arrivava alla tv l’ora di Carosello, poco...

La collina di Spoon River – Settembre 2014

Battista “Pepe” Bianco 8 dicembre 1925-20 giugno 2014 Partigiano, presidente dell’Anpi Nel 1943 avevo diciott’anni ed ero apprendista alle officine Maina: pensavo al lavoro, non ero uno...

Generazioni di donne a confronto, tutte in cerca di emozioni

È una storia tutta al femminile quella scritta da Mariagrazia Pia, autrice di Come una nuvola (Leone editore). Tutto ruota intorno al personaggio di...

Saranno famosi 3 (o quasi)

Indovinelli: 1 | Ciclo ecclesiastico 2 | Sorrido alla vita 3 | Noi le zucche le suonavamo 4 | Dalla banana alla vite 5 | Pronti al lancio 6 |...

Il tenente di Faletti al Festival di Sanremo

Faletti, quando il suo tenente arrivò al Festival di Sanremo con grande successo di pubblico e di critica musicale.

Giuseppe Nosenzo

Giuseppe Nosenzo ha novantun anni. Il “commendatore” ha percorso un itinerario speciale, ricco di orgoglio, di intraprendenza e intuizioni.

L’astigiano sotto le bombe 224 allarmi aerei, 77 vittime, 168 feriti, danni notevolissimi

Il primo allarme ad Asti risuonò il 15 giugno 1940 Tre giorni dopo l’attacco aereo a Torino che aveva causato 15 vittime   È la notte tra...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE