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La collina di Spoon River

La collina di Spoon River – Marzo 2020

Astigiani dedica queste pagine a chi è salito sulla Collina della nostra Spoon River. Una manciata di parole. Alla loro memoria.

Cinzia Margarino
29 ottobre 1958 – 2 giugno 2019
Insegnante

Ho sempre insegnato Lettere ai miei alunni con amore e passione; mi soffermavo sui più bisognosi di affetto che avevano problemi di salute o famigliari: erano le mie “stelline”.

In loro vedevo me stessa e li coccolavo. Ho amato molto i miei amici e ho cercato di essere presente in vari momenti della loro vita, dai più sereni ai più tristi.

Andavo spesso al canile: gli animali deboli e sofferenti mi stavano a cuore e li aiutavo come potevo con cibo e elargizioni. Tra quelle gabbie avevo trovato Giaki, la mia gattina nera. Mi ha riempito la vita. Lei ricambiava il mio affetto con tenere fusa.

Spesso uscivo per la città percorrendo Corso Dante e i portici di Piazza Alfieri per incontrare amiche e colleghe al fine di scambiare due chiacchiere e qualche battuta. Amavo il cinema e condividevo con le mie colleghe foto di Richard Gere, il mio attore preferito e anche un
gran bell’uomo, non c’è dubbio!

Quando potevo andavo al mare, mi inebriava il profumo salmastro dell’aria ligure e durante le vacanze di Natale mi piaceva trascorrere qualche giorno a Napoli; non avevo legami famigliari con questa città, ma ne respiravo l’atmosfera viva, intensa, allegra.

Però la stanchezza ormai era troppa e l’amore e la dedizione della mia famiglia, dei miei amici e colleghi non bastava più a riempire il vuoto che giorno dopo giorno era sempre più profondo.

Adesso ho trovato la mia pace.

 

Carlo Franco
12 settembre 1954 – 14 dicembre 2019
Impiegato e speaker del Palio

Avete iniziato a sentire la mia voce per radio, ai tempi pioneristici delle radio libere. Parlavo ai microfoni di Radio Asti Doc in quelle mitiche giornate trascorse con colleghi, diventati amici, negli studi di corso Savona.

Mi piaceva il Palio che intanto ad Asti stava crescendo, mentre crescevo anche io. È proprio per il Palio che sono tornato a far sentire la mia voce, prima per raccontarvi le imprese degli sbandieratori al Paliotto, ma poi, per tanti anni, quello che stava succedendo in piazza Alfieri, nel giorno della corsa.

Quante volte gli spettatori si sono affidati alla mia voce per capire chi stesse passando in testa in rettilineo, chi fosse caduto nelle altre curve e chi avesse conquistato il drappo. Dopo aver sentito le mie parole avete gioito o sofferto per la sorti del vostro rione ed io insieme a voi, senza farvi mai capire chi volessi, in cuor mio, veder vincere.

 

Paolo Bonfanti
20 dicembre 1954 – 30 dicembre 2019
Imprenditore

Sono cresciuto in mezzo alla carta e ai giocattoli, alle matite colorate e ai pennini, nel grande negozio del nonno in corso Alfieri, la cartoleria Marchia, un posto che tutti conoscono. Quante ore spensierate ho passato con mia sorella Carlotta nel magazzino, tra
scatoloni e scaffali.

Di quegli anni ho conservato a casa uno specchio con la storica pubblicità delle matite Fila.

Ho scoperto la passione per i viaggi in quarta liceo scientifico, quando ho potuto trascorrere un anno intero di studio negli USA. Dopo qualche esame di economia e commercio sono
stato assunto all’Alpitur: per anni ho accompagnato i gruppi in giro per il mondo e poi mi sono dedicato a visionare le strutture turistiche.

Alla fine degli Anni Ottanta sono tornato nella mia Asti, alla vecchia attività di famiglia. Ho scelto di dedicarmi al reparto della carta, con tutte le infinite varianti per il settore degli alimenti. Un ritorno alle origini.
Sono stato cittadino del mondo, libero, amante dell’arte contemporanea e del bello. Gli amici mi hanno sempre lodato per lo stile raffinato e garbato, forse anche per via quelle sciarpe di seta che non mi facevo mai mancare. Ne ho collezionate a decine.

Adoravo stare in compagnia, quante meravigliose serate ho trascorso con gli amici in riva al mare. Ho amato immensamente mamma Gigliola, Carlotta e le mie adorate nipoti, Alessandra e Maria. Sono stato ricambiato e circondato da affetto.

 

Luciana Treppo Mortarini
30 marzo 1926 – 15 gennaio 2020
Fiorista

Mi conoscevate come Camerano quando venivate nel negozio che mio nonno Secondo aveva aperto a pochi passi da piazza Roma per comprare un fiore per le vostre fidanzate.

Ho curato io gli addobbi in chiesa nel giorno in cui quelle fidanzate sono diventate le vostre mogli ed anche mie clienti.

Quel negozio non era allietato soltanto dal profumo dei fiori, ma anche dalle tante belle parole di amici e clienti che condividevano con me la passione per la letteratura.

Ora sono accanto al mio Felice e mi sembra di sentire il profumo di tutti i fiori della mia vita.

 

Marisa Ombra
Asti 25 aprile 1925 – Roma 19 dicembre 2019
Partigiana, giornalista, dirigente politica

E alla fine è arrivata anche la mia ora, ma devo dire che rispetto a tante altre vite che ho visto chiudersi prima del tempo, sono stata piuttosto fortunata.

Ho attraversato gran parte del ‘900 con passo svelto, tra i grandi ma straordinariamente coinvolgenti pericoli della Resistenza e le grandi battaglie per i diritti delle donne. E’ stata davvero una vita piena la mia, a cominciare da quella di staffetta partigiana, io ragazza tra gli uomini e con gli uomini, dove ogni giorno poteva essere l’ultimo.

Il 25 Aprile 1945 ho festeggiato i miei vent’anni. Ho vissuto poi gli anni complicati del ritorno alla normalità ed alla democrazia dell’Italia repubblicana. E poi la battaglia per
i diritti delle donne, le loro più che legittime aspirazioni all’eguaglianza ed alla parità, per non parlare della giusta considerazione da parte di quella che si è soliti definire “società degli uomini” in cui ho dovuto anche affrontare il mio personale caso di un allora mal
sopportata “ereticità” coniugale.

Mi chiamavano la comunista con i tacchi a spillo, per un mio certo gusto nel vestire, stupendosi che una donna di sinistra si interessasse anche di moda.

Ho percorso una strada lunga e difficile, ricca di soddisfazioni, ma anche di delusioni, pubbliche e private. Alla fine devo però dire che sono state più le prime delle seconde
a caratterizzare la mia esistenza, soprattutto se penso al contributo che ho potuto dare in anni recenti all’Anpi nazionale ed a “Libere sempre” che ho scritto solo otto anni fa ad una
studentessa dei nostri giorni perché si ricordasse come la lotta per la libertà, personale e collettiva, vale sempre la pena di essere combattuta.

E adesso sono qui, nella mia Asti per stare con i miei genitori e ricordare che a salutarmi c’erano, oltre all’amata Irene, amica di sempre, tantissime persone. Tutte insieme mi hanno rilasciato l’ultimo lasciapassare con un grandioso “Fischia il vento”.

 

Melita Rabbione
6 marzo 1946 – 25 dicembre 2019
Insegnante e dirigente scolastico

Me ne sono andata il giorno di Natale quando le scuole erano chiuse.

La scuola è sempre stata la fonte principale della mia vita, prima nel rapporto diretto con gli allievi e poi insieme agli insegnanti. Sono stata molto austera, ma ho sempre mitigato
con la gentilezza, anche nelle difficoltà.

Non mi sono mai sottratta al senso della responsabilità, soprattutto quando la malattia ha preso il sopravvento. Ho lottato con determinazione, pensando al prossimo prima che a me, dedicando i miei ultimi anni alla solidarietà astigiana.

Cesarino Segatto
1945- gennaio 2020
Operaio Way Assauto, sindacalista

 

La mia tribuna era l’angolo di piazza Alfieri, le panchine davanti ai Portici Rossi dove con un gruppo di amici mi ritrovavo ogni giorno a veder scorrere la vita della città a discorrere e discutere di politica. Già la politica per me era una cosa seria.

L’ho vissuta sulla mia pelle durante le lotte operaie alla Way Assauto, quando fare il sindacalista non era facile. Sono stato anche in Consiglio comunale eletto per il Pci che
stava diventando Pds. Immaginatemi ancora sulle barricate a battermi contro l’ingiustizia sociale, mentre il vostro mondo corre, ma senza mete ideali, dove correte?

Giovanni Gerbi “Reuccio”
1930 – 27 gennaio 2020
Partigiano

 

Mi chiamavamo “Reuccio”, ero diventato staffetta partigiana nel 1944, a meno di 15 anni.

Nell’immediato dopoguerra quando avevamo capito che i valori della Resistenza se li stavano bellamente dimenticando, sono stato tra le “teste calde” che sono tornate a imbracciare il mitra sulle colline, nei giorni di Santa Libera. Da allora per me la Resistenza non è mai finita.

L’ho detto tante volte nei discorsi e ai giovani dei centri sociali che sono diventati i miei ragazzi, io che potevo essere il loro nonno. Sono stato con loro anche al G8 di Genova. Ho lavorato alla Way Assauto, eletto consigliere provinciale per il Pci e nella Cgil: facevo interventi lunghi e articolati come si diceva allora, ma poi ho preferito la politica lontana dalle gerarchie e dai compromessi.

Sono rimasto uno spirito libero e voglio continuare ad esserlo.

Francesco Sciorato
4 ottobre 1924 – 6 febbraio 2020
Fotografo

 

Adesso ve lo posso dire. Vi ricordate le tante cartoline dei nostri paesi, con piazze e scorci che avevano in primo piano dei gerani rossi? Erano i miei.

Portavo i vasi fioriti nel baule della mia auto per dare un tocco di colore al soggetto. Allora scattare foto per cartoline era una cosa seria. Bisognava trovare l’inquadratura e la luce giusta. Ricordo ore e giorni passati ai piedi di una montagna per cogliere il momento giusto, immortalare la cima non coperta dalle nubi.

Quando sono tornato ad Asti ho fotografato per La Stampa e ci ho messo lo stesso impegno. Quanti clic nella mia lunga vita.

Ora riposo a Moncucco di Castagnole Lanze. Se passate a trovarmi portatemi un geranio rosso.

Marcella Gentile
19 giugno 1959 – 9 febbraio 2020
Insegnante di musica

 

Se chiedeste in giro qualcosa su di me, vi direbbero che sono stata una presenza delicata e armoniosa.

In qualche modo, ho finito per assomigliare alla musica classica che amavo tanto. Volando sui tasti di un clavicembalo ho trascorso i miei anni di conservatorio, poi sono stata colmata
di altra passione, altro amore. Io e Giuseppe abbiamo condiviso vita e concerti, le note più belle le abbiamo chiamate Alessio e Francesco.

Ho cantato nella Corale San Secondo e insegnato a lungo musica nelle scuole, ma è stato molto più di un lavoro. L’ho capito quando tanti miei studenti della Jona sono venuti a salutarmi, quel giorno in chiesa. So che loro faranno rivivere la musica che abbiamo studiato insieme. Ogni volta che la suonerete sorriderò nei vostri cuori.

Rodolfo Dominese
23 dicembre 1943 – 20 gennaio 2020
Mercante filatelico

 

Adesso sono leggero come i miei amati francobolli. Ho vissuto con loro e per loro.

Quando avevo il negozio in via Aliberti e durante gli incontri con altri filatelici come me con i quali ero in contatto da tutto il mondo, con la gioia di una scambio, il gusto di una
scoperta, l’emozione di aver trovato un pezzo raro, una lettera, un documento, un vecchio giornale affrancato.

Per me i francobolli non erano solo affari. Quante cose raccontano i francobolli, basta saperli leggere e ascoltare. Hanno anche un suono: quello del corno postale, simbolo della filatelia. La mia partitura è finita, ma la loro musica resta.

Enzo Ceppani
10 marzo 1938 – 1 marzo 2020
musicista, compositore, ristoratore

 

“Alè Alè ale Asti alè… !” Ve lo ricordate? è stato l’inno, scritto da me, per i galletti biancorossi del calcio. E mio era il giro di basso, perché quello lo sapevo suonare, e quanto mi divertivo con i miei amici della musica, Jazz soprattutto.

Ne ho avuti tanti di amici. Dicono che ero un buon paroliere. Ho scritto anche con Paolo Conte e mie canzoni le hanno cantate in tanti, perfino al Festival di Sanremo nel 1975.  Quante serate con Piero Montanaro, Remigio Passarino, Alfredo Gallo, Giorgio Melegaro, Giuliano Rigo.

Ho fatto anche il produttore discografico.

Avrei voluto invitarli nella tavernetta del mio Hotel Genova in corso Alessandria, salutarli tutti: anche gli amici della politica ruspante degli anni ’90 quando ero anche consigliere comunale con i socialisti.

Musica e calcio i miei grandi amori. Primo fra tutti il Torino e poi naturalmente l’Asti. Mi piaceva rievocare i bei tempi andati, specie quelli del bar Rio e della Torretta Calcio, quelli  vissuti con gente come Ghi, il dottor Malchiodi, Rino Fassio, l’ingegner Marena,  Renzo Caracciolo il dutur . “Alè Asti alè”.

Paolo Spiletti
27 agosto 1946-9 marzo 2020
Commerciante e attore

 

Il nostro negozio di famiglia in via Solari era un punto di ritrovo per gli amanti del teatro.

Vendevamo tende che per me erano come tanti sipari. Ho sempre amato recitare e ho fatto parte di tante compagnie. Mi piacevano le parti intense dove far emergere il personaggio.

 

 

 

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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Chiedo scusa, anzitutto, se per inoltrare questa lettera ad Astigiani utilizzo l’arcaico mezzo postale anziché la moderna e-mail o altre diavolerie in voga. Venendo all’argomento...

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