Abbiamo conosciuto Luciano nel 1961 quando, il 1° di ottobre, iniziammo a frequentare le Medie alla gloriosa “Fulgor” di via Gioacchino Testa, a pochi metri dall’allora carcere, confinante con le antiche mura di Asti. Per molti di noi, studentelli in erba, la scelta del collegio-convitto fu obbligata dalla distanza dei nostri paesi e dalle difficoltà di trasporto. Di conseguenza ci trovammo riuniti con altri giovanotti come noi provenienti da quasi tutte le zone dell’Astigiano ed oltre. Gli “astigiani di città” frequentavano la scuola da esterni mentre per noi “campagnin” era d’obbligo la permanenza interna .
Luciano era uno dei privilegiati cittadini, libero di andarsene subito dopo l’uscita della scuola. Fu subito molto disposto al dialogo che divenne più interessante quando venimmo a sapere che un suo avo o una sua ava era di origini revigliaschesi. Scoprimmo inoltre, e fu davvero un punto di contatto contagioso, che anche lui amava la musica e si divertiva a suonare arrangiandosi sui tasti di una vecchia pianola. Stava per scoppiare la “beatles-mania” che in pochi anni avrebbe rivoluzionato la musica “pop” mondiale e Luciano fu uno dei primi a cogliere i nuovi messaggi cultural musicali della nuova era.
I nostri rapporti durarono per 7 anni, tra scuole medie e superiori, sino al 1967, quando compiuti i 17 anni, con in mano il pezzo di carta delle Magistrali ci sentimmo liberi di sognare una nuova esistenza. Le nostre strade a quel punto si divisero, noi alla ricerca di un lavoro mentre lui tentò l’avventura, riuscitissima, alla prestigiosa università “Bocconi” di Milano. Da allora abbiamo sempre goduto della sua presenza soprattutto nei momenti di ricordo e di ritrovo, anche gastronomico, di quella IV magistrale del ‘67 che continuava nonostante gli anni trascorsi ad emozionare. Ci fermiamo qui ricordando la sua eccelsa personalità come uomo “pubblico” dalle multiformi sfaccettature ma soprattutto l’amico sincero e generoso che ha percorso con noi una tappa felicissima della nostra gioventù.