La Croce Verde è una delle più longeve associazioni dell’Astigiano. Lo scorso 1° maggio ha infatti compiuto 110 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1909.
I suoi servizi rappresentano una certezza cui rivolgersi nei momenti di difficoltà per ottenere assistenza, ma il sodalizio è anche un punto di aggregazione in cui si sono incontrate generazioni di astigiani disponibili a offrire parte del proprio tempo libero per la “Cruzs vérda”.
La nascita grazie agli operai della Vetreria per alleviare gli infortuni sul lavoro
L’idea che all’inizio del secolo scorso portò alla nascita della Croce Verde era scaturita da un gruppo di operai della Vetreria di Asti che lavoravano dal 1906 nello stabilimento di corso Cavallotti, attivo fino al 1999 in quella sede.
I vetrai Piero Bertolati, Angelo Cerrato, Flavio Garzena, Bruno Goitre, Pietro Gabutti, Francesco Lanero, Antonio Menghini, Pietro Pellegrino e Vittorio Ratel, sollecitati dagli incidenti che accadevano sul luogo di lavoro, coinvolsero l’infermiere Guglielmo Cerrato e i fratelli astigiani Giovanni e Giuseppe Gianotti per sviluppare un servizio di pronto intervento che potesse andare oltre al semplice utilizzo di scale e assi di legno per soccorrere i colleghi infortunati.
Questi precursori entrarono in contatto con un medico napoletano, approdato ad Asti, che si rivelò fondamentale per la realizzazione del progetto. Ettore Piccinini, militare a riposo dopo essere stato al seguito di Garibaldi, mise a disposizione la sua esperienza in ambito sanitario per favorire la nascita della Croce Verde, diventandone anche il primo presidente. è presumibile che la scelta del colore verde sia stata ispirata dall’omologa realtà torinese, già attiva dal 1907.
Va considerato che la nascita della Croce Rossa Italiana, ben differente per struttura organizzativa, ma simile per il tipo di alcune attività svolte, risale al 1864. La Croce
Verde astigiana si inserisce invece nel filone della nascita delle società di pubblica assistenza e di mutuo soccorso, che ad esempio in Toscana portavano e portano il nome di “Misericordia”.
Ad Asti oltre un secolo fa vennero indetti incontri con la cittadinanza astigiana cui il comitato promotore, guidato dal vetraio Francesco Lanero, intendeva rivolgersi per illustrare il progetto. Importante fu l’incontro che si svolse domenica 25 aprile nella sede dell’Associazione Generale degli Operai in cui venne invitato il presidente della Croce Bianca di Savona, realtà già attiva da dieci anni.
Sul foglio astigiano “…e Pantalone paga” del 24 aprile 1909 si legge la circolare di convocazione dell’incontro.
Le motivazioni che all’epoca portarono alla nascita dell’associazione possono, in parte, apparire tuttora valide: «Il continuo e felice sviluppo dei commerci e delle industrie,
col richiamare da ogni parte nuovi impiegati negli uffici e nuovi operai nelle numerose officine ha non poco contribuito ad accrescere la floridezza ed il decoro della nostra città. Ma purtroppo coll’aumentare della popolazione e di quella operaia in ispecie, sono a mano a mano divenuti più frequenti e probabili quegli accidenti che nelle città industriali s’uniscono alle malattie e ai disagi naturali dell’età quasi a vendetta della
cieca natura contro lo sforzo indomabile dell’ingegno umano. […] è necessario che anche qui sorgano e si uniscano in seno alla comunità rifiorente di vita nuova e più attiva, nuove forze di difesa contro il male; è necessario che i concetti moderni della previdenza e del soccorso trovino pronta ed efficace attuazione. A questo non può
provvedere l’ente comunale costretto ancora dalle leggi e dalla consuetudine a risolvere altri noti problemi; non può provvedere lo Stato, ente troppo impersonale e lontano sempre dai luoghi e dalle circostanze nelle quali più necessario sarebbe il suo intervento; non possono provvedere, per le strettoie di antiquati statuti e per insufficienza economica, gli istituti filantropici di assistenza e cura pubblica già esistenti
nella città. Ma quando le istituzioni preesistenti non possono soddisfare ai nuovi bisogni, i popoli veramente forti terranno in se stessi le forze per crearne altre sufficienti ed acconcie. Così si è formato qui in Asti per iniziativa di coloro che più v’erano interessati, gli operai, e coll’adesione e cooperazione valida di cittadini volenterosi d’ogni ceto, un primo nucleo di propugnatori del principio e di fondatori dell’ente nuovo, che, col nome di Croce Verde, in molte altre città d’Italia ha già moltissimo giovato ad alleviare le sofferenze umane e a sgravare comuni ed ospedali di un lavoro che difficilmente essi avrebbero potuto compiere utilmente…».
La prima barella prestata dalla Croce bianca di Savona
Pochi giorni dopo quell’incontro la “Verde” iniziò le sue attività e lo fece avvalendosi dell’aiuto concreto fornito dalla Croce Bianca di Savona che mise a disposizione una barella e altro materiale utilizzati dai primi militi, una sessantina circa.
Il primo direttore dei servizi fu tal Cantarella e i capi squadra Gabutti, Ratel e Franceschi. Tutto era pronto, mancavano solo un Consiglio Direttivo e una sede. Al fianco del presidente Piccinini vennero eletti nell’assemblea dei soci del 18 maggio
il vice Riccardo Ovazza, il segretario Carlo Boero e i consiglieri Arturo Betti, Francesco Lanero, l’enotecnico Giovanni Sardi, il farmacista Pietro Olivero, il medico Mario Fasano e il geometra Fausto Barbero.
L’imprenditore Giovanni Penna, l’assessore Goria e l’avvocato Della Rissa divennero sindaci revisori effettivi, con i supplenti Francesco Mango e Annibale Vigna (già Deputato e poi sindaco di Asti, vedi Astigiani n. 6, p. 64).
Altro organo all’epoca in seno alla Croce Verde fu il Comitato di Patronesse che riuniva donne della borghesia cittadina. I militi in servizio e le prime attrezzature trovarono
ospitalità in un locale sul lato ovest dell’Alla, il foto boario di piazza Alfieri, messo a disposizione del Comune. Le riunioni si tenevano invece presso la Birreria Metzger (oggi Centro Culturale San Secondo, in via Carducci) o nello studio del geometra Barbero.
Ben presto ci si rese conto che la Croce Verde doveva crescere per poter garantire efficienza nei suoi servizi. Il dottor Fasano si occupò della formazione dei volontari realizzando un manuale e attivando corsi sulle tecniche di soccorso e di trasporto dei
feriti; nel febbraio 1910 l’associazione aderì alla Federazione Nazionale fra le Società di Pubblica Assistenza (dal 1987 Anpas, cui è tuttora affiliata) e nel marzo 1910 assunse il primo dipendente. Dalla barella a mano prestata e poi ceduta dalla Croce Bianca di Savona, nel 1912 si passò alla barella trainata dal cavallo e nel 1920 arrivò la prima autoambulanza, donata dall’industriale vinicolo Mario Cora che nello stesso anno divenne presidente.
Il trasporto feriti agli ospedaletti della Grande Guerra
Nel 1910 il presidente Piccinini era morto e gli era succeduto il suo vice, il dottor Riccardo Ovazza e l’associazione spostò la sede, rimanendo sempre nella zona di piazza Alfieri, prima sotto 86 i Portici Pogliani all’angolo con viale alla Vittoria e poi sotto i Portici Anfossi, all’angolo con piazza Libertà.
Il fascismo chiuse l’associazione e la bandiera fu nascosta
Si arrivò alla Prima Guerra Mondiale: la Croce Verde fu impegnata per trasportare i feriti che arrivavano ad Asti con i treni ospedale verso gli ospedaletti militari allestiti in città.
Nel 1922 ci fu un cambio di presidenza con l’avvocato Ravera al posto di Cora, per arrivare al 1935 quando la “Verde” fu costretta a un decennio di inattività. Un decreto legislativo di quell’anno previde infatti che le attività di soccorso sanitario dovessero essere svolte esclusivamente dalla Croce Rossa Italiana, collegata alle Forze Armate.
La Croce Verde, come tutte le altre associazioni del genere, dovette di fatto interrompere le sue attività: alcuni militi passarono alla Croce Rossa, le proprietà vennero cedute all’ospedale e la bandiera venne nascosta con la speranza di poterla nuovamente sventolare. Cosa che avvenne dopo la Liberazione, nel 1945.
La Croce Verde tornò a essere operativa e quel vessillo tornò a essere sbandierato: inaugurato nel 1910, attualmente è custodito in sede, protetto in una teca insieme
al medagliere che accoglie tutti i riconoscimenti ricevuti nei 110 anni di attività.
La rinascita della Croce Verde venne annunciata alla cittadinanza con una lettera che invitava a contribuire all’organizzazione di un banco di beneficenza per finanziare
l’acquisto di nuovi materiali perché erano rimaste soltanto le vecchie barelle a mano (un esemplare è esposto all’ingresso della sede). Il primo automezzo arrivò alla Croce Verde astigiana per una disposizione del Prefetto Giacchero, che il 4 settembre 1945 decretò la confisca di un mezzo di proprietà dell’Ospedale di Moncalvo depositato nella sede della Croce Rossa. Quel veicolo, Fiat 1100 targato AT 4710, fu contrassegnato con il numero 1.
Da allora la numerazione dei mezzi che compongono l’autoparco è progredita fino al
79, un mezzo dotato di sollevatore, inaugurato lo scorso anno.
Il chirurgo Mario Fasano (Primario di Chirurgia all’ospedale di Asti dal 1926 e, successivamente, docente di Patologia Chirurgica all’Università di Torino) fu il presidente della rinata Croce Verde che venne ospitata in alcune stanze dell’ex Casa Littoria.
La generosità degli astigiani nei confronti della “Verde” non è mai mancata. Anche alcune aziende cittadine, come la Saclà o la Way Assauto, hanno sostenuto per anni l’associazione e molti operai di quest’ultima sono stati militi del sodalizio. Altre realtà hanno donato ambulanze o contribuito in vari modi.
Negli anni sono stati organizzati eventi di ogni genere, dalle cene benefiche ai concerti, ma grande importanza hanno avuto i veglioni organizzati al Teatro Alfieri, a partire dal primo in occasione del Carnevale 1921, fino agli ultimi degli Anni ’60.
Ancora oggi nelle feste le associazioni consorelle vengono accolte con il saluto alla bandiera e spesso si suona l’inno scritto da Sgarbi con musica del Maestro Rolando (vedi Astigiani n. 9 pag. 44).
Nel Dopoguerra i veglioni per finanziare il sodalizio
Proseguendo in una carrellata dal Dopoguerra fino ai giorni nostri, dopo Fasano rimasto in carica fino al 1963, si sono susseguiti alla presidenza della Croce Verde l’avvocato Carlo Rostagno (fino al 1969), il professor Umberto Teodoro (per 21 anni, fino al 1990), il magistrato Mario Bozzola (fino al 1999), il dottor Mario Grassini (fino al 2001), il Cavaliere del Lavoro Lorenzo Ercole (fino al 2004) e l’architetto Ferrante Marengo (fino al 2007) che in gioventù aveva prestato servizio come volontario. Dopo di lui è stato eletto presidente il commercialista Giorgio Bertolino, attualmente in carica.
Dai locali dell’ex Casa Littoria che hanno ospitato la sede sociale dal 1945, la Croce Verde ha “attraversato la strada” nel 1955, andando sul fianco del Mercato Coperto, in piazza Libertà, dove è rimasta per 53 anni. Nel giugno 2008 si è trasferita nello stabile ristrutturato di corso Genova, di proprietà del Comune di Asti, dove si trova tuttora.
Tra le tappe fondamentali degli ultimi decenni per una Pubblica Assistenza che ha sempre saputo rinnovarsi per rimanere al passo con i tempi, c’è stata la creazione del nucleo di Protezione Civile. Nato nel 1980 dopo l’esperienza in Irpinia in aiuto alla popolazione terremotata, è intervenuto dopo tante altre calamità italiane, distinguendosi nel 1994 nei soccorsi per l’alluvione (vedi Astigiani n.10, pag. 21).
Dal 1999 è nato al suo interno il gruppo di sommozzatori che, tra le altre attività, è impegnato ogni anno sulle rive del Tanaro per garantire la sicurezza degli spettatori dei fuochi di San Secondo.
Una svolta significativa nelle attività della Croce Verde è avvenuta nel 1997 quando è stato istituito il servizio 118 di emergenza sanitaria. Prima di allora le richieste di
intervento arrivano direttamente all’associazione; oggi invece le telefonate pervengono a una centrale operativa dell’Asl che gestisce l’intero intervento, fino al ricovero in Pronto Soccorso, allertando la tipologia di ambulanza necessaria.
Nei paesi sono nati sodalizi gemelli
La Croce Verde con l’esperienza del suo personale contribuì alla nascita di quel servizio che ancora oggi la vede impegnata di giorno e di notte, nei giorni feriali e festivi. Frutto delle esperienze maturate dalla Croce Verde di Asti sono state anche le associazioni operative nei paesi della provincia.
Il sodalizio astigiano ha infatti contribuito allo sviluppo della Croce Verde di Castagnole Lanze (nel 1982), di Montafia (nel 1983), di Montemagno (nel 1992) e della Pubblica Assistenza di Tonco, Frinco e Alfiano Natta (nel 1992), inizialmente nate come sue sezioni esterne.